Centro di dialettologia e di etnografia

432 DOLaDÓI DÒLar 1. gli spinaci selvatici crescono per lo più vicino alle baite e alle stalle di montagna, su terreni grassi, fertilizzati dalle deiezioni del bestiame al pascolo o dove vi sono accumuli di letame. Sugli alpeggi la gente era solita farne incetta prima dell’arrivo delle mandrie, consumandone le foglie a modo degli spinaci o nella minestra con riso e latte: i fèva la manèstra col lècc e i dorodói , pre- paravano la minestra con il latte e gli spinaci sel- vatici (Lodano [1]). a Cavergno si usava man- giarne in abbondanza durante i mesi primaverili come cura depurativa del sangue [2]. 2. toponimi ad avegno, la Bassa di doladói , zona di pa- scolo prativo al confine con il territorio comuna- le di gordevio [3]. Formazione con uscita pl. -ói dal sing. -ón che non sembra avere corrispondenze al di fuori dell’area val- magg. e loc., fatta eccezione per un immediato e iso- lato riscontro nel com. duladón di Loveno (frazione di Menaggio) [4]. In Leventina emergono le denomina- zioni parallelle ≠ dolèdri e ≠ doradigh . – La defini- zione di ‘romice acetosa’ raccolta da Scheuermeier a Vergeletto per l’aIS [5] appare sospetta e si dovrà pro- babilm. alla confusione da parte dell’informatore tra le due erbe, a causa della loro somiglianza e per il fatto che entrambe crescono in habitat e su terreni si- mili. – L’etimo è discusso. Vi si potrebbe ravvisare un corradicale di ≠ dòla 1 ‘truciolo’ e di ≠ dolá ‘lavorare un pezzo di legno con il coltello o con altro strumento da taglio’, e ascriverlo alla famiglia del lat. DOL º rE ‘squadrare, lavorare d’ascia’, come suggerito da E. ghirlanda (v. ≠ ass 3 ‘spinaci selvatici, Chenopodium bonus henricus’) e da O. Lurati [6]. In realtà, se le var. verz. si spiegano facilmente per rotacizzazione e sincope, più problematiche appaiono quella con -o- prot. e con -r- di Lodano (dove il fenomeno del rotaci- smo è sconosciuto) e quelle foneticam. più divergenti di Comologno e Vergeletto, che concorrono a compli- care il quadro etimologico. D’altro canto, non lontano dalla SvIt., a Monteossolano (Mat. VSI) e a Viga- nella, nella vicina Val antrona [7], è attestato il sost. dulüra ‘truciolo’, il quale potrebbe aprire uno spira- glio all’ipotesi di possibili convergenze. rimane da sciogliere il problema relativo all’iconimo, sul quale già si era confrontato senza successo ghirlanda a proposito del tipo posch. ≠ ass 3 . una possibile solu- zione, qualora si accogliesse la suddetta proposta eti- mologica, potrebbe ricercarsi nell’aspetto assunto dalle foglie quando sono secche o dopo la cottura e che ricorda quello dei trucioli, motivazione che presiede pure alla denominazione mesolc. del veratro comune, per cui v. ≠ dòla 1 al par. 2.4. Non è comunque da escludersi l’eventualità che dietro l’appellativo possa celarsi invece, come spesso accade con la nomencla- tura botanica, una voce arcaica di sostrato, la quale però non ci risulta essere stata ancora identificata. B i b l.: [1] g IaCChEttO , aspetti 58; v. inoltre aIS 3. 629 Leg. P. 42. [2] Cfr. P OrEttI , ric.etnobot. 66. [3] rtt avegno 118. [4] O rtELLI 15. [5] aIS 3.627 P. 51. [6] L uratI -P INaNa 69. [7] g ySLINg 123. Galfetti doladüra ≠ dolá DÒLar (d ä lar) s.m. Dollaro. V a r.: dòlar , dòlaro ; dolár (gerra gamb.), dòllar (Soglio), dulár (riva S. Vitale). Büsögna rivá gió cargaa da dòlari, ma dòlari perfètt. S’a i è un póo ranfignaa, s’a i gh’a s® un quai ségn o se a n manca un tochetín, l’è finida, gh’è mía vèrso da cambiái , bisogna arrivare là [in Birmania] carichi di dollari, ma dollari perfetti. Se [solo] sono un po’ stropicciati, se hanno qual- che difetto e se ne manca un pezzettino, è la fine, Fig. 114. Pianta di spinaci selvatici (da L auBEr -W a - gNEr 3 , pag. 179).

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