Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana- Fascicolo 95

510 DıRBI DÓRD L’ésciápi®nemánepóvrasdòrbia , è ormai ri- dotto a un misero rudere. Term. gergale passato anche al dialetto. – Dallo stesso etimo di ≠ dörbi 1 ‘corteccia di betulla’, a par- tire probabilm. dal valore originario di ‘pelle’; non si esclude però che i sottili rotoli di corteccia essiccata, un tempo usati come esca per accendere il fuoco o co- me rudimentali fiaccole, possano aver richiamato nella loro secchezza e fragilità l’avvizzimento, la per- dita di freschezza, lo sfiorimento propri dell’invec- chiamento. – Le forme derivate presentano prostesi di s- intensiva o spregiativa, forse per influsso di ≠ strópi ‘storpio, sciancato, zoppo’. B i b l.: [1] DSI 3.38.156. [2] L URATI -P INANA 116. Galfetti DORBIå (dorb - á) v. Torcere. V a r.: dorbiá , durbiá(Medeglia). Culvéntlaténdelas’ètütedurbiades® , col vento la tenda si è tutta attorcigliata, sumdacc gi®eudurbiòmbrasc , sono caduto e mi sono tor- to un braccio. Denominale di dórbiu , var. locale di ≠ dörbi 1 , che ha come referente una striscia di corteccia di betulla arrotolata a spirale, usata come esca per accendere il fuoco o come fiaccola rudimentale, forse influenzato da ≠dobiá ‘piegare’. Galfetti dörbia ≠ dörbi DÓRD 1 (d J rt) s.m. Tordo, Turdus philomelos Brehm. V a r.: dórd , durd ; dòrd (Roveredo Grig., Lostallo), dórde (circ. Sonvico), dórden (Villa Lug.), dórdo (Dal- pe, Palagnedra, Cal.), dórdol (Prugiasco), dórdu (Chi- ronico), dúard (Isone), durdal (Soglio), tórd (Carasso, Olivone, Peccia, Loc.), tórde (Corticiasca), tórdi (Leon- tica), tórdu (Chironico, Cavigliano), turd (Sementina, Indemini, Rivera, Viganello, Morbio Sup., Cabbio). 1. Designa in genere il tordo bottaccio [1]: l’èlí, …denanzarapórtadrasòcáarimiraaraprima passadadedórd , è lì, davanti alla porta di casa sua a contemplare il primo passaggio di tordi (Cademario [2]), éntpeibuschasincuntralan parüsciòla,…idurd , nei boschi si incontrano le cincie, i tordi (Bondo [3]), elmèisdesgiugn, quandunsésúalpromestív,iéidórdche…ine dissèda,lamatinadebonóra,elasèiratard, quanduns’égèinlécc,iéamòlóoch’icanta , il mese di giugno, quando siamo ai monti, sono i tordi che ci svegliano, la mattina presto, e la sera tardi, quando siamo già a letto, sono ancora loro che cantano (Mesocco [4]), ciòsa,penín,cheu cantaludúard , quietati, piccino, che canta il tordo (Isone); alpüsséibiéllníl'èquélldeldurd, perchél'èfècccumèunasquèla , il più bel nido è quello del tordo, perché è fatto come una sco- della: in quanto è rivestito internamente di ar- gilla (Comologno). – Era ricercato per la preliba- tezza delle sue carni: idórdrostídiéombón boconétt , i tordi arrostiti sono un buon bocconcino (Lodrino [5]), parstuváiòcrompòucarnded bas’céu…;edasgiácanoiòtrovòunídórd,ní parnís,nígalinásc,aghramediaròcorunpolígn dachésindufórn , per lo stufato ho comprato carne di maiale; e siccome non ho trovato né tordi, né coturnici, né beccacce, rimedierò con un tacchino da cuocere in forno (Bodio [6]). – La cac- cia, proibita da vari decenni [7], veniva fatta in precedenza unicamente con il fucile: aghtiravum ...aistornéi,aidórd,aigasg , sparavamo agli stornelli, ai tordi, alle ghiandaie (Magadino [8]); oltre a ciocáparciamáidórd , chioccolare per chiamare i tordi (Grancia), e a servirsi di un fi- schietto che produce un suono simile allo zipádi durd , alla nota di richiamo dei tordi (Mendr. [9]), il cacciatore sfruttava la predilezione che questi uccelli hanno per i frutti di alcune piante: ul √an√üíndidórd , il loto falso dei tordi (Brusino Arsizio [10]), onasòrba…cargadasémprodabag róssedamèrliedadórdaltémpdipassád , un sorbo sempre carico di grappoli rossi e di merli e di tordi bottacci di passaggio (Morcote [11]), i sòrbislassastáeancaisapiéntaparmazzágh s®idórd,imèrli,iziveiviscard , i sorbi non si sradicano, e addirittura si piantano per uccidervi sopra i tordi bottacci, i merli, i tordi sasselli e le cesene (Grancia); presso simili piante si costrui- vano spesso dei capanni per fare la posta ai vo- latili: lüül’évapüsséedetaapaicasutéi,ancase, quandalturnavaindré,laselvaginalasaridü- sévaanparadamérli,undurd,unzivonfrisún , lui era più un tipo da caccia al capanno, anche se, quando tornava a casa, la selvaggina si riduceva a un paio di merli, un tordo bottaccio, un tordo sassello o un frosone (Mendrisio [12]); – più ad- dietro nel tempo, prima che fosse dichiarata ille- gale nel 1875, l’uccellagione con le reti praticata nei roccoli (≠ cascia , par. 1.1.2.) permetteva di catturare tordi in grande quantità, per adescare i quali si impiegavano anche durddaciamada , tordi esposti in gabbiette affinché, col loro zirlare, servissero di richiamo (Balerna [13]); pure ille-

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