Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana- Fascicolo 95
517 DORMŒ DORMŒ spéssalvéccalméttadurmílgiuan , spesso l’an- ziano ha la meglio sul giovane (Poschiavo [45]). 9.5. Lezziónchefadromii , lezione che fa dor- mire: noiosa (Breno), ufadurmínpéi , fa dormi- re in piedi: di chi parla molto lentamente (Chi- ronico), adescóreghinsèmaofavigniidadromii , discorrere insieme a lui fa venire sonno: è tedio- so (Sonogno). 9.6. Staghdéntafaaféughedormii , starci den- tro a fare fuoco e dormire: indossare abiti troppo ampi (Roveredo Grig.). 9.7. Naaadormiial’óradigalinn , coricarsi all’ora delle galline: presto (Broglio), andèadur- mícunlangalinaes’alzèculchèntdalgall , an- dare a dormire con le galline e alzarsi con il can- to del gallo (Bondo [46]). 9.8. Durmídalaquarta(Balerna), ... durmíla quartadibigatt(Russo), dörmídragròssa (Son- vico), dormire della quarta/ la quarta dei bachi da seta/ della grossa: dormire saporitamente, a lungo; – durmífégnch’ucantalevaca , dormire finché canta la vacca: alzarsi tardi (Chironico); – uimarscissfòiöccdaldrumí , gli marciscono gli occhi dal dormire: poltrisce a letto (Airolo [47]); – udrumirüssaipéedaltrögn , dormirebbe ai piedi del tuono (Verz.), udromiréssinl’aqua , dormirebbe nell’acqua (Intragna), algh’ansóin caldurmiròvgióinunsólch , ha un sonno che dormirebbe in un solco (Poschiavo [48]): di chi dorme molto e con facilità; fuori della Svizzera italiana, a Suna, drumiidanöccdagnancasen- tiilamordüdadulpiöcc , dormire tanto profon- damente da non sentire nemmeno la puntura del pidocchio: modo di dire dei barcaioli. 9.9. Durmiitradüicussita , dormire tra due cuscini: essere tranquillo (Linescio), a Rovio an- che dromínsülacavézza , dormire sulla cavezza: pacificamente, essere sereno; durmísülapiüma , dormire sulla piuma: vivere negli agi, in tran- quillità (Stabio); – dromiicoiöccdialt , dormire con gli occhi degli altri: avere fiducia nel prossi- mo (Mugena), drumícoiéccdesóomama (Soaz- za), dormiiamòcoiéccdelpáedelamam(Rove- redo Grig. [49]), dormire (ancora) con gli occhi di sua mamma/ del papà e della mamma: vivere sen- za preoccupazioni. 9.10. Dormísulaféia(Bodio), drömiisulapaia (Someo), dormire sul fogliame/ sulla paglia: male, òdormídsunumbachètt , ho dormito su un basto- ne: male (Cama); – dormísüiass (Giornico), dormí- gnsurpaia(Brione s. Minusio), dormire sulle as- si/ sulla paglia: essere in prigione; a Poschiavo, dormísülapaglia , essere ridotto inmiseria. – Dru- miisüivücc , dormire sugli aghi: nella paura (Gor- devio), drömiicoiöccvèrt , dormire con gli occhi aperti: essere vigile, prudente (Vairano). 9.11. Dörmiiinpéi , dormire in piedi (Osogna), dormiisénzafassninaa , senza farsi cullare (Ca- rasso): essere molto stanco, amgh’avévadela- vorádistèllaistèll...elasiraigambianporta- vagnancapiúdelastrachèzzaeamdurmivainpé , dovevamo lavorare dall’alba al tramonto e la se- ra le gambe non ci reggevano neanche dalla stan- chezza e dormivamo in piedi (Grono [50]), stenöcc éibérumísénzacruetám , stanotte dormirò senza bisogno di essere cullato: sono stanchissimo (Isone). 9.12. Durmíinpée (Lugano), ...sülacavézza (Castel S. Pietro), dormire in piedi/ sulla cavez- za: essere lento, tardo, « etí,Pasquál,chiféas? Durmíassülacavézza?»«uncòrnu!...Mainsti stazzióndacitál’énacunfüsióncatacapissaspl® fòun’aca» , «e tu, Pasquale, cosa facevi? Cinci- schiavi?» «per niente! Ma in queste stazioni di città c’è una confusione che non si capisce un’ac- ca» (Poschiavo [51]); – a Breno, drömiiinsorba- dí , dormire sul badile: lavorare poco e di mala- voglia. 9.13. Dormiiarprimaostería , pernottare alla prima osteria: accontentarsi delle ricerche inizia- li (Mergoscia). 10. Sentenze, proverbi 10.1. Ranöccl’èfaciaperdormí , la notte è fat- ta per dormire (Leontica), vegliálalünaedurmí alsuualfanébénnéunúr , vegliare [al]la luna e dormire al sole non fa né bene né onore (Men- drisio), odobièelas≤énaodörmiisénzascéna , o piegare la schiena o dormire senza cena: se non si lavora non si mangia (Cavergno). 10.2. Inmârztudrumirössatsüisâss,tantdí canöcc , in marzo dormiresti sui sassi, sia di gior- no che di notte: la primavera concilia il sonno (Aquila [52]), marzeavrífabégndrumii , marzo e aprile fanno dormire bene (Olivone [53]), d’a- príll’èbèlldrümii , in aprile è bello dormire: si dorme volentieri (Aranno); – inavrí,bütèevíara s≤idélaenèeadrumii , in aprile, riporre la sco- della e andare a dormire: non si lavora dopo ce- na (Olivone), avrii,tachelárfusevaadrumii , aprile, appendi il fuso e va’ a dormire: la giorna- ta lavorativa è diventata più lunga e stancante e dopo cena non si fila più (fescoggia); – chidòrm almésd’agóstdòrmasécóst , chi dorme il mese d’agosto dorme a sue spese: chi non sfrutta il pe- riodo estivo per i lavori agricoli, pagherà caro la propria pigrizia (Poschiavo [54]), chich’adróm stèmbraeuciura,idrómtüttr’ânn , chi dorme in settembre e in ottobre, dorme tutto l’anno: chi è inoperoso nei mesi più impegnativi (per la rac- colta dell’uva e delle castagne) sarà ancora più pigro nel resto dell’anno (Prugiasco [55]).
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