Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana- Fascicolo 95
502 DOPIå DÒPO DOPIå (dop - á) v. Doppiare. V a r.: dopiá , dopiaa , dupiá , dupiaa ; dopièe (Ger- ra Gamb.), dupiè (Ludiano). 1. Raddoppiare, duplicare: paringanáicani dópiaisalt , per confondere i cani [le lepri] fanno doppi salti: prima di accovacciarsi (Melide [1]). – Addoppiare, unire due fili o due funi in doppio (Se- mentina, Gerra Gamb., Lug., Cabbio): dopièela còrdedalarèssighe , addoppiare la fune della se- ga (Gerra Gamb.). – Nel gioco dello scopone, aiu- tare il proprio compagno a realizzare una parti- colare carta, giocandone una che gli garantisca, in combinazione con quelle in tavola, un’analoga possibilità di presa, nel caso in cui la carta da lui calata venisse acquisita dall’avversario: agh’è sgi∑sètt,tríerè;ivécidaciapèultrí,tüduvévadu- piámulsètt,iscécas’ucèpasètt,méapòssfèqua- traetrísèttepurtècáulsèttbèll , ci sono in tavo- la sette, tre e re; invece di prendere il tre, dovevi doppiarmi il sette [giocando un quattro], così che se [l’avversario] avesse preso sette, io avrei potu- to fare quattro e tre sette e realizzare il settebel- lo (Ludiano). – Di uso più recente, sorpassare un concorrente, sopravanzare di un giro di pista o di circuito (generalm.). 2. Derivati radopiá, radopiaa , radupiá , radupiaa ; rado- biá (Leontica, circ. Giornico), radoblá (Poschia- vo), radoblè (Bondo), radöblèr (Stampa), radopiè (Osco), radopièe (Cavergno), radupiè (Ludiano), redopiá (Meride) v. 1. Raddoppiare, moltiplicare per due. – 2. Addoppiare, unire due fili o due fu- ni in doppio. – 3. Diventare doppio, crescere, au- mentare del doppio (Sonvico). 1. Plagérdivísisradóblan,dulúrdivísissmè- san , piaceri condivisi si raddoppiano, dolori con- divisi si dimezzano (Bondo [2]). It. doppiare , allotropo di ≠ dobiá , che è invece di tradizione popolare [3]. B i b l.: [1] O RTELLI T ARONI , CdT 13.10.1986. [2] P I - CENONI , Alm.Grig. 1938.101. [3] REW 2800, S ALVIO - NI -f ARé , Postille 2800, DEI 2.1382, DELI 2 494, N O - CENTINI 353, DEEG 529, DELT 1.1043. Galfetti dópia, dopiaríia, dopiéta, dopiétt, dopifacia ≠ dópi DOPIÓN (dop -G Æ) s.m. Doppione. V a r.: dopión , dupión , dupiún ; dobgión (S. Dome- nica), dobión (Lumino, Giornico, Brissago, Caviano, Lug., Roveredo Grig.), dobiún (Lugano), dubión (Ai- rolo, Bosco Lug., Grancia, Arogno). 1. Nel Luganese, pane a coppia, pagnotta for- mata da due pani uniti, del peso di mezzo, uno o due chilogrammi: arabotéghefattdaaondobión , alla bottega fatti dare una pagnotta da mezzo chilo (Breno); cfr. ≠ dópi , par. 1.13.1. e 6. 2. Castagna doppia, gemella (Lug., Meride). 3. Bozzolo a doppio filo, di qualità più scadente, formato da due bachi racchiusi assieme (Lumino, Brissago, Sonvico, Arogno, Rovio, RoveredoGrig.): idobióniègalèttdópi,smagée,iaipagaménodi altri , i doppioni sono bozzoli doppi, macchiati, li pagano meno degli altri (Roveredo Grig. [1]). 4. A Sonvico, dobión , addoppiatura. 5. filo addoppiato del ripieno, accavallatura: difetti del tessuto (Brissago, Caviano). 6. Ad Airolo, lotto, quantità di formaggio as- segnata come conguaglio nella ripartizione della produzione casearia al termine dell’alpeggiatu- ra: l’énfiórd’umprévad,mal’ar∑dabis∑gnun dubión , è un ottimo prete, ma avrebbe bisogno di alcune forme di formaggio: per irrobustirsi [2]. 7. A S. Domenica, lungo tronco d’albero. 8. Doppione, tessera del domino recante pun- ti uguali (generalm.). 9. Individuo falso, subdolo, ipocrita, bugiardo (Sigirino, Cimo, Arogno). Da ≠ dópi ‘doppio’, con il riflesso del suff. accr. - fi NE . Le var. con -p- , di trafila non popolare, nei Mat. VSI si sovrappongono a quelle con -b- specialm. nel SottoC., e sono le sole registrate per il significato al par. 8. Nel significato al par. 7., corrisponderà al cò dópi menzionato sotto ≠ dópial par. 1.13.2. B i b l.: C hERUB . 2.46. [1] R AVEGLIA 65. [2] B EffA 117. Galfetti dopmeddirásc ≠ dòpo DÒPO (d ä po) avv., prep. e cong. Dopo. V a r.: dòpo , dòpp , dòpu ; dópo (Medeglia, Ponto Valentino, Villa Lug.), dópu (Ponto Valentino, Po-
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