Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana - Fascicolo 96
8 DOTÓR DOTÓR distrettuale, che si reca in tutti i paesi del di- stretto a fare le vaccinazioni contro il vaiolo (Ro- veredo Grig. [4]). L’ordinamento sanitario tici- nese basato su condotte medico-chirurgiche fu istituito nel giugno del 1845 con un’apposita legge e un regolamento che ne prescriveva le mo- dalità di attivazione. Veniva prescritta l’esten- sione obbligatoria del servizio medico a tutto il Cantone mediante la suddivisione del territorio in una cinquantina di circoscrizioni e la crea- zione di altrettante condotte, comprendenti in- dicativamente tremila anime ciascuna. La legge prevedeva inoltre l’adozione della «condotta mi- sta», che garantiva la gratuità delle prestazioni mediche alle persone meno abbienti e l’obbligo per il medico di risiedere all’interno della circo- scrizione a lui assegnata [5]. Una rete viaria lacunosa, difficoltà di sposta- mento e carenza di servizi di trasporto costitui- vano ancora agli inizi del Novecento la principale limitazione per i medici condotti nel garantire una copertura sanitaria efficiente e capillare sul territorio, soprattutto agli abitati più discosti, dove la loro presenza tendeva a esaurirsi in spo- radiche visite mensili, come attesta la seguente testimonianza raccolta verso la metà degli anni Ottanta del Novecento sulla bocca di un’anziana di Mergoscia: «Il medico di Mergoscia a quei tem- pi era il dottor A. S. Quando lo si chiamava ve- niva da Locarno in bicicletta. Per chiamarlo, come nel caso della mia pleurite, si scendeva na- turalmente a Locarno a piedi. Salvo i casi ur- genti, in dicembre, gennaio e febbraio veniva due volte al mese, mentre durante gli altri mesi ve- niva una sola volta» [6]; per vigní s® on dotór dala strada indó ch’i pò ná coi caròzzo, o adèss coi au- tomòbbol, a vigní s® chilò o gh ua quasi on’óro de viacc e d’invèrn o capitava che per di dí intrígh l’è impossibbol da podé né ná né vigní da Sèlme . Cand vün o dovéve vigní trasportò a l’ospedá, a s dovéve portái gió a Sèlme con ono cadul o con ono slitti, e alóro … o podéve rüvá mòrt ala strada ca- regiabbol , un medico, salendo dalla strada per- corribile con le carrozze, o adesso con le automo- bili, per venire quassù impiegava quasi un’ora di cammino e d’inverno capitava che per giorni in- teri fosse impossibile andare e venire da Selma. Quando qualcuno doveva essere portato all’ospe- dale, bisognava trasportarli giù a Selma con una cádola o con una slitta, e allora poteva arrivare morto alla strada carrozzabile (Landarenca [7]), pénsi al póru dutúr … che l nava s® pai sbricch cunt ul cavall o a pé , penso al povero dottore che saliva per luoghi impervi con il cavallo o a piedi (Cabbio [8]), nói el dotór om el vedéva cand ch’o vegniva in vall a pescaa , noi il medico lo vede- vamo quando veniva in valle a pescare (Verz.). La popolazione veniva informata del suo arrivo in paese per mezzo di una campana e chi ne aveva bisogno si presentava di persona all’ambulatorio comunale per un consulto o lo mandava a chia- mare per una visita a domicilio. Le visite a do- micilio potevano anche essere richieste infilando un biglietto con il proprio nome in un’apposita cassetta, generalmente esposta al pubblico sulla facciata della casa comunale, denominata casséta dal dotór : ai dés da matina dal mercoledí a gh’éva ol dotór in condóta che l vegniva da Riva; e l ve- gniva s® col motorín, e lóra quan che l’óra lí i so- nava la campana, che i séva i gént che l rivava e sa fava vedé quaid®n , alle dieci di mattina del mercoledì arrivava il medico condotto da Riva S. Vitale; e giungeva in motorino, e allora in quel momento suonavano la campana, cosicché la gen- te sapeva che arrivava e qualcuno si presentava (Brusino Arsizio), o sóna dal dotór , suona [la cam- pana] che annuncia l’arrivo del dottore (Sonogno [9]), cfr. ≠ campana , par. 2.2.2. In riferimento a personale ospedaliero e alla specializzazione: dutór de guardia , medico di guar- dia: di turno (Auressio), prim dotór , primo dottore: primario (Soazza), clínichi de dutór , clinica medica (Chironico); dotór di fiöö , dottore dei bambini: pe- diatra (Rovio), dutúr di dònn , dottore delle donne: ginecologo, ostetrico (Davesco-Soragno), dotór di mètt , dottore dei matti: psichiatra (Brissago), dutúr epòsto , medico apposta: specialista (Se- mentina); dutúr di bésti , dottore delle bestie: ve- terinario (Viganello), v. inoltre, con lo stesso si- gnificato, la scherzosa definizione raccolta fuori del confine, dutúr bestiál , dottore bestiale (Mal- nate). Sono espressioni scherzose e sarcastiche rife- rite a medicastri: dotór di mè sciavatt , dottore delle mie ciabatte (generalm.), … da l’aqua fré- gia/ frésca , dottore dell’acqua fresca (Loc., Lug.), … di bésti , delle bestie (Gandria), … da Bièla , di Biella (Carasso), … di bordón , delle rape (Gerra Gamb.), … dra cispa , della cispa (Sonvico), … dal féman , delle donne (Cavergno), … dela gaghéta , della diarrea (Arogno), … der malva còta , della malva cotta (Brione Verz.), … do persci®m , del lattime (Giornico), … Rava (Pura)/ di rav (Brione Verz.), Rapa/ delle rape, dutúr di cai , dottore dei calli (Arbedo-Castione [10]), … da l’ungia incar- nada , dell’unghia incarnita (Bellinzona), … du pózz , del pozzo (Grancia), dotó di gamb di péuri , dottore delle gambe delle pecore (Palagnedra) e, fuori della Svizzera italiana, sulle rive del Ver- bano, dutúr di cavái , dottore dei cavalli (Suna). – In forma alterata, duturásc , medicastro (Gres- so), cfr. inoltre al par. 10.
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