Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana - Fascicolo 96
57 DRÙSA DRÙSA Nociole e Bedole» (1853 [12]); a Fusio si ha noti- zia di uno sfruttamento degli ontani a questo fi- ne, benché da parte di un solo abitante, durante la seconda guerra mondiale [13]; a Chironico si osserva che il carbón ded dròs brucia senza ge- nerare odori ed è molto ricercato. – I rami erano usati per il trasporto del fieno: i rónn, i carghèum s® süi dróus , i mucchi, li caricavamo sui rami di ontano (Ghirone); dai ramoscelli si ricavavano delle tòrt ed dróus , ritorte di ontano per legare le fascine (Leontica), e con essi si fabbricavano ra- mazze (Aquila [14], Cavergno). – A Camorino in- dica anche l’ontano bianco. 2. Altri significati 2.1. Qua e là, nella forma femminile (ad es. a Bedretto, Campo VMa. e in Verz. [15]) e in quella maschile (ad es. a Ghirone, Quinto e in Val Mag- gia [16]), indica il rododendro. 2.2. A Torricella-Taverne dròsa designa la rosa selvatica. 2.3. In qualche località il plurale assume il si- gnificato generico di ‘cespugli’ (Medeglia, Roba- sacco, Quinto, Campo VMa., circ. Mesocco): sbrutè dròs , pulire il pascolo dai cespugli (Quinto). 3. Locuzioni 3.1. Pèrdas int pai dròs , perdersi tra gli ontani: arrendersi alle prime difficoltà (Cavergno). – U m pias el mar ma a me s tachi ai dròs , mi piace il mare ma mi attacco agli ontani: preferisco restare sulla terraferma (Robasacco). – L’a s¥arbüzzú int pai dròs , è inciampato nei rododendri: ha la- sciato il seminario, ha abbandonato la forma- zione ecclesiastica (Bedretto), perché si è accorto di preferire le occupazioni terrene. 3.2. A Dalpe regióra di dròs , padrona degli on- tani: padrona che val poco. 4. Toponomastica Ul Dróus , boschetto ripido (Malvaglia, Aqui- la), Drausg , pascolo d’alpe (Soglio), Drau(n)s de fòra/ de dént , bosco (S. Maria); – i Dròs , pascolo coperto di ontani (Gerra Verz.), i Trós , zona erta con ontani, pascoli (Fescoggia), i Drós , alpe con una cascina (Biasca), Dròsen del Strècc , zona di ontani (Mesocco); – Pian dela dròussa , zona di ontani (Soazza), la Vall dol dráuns , valle (Lan- darenca), l’Oréll di dròus , costa con piante di ontano (Preonzo), la L∑ita di dròs , pascolo in pendio con rocce (Prato Lev.), la Còsta di dròs , pendio pascolivo (Castel S. Pietro, Casima); – in forma di alterato, i Drouséi dal Curtín , pendio (Preonzo), i Drosétt , pascolo con ontani (Iragna), Drosètt , bosco (Grono), Drausitt , pascolo sui monti (Cauco), Drosina , alpe (Lodrino), ul Dru- són , pascolo impervio ricoperto di ontani e felci (Torre, con il vicino ul Drusunètt ), Drosón dela Bòga , Drosón de Paina , zone di montagna (Ro- veredo Grig.) [17]. – Sono inoltre stati ricondotti a dròsa : al Trósa (Gordevio), in denominazioni ufficiali Poncione di Trosa e Cima della Trosa, vetta nei pressi di Locarno [18]; Drósse , Drossa, frazione [19], doc. 1296 « Drossa » [20] (Medeglia) e, forse, diversamente da quanto riteneva Gual- zata [21], Cavall Dróssa (Vaglio), ... Dròssa (Lo- pagno), montagna [22]. 5. Derivati drosada (SopraC.), drausada (S. Domenica), drosèda (Malvaglia, Ludiano), drusèda (Airolo) s.f. 1. Boscaglia di ontani verdi. – 2. Cespuglieto (S. Domenica). – 3. Colpo dato con un ramo di on- tano verde (Airolo). droséd s.m. Boscaglia di ontani verdi (Gerra Verz.). drosèe s.m. Boscaglia di ontani verdi (Laver- tezzo [23]). droséra , drosèra (SopraC.), dralzéra (SopraP. [24]), drusèira (Ludiano), drusèra (Riva S. Vita- le), drusére (Medeglia) s.f. 1. Boscaglia di ontani verdi (SopraC., SopraP.). – 2. Boscaglia, cespu- glieto, fila di siepi basse (Riva S. Vitale). 1. Toponimi: la Droséra da Dürágn , versante di valle invaso dall’ontano (Vira-Mezzovico), Dros- séra , pascolo d’alpe (Roveredo Grig., Lostallo) [25]. 2. Entra nel paragone l’è n camp mè na dru- sèra , è un campo da bocce come un roveto: vi af- fiorano ovunque sassolini (Riva S. Vitale [26]). La diffusione del termine occupa una vasta area al- pina e subalpina che, nell’Italia settentrionale, com- prende il Piemonte e la Lombardia giungendo fino alla Val di Fassa; è presente anche nelle parlate rom., nei dial. sv.ted., in quelli sv.rom. e in Savoia [27]. Con- tinua una forma * DRAUSA di origine prerom. ma co- munque assegnata (tranne che dall’Alessio) all’in- doeuropeo [28]; la derivazione di questa da una base idronimica * DRAVA [29] è ritenuta azzardata da Pel- legrini e zamboni [30]. Ci si chiede se non possa en- trare in linea di conto, come etimo remoto, la base ie. DERU - ‘albero’ [31]. Forme con l’alterazione dr- > tr- si incontrano anche fuori dalla SvIt. [32]. Per la fonetica delle varianti calanc. e breg. cfr. i calanc. páunsa , páunza , breg. palsa , palza , pèlsa , pèlza , var. di ≠ pòssa ‘sosta, fermata’ < lat. PAUSA ( M ) [33]. B i b l.: AIS 3.581-582; M ONTI 389, App. 35. [1] C hENEVARD , Catalogue 163-164, G EIGER , Bergell 39-40. [2] R AVEGLIA , Poesii e stòri 1.13. [3] M ANTOVANI , TCLoc. 4.3. [4] Arch.patr. Anzonico, trascr. CRT. [5] M AGGINETTI -L URATI 67. [6] V. anche B AER 2 56. [7] J EL -
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