Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana - Fascicolo 96
60 DRÜD DRÜLII Risale al gall. * DR ˘ TO - ‘forte’ [10], continuato an- che in vari dial. lig., piem. e (meno diffusam.) lomb. con significati analoghi a quelli raccolti nella SvIt. [11], oltre che nel galloromanzo e in it. [12]. Il signi- ficato di ‘fertile’ (par. 3.3.) si ritrova nel piem. dru ‘grasso, fertile (di terreno)’ [13]. Quanto al deriv. drü- disia (par. 5.), il cui suff. corrisponde all’it. -igia [14], cfr. gli ant. mil. « drueza », « drüeza » ‘condizione di vi- gore o di abbondanza’ (in Bonvesin) [15], ant. gen. « drueza » ‘rigoglio, prosperità, benessere’ [16]. B i b l.: C hERUB ., Giunte 78, 5.58, M ONTI 71, App. 35. [1] F OLETTI , Temp 24; v. anche F OLETTI , Campagna lug. 93. [2] L URATI , Dial. e it.reg. 49. [3] S ALVIONI , GSLI 42.377, Scritti 3.117. [4] G ALFETTI 140. [5] P EL - LANDINI , BSSI 17.108, S ALVIONI , Scritti 1.203; v. anche S ALVIONI , BSSI 18.36, Scritti 1.234. [6] L URATI -P INANA 223. [7] C ATTANEO , AMC 1971.98. [8] V. anche L U - RATI -P INANA 223. [9] S CAMARA 107. [10] REw 2779b, S ALVIONI -F ARé , Postille 2779b; G RzEGA , Rom.Gall.Cis. 165-166. [11] V. J UD , ARom. 6.326, DEI 2.1396 s.v. drudo 2 ; P LOMTEUx 1.312-313, REP 576, v. anche M ARRI , Gloss. Bonvesin 89. [12] FEw 3.164-167, DEI 2.1396, F ERRILLI , ESdP 359 ss. [13] S ANT ’A LBINO 507; v. inoltre FEw 3.166. [14] R OhLFS , GrIt. 3.1070. [15] TLIO s.v. drudezza , v. anche M ARRI , Gloss. Bonvesin 89. [16] F LEChIA , AGI 8.349, v. anche A PROSIO 2.1.424. Petrini drüdii, -disia ≠ drüd DRUDISNå (drudi ¿ ná) v. Piovigginare (Co- mologno). Term. documentato da una sola fonte [1]. – Andrà ricondotto alla famiglia che fa capo al germ. * BROD ‘brodo’: v. l’alto lev. sbrodè ‘piovere’, derivato dal dial. bròda ‘brodo’ (v. ≠ brodá 1 ), e cfr. i cam. gerg. bröda ‘pioggia’, ver. bródo scherz. ‘pioggia forte’, brò- do ‘pioggia intensa’ (Spinimbecco) [2]; nei riflessi gallorom. della stessa base sono ben documentati i passaggi semantici ‘brodo’ > ‘pioggia (fine)’, nonché ‘brodo’ > ‘nebbia’ (v. i fr. brouillard ‘nebbia’, brouil- lasse ‘nebbia leggera’) > ‘pioggia fine’ (così brouillas- se a Mouzon, dip. delle Ardenne) [3]. Partendo da un *brudisná (che si inserisce nella serie dei verbi at- mosferici formati con il suff. attenuativo -isná ‘-iggi- nare’ [4]), la dentale all’inizio della forma onserno- nese si spiega per assimilazione della cons. iniziale di parola alla cons. con cui attacca la seconda silla- ba [5]. B i b l.: [1] Cultura pop. 189. [2] G OLDANIGA 1.181, P ATUzzI -B OLOGNINI 25, LEI, Germanismi 1.1418.1-2. [3] S TEFFEN , Regen 111-112,135-136, FEw 15.1.298- 299. [4] V. L AzzARI , Fenom.atm. 27, R OhLFS , GrIt. 3. 1166. [5] R OhLFS , GrIt. 1.331. Petrini DRUGHÉTT (drug s t) s.m. Tipo di tessuto (Cab - bio, Muggio). Secondo quanto indicato dai corrispondenti lo- cali del VSI, a Cabbio il termine designa una «stof - fa di filo liscio fatta in casa, usata per il costume da donna», mentre a Muggio la cuérta da drughétt è una «coperta da letto di lana filata in casa e tes- suta con vecchi telai». – Doc.: «1 vestito di drogetto color cenerino» (Palagnedra 1771 [1]), «un vestito doregheto frusto vinato» (Dongio 1813 [2]). Dal fr. droguet ‘stoffa di lana a basso prezzo’, pro- babilm. tramite il lomb. droghètt ‘id.’ (v. anche, dal 1675, l’it. droghetto ‘id.’); questa stoffa, prodotta nella Francia settentrionale, si diffuse in effetti in Piemonte, nel Milanese, nel Bresciano e nel Bergamasco [3]. B i b l.: C hERUB . 2.58. [1] B IANCONI , Linguaggi 163-164. [2] C AMBIN , Ble- nio 71.78. [3] FEw 2.190, TLF 7.511, DEI 2.1395, D ARDI , LN 43.113, REP 575. Genasci DRÜLII (drül y ) v. Canticchiare, canterellare. Più precisamente: cantare sottovoce (Sonogno [1]), canticchiare senza parole (Gerra Verz., Fra- sco [2]). Non sarà da connettere con ≠ dról ‘strano; ridico- lo’, come sembra suggerire di sfuggita O. Lurati [3], bensì andrà considerato fra verbi come i lat. LALL º RE ‘cantare la ninnananna’, da ‘cantare lalla (della balia o della madre che addormenta il bambino)’ [4], ted. trällern ‘canticchiare’, da un onomat. trálla(la) [5]; al verbo verz. risulta vicina, in particolare, la var. it. con vocale alta trullallà di trallallà , interiez. usata «per intonare una melodia o per accennare una canzone di cui non si conoscono o non si ricordano le parole» [6]. La terza coniugazione in -ii < - Î RE è particolarm. pro- duttiva nei dial. verz., anche in corrispondenza di ver- bi che, nel lomb., appartengono alla prima [7]. B i b l.: [1] V. anche k ELLER , Rh 3.138. [2] L URATI - P INANA 93. [3] Cultura pop. 51. [4] w ALDE -h OFMANN , LEw 3 1.752. [5] P FEIFER 1826. [6] B ATTAGLIA 21.142. [7] L URATI -P INANA 75. Petrini
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