Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

87 ébeta ebréo ÉBETA (beta) s.m. ebete, idiota (arogno). It. ebete [1], con uscita in -a , probabilm. sul modello di idiota ; cfr. il cam. ébeta ‘id.’ [2]. b i b l.: [1] DeI 2.1408, DeLI 2 502. [2] G oLDanIGa 1.338. Galfetti ebreléri  ebréo EBRÉO (ebro) agg. e s.m. ebreo. V a r.: ebréll , ebrèll , ebréo , ebréu ; abréi (Calpiogna, Palagnedra), abréll (Cavigliano, Caviano, GerraGamb., sonvico), abréu (russo), ebrée (Lamone), ebréi (so- praC.), ebrèi (brissago), ebrèu (Poschiavo). 1. Contrariamente ad altre regioni svizzere, dove la presenza di comunità ebraiche è attestata in alcune delle principali città come san Gallo, basilea, soletta, sciaffusa, zurigo, berna, Ginevra già nella seconda metà del xII sec., in ticino la presenza di ebrei, provenienti dalla Lombardia, è documentata solo a partire dalla metà del Quat- trocento e assume caratteri diversi. nel 1455 un gruppo di borghigiani bellinzonesi, scavalcando le competenze del consiglio comunale allora in carica, scrisse una lettera al duca Francesco sforza di Milano sollecitandolo ad assecondare la richie- sta di due fratelli ebrei di potersi insediare nel borgo per «fare il bancho suo e prestare a li ho- mini de questa terra», ovvero aprire un banco di prestito, adducendo a motivazione il fatto che essi «farano grande conzo et servitio a questo paexe»; il duca esaudì i richiedenti e concesse ai due fra- telli il permesso di «venire a stare lì et fare quello possono l’altri ebrei nelle terre nostre» [1]. a Lu- gano, intorno a quegli stessi anni (1465-1470), avevano preso dimora Michele e Mandolino de rap, figli di abramo di Como, immigrati da Ca- podistria e commercianti di vino, forse apparte- nenti allo stesso ramo familiare stabilitosi a bel- linzona [2]; sempre dai documenti si ha notizia che nel 1477 esercitava pure a Lugano un «ange- lus ebreus physicus», medico esperto nell’ampu- tare membra [3]. si trattò quindi di presenze spo- radiche, occasionali, di insediamenti individuali sparsi, tali da non poter formare delle comunità. Passeranno secoli prima che nella città sul Ceresio si costituisca, il 20 maggio del 1918, l’unica Co- munità israelita della svizzera italiana. Con la re- visione totale della Costituzione federale del 1874, che concesse agli ebrei uguaglianza legale e piena libertà di eleggere il luogo di residenza [4], attirate forse dal fatto che fino a tale data il ticino, come unico cantone, non aveva conosciuto disposizioni contro gli ebrei e anche dal fatto che era più facile ottenervi un permesso di soggiorno o di lavoro rispetto ad altre città elvetiche, cominciarono ne- gli anni Dieci del novecento ad affluire a sud delle alpi, provenienti dal resto della svizzera e da altre nazioni europee, le prime famiglie ebrai- che, le quali si insediarono nel comune rivierasco, avviando attività commerciali nel settore del tes- sile, dell’abbigliamento, della biancheria da casa (negozi creati e gestiti da ebrei, che venivano coe- rentemente chiusi il giorno di sabato e nei giorni festivi ebraici, sono ben vivi nei ricordi dei citta- dini luganesi, con nomi quali «all’occasione», «al risparmio», «alla Convenienza», «Frirù» e «al buon Mercato», ancora esistente), ma anche nel settore alimentare, dell’antiquariato e della gioielleria. Costituita da uno sparuto numero di membri, la prima Comunità israelita luganese co- nobbe negli anni successivi alla prima guerra mondiale un blando incremento grazie all’arrivo in città di nuove famiglie provenienti da Germa- nia, Polonia, romania, russia, Galizia, arrivando a contare all’inizio degli anni trenta 19 membri (su un totale stimato di circa 200 residenti ebrei in ticino), e un massimo di 50 membri negli anni Cinquanta. Dal 1919 gli ebrei luganesi dispongono di un proprio cimitero, grazie a un terreno rice- vuto per legato. trovandosi fin dall’inizio e per lungo tempo in una precaria situazione econo- mica, la Comunità israelita non fu mai in condi- zioni di finanziare la costruzione di un vero e proprio luogo di culto. solo nel giugno del 1959, attraverso una raccolta di fondi iniziata a metà degli anni Cinquanta e grazie alle generose do- nazioni fatte dai suoi membri attivi nel commer- cio, fu possibile costruire e inaugurare una sina- goga. Fino ad allora l’esercizio del culto si svolgeva in un locale situato in via nassa, poi fu trasferito in un appartamento situato sopra un esercizio pubblico locale, il ristorante Venezia, mentre il mikwé (bagno rituale) era presso l’al- bergo kempler. nel 1960 venne fondata una nuova comunità, l’associazione ebraica del Can- tone ticino, di ispirazione più liberale rispetto a quella ultraortodossa della Comunità israelita, che però ebbe vita relativamente breve, scompa- rendo a distanza di qualche decennio. La comu- nità israelita di Lugano conta oggi solo venti membri attivi [5]. Pur essendo ben integrati nel tessuto sociale lu- ganese, i giovani ebrei sono stati talvolta oggetto di scherno da parte dei coetanei, in episodi che at- tengono più al folclore e allamalignità adolescen- ziale che ad altro. un affermato commerciante ebreo ricorda ad esempio che, conformemente al-

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