Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

89 ebréo eCeÒMo con om tòcch de pèll a quarciaa la vergógna, el gh’èra sémpro cinqw ghèi in man , è passato a piedi scalzi, senza camicia, con un pezzo di pelle a co- prirgli le pudenda, aveva sempre cinque centesimi in mano [18] (di qui il nome di Cincsòld , Cinque- soldi, con il quale è qui conosciuto, v.  cinch , par. 7.), e a rossa, in valle Calanca, dove fu visto da un giovane scendere dal colle denominato Cal- vari , vestito da calzolaio (secondo una credenza popolare era stato il calzolaio del signore [19]), con un grosso bastone e la barba lunga [20]. Pe- rennemente in viaggio, senza patria e senza fa- miglia, è diventato l’ipostatizzazione di un animo travagliato e irrequieto, tanto che di una persona vispa, frettolosa, sempre affaccendata e in movi- mento, che non trova terra ferma, si dice che l’è cumè (Mendrisio)/ l’é tant cu (soglio) l’ebréo erante , è come l’ebreo errante [21]. 6. onomastica 6.1. L’Ebréi , soprannome individuale (ascona [22]). 6.2. I Ebréi , soprannome degli abitanti di se- mentina [23] . 7. Derivati ebreléri s.m. Individuo avaro, taccagno (Luga- no). Dal lat. eccl. hebrāeu ( M ) ‘ebreo, giudeo’ [24]. – Le var. in - éll / -èll sono dei falsi sing. ricavati sul modello di fradéll / fradèll , - éi / - èi ‘fratello, -i’ e sim.: essendo l’appellativo usato per lo più al pl., la desinenza di ebréi / -èi è stata avvicinata all’esito pl. del suff. - ĕLLu e come tale riportata analogicamente al sing.; per con- tro le var. al sing. con uscita -éi / -èi risultano dall’epen- tesi di una  risolutrice di iato (come in Andréia ‘an- drea’, beiát ‘beato’ , idéia ‘idea’, teiatro ‘teatro’) e dalla successiva caduta della voc. finale [25]; a Lamone la forma * ebrejo sarà stata equiparata a una voce con suff. - arIu , donde l’adattamento in ebrée in base alla fonetica locale. – Il significato di ‘creatura non ancora battezzata’ (par. 3.1.) emerge pure nel friulano [26], mentre quelli al par. 3.2. attestano anche nella svIt. la circolazione di pregiudizi e stereotipi di lunga tradi- zione e vasta diffusione [27]. – L’espressione vin ebrèll (al par. 4.1.) si contrappone a quella più diffusa di vin cristián ‘vino cristiano’, attestato nel senso di ‘vino di- luito, annacquato’ ( cristián , par. 1.3.), con implicito riferimento alla pratica di batezá al vin ‘battezzare il vino’, ovvero ‘diluirlo con acqua’ ( batezá ). b i b l.: C herub . 2.60, Giunte 78, 5.58; v. inoltre s a - La , QoL 141.3-5. [1] tic.duc. 1.1.416,420; v. anche C hIesI , bell.duc. 92-97. [2] tic.duc. 2.1.556-557, 2.2.275-276. [3] M otta , PssCom. 5.18. [4] Dss 5.506. [5] Quanto precede, oltre che sulle fonti già citate, si basa su contributi apparsi in arte&storia 8.38, pp. 7-8 (C hIesI ), 10-15 (b oLLaG - h önIGsberG ), 16-17 (C aGLIo ); v. anche G aLLI , notizie 2.626. [6] b oLLaG , non è da me 72. [7] k eLLer , sopraC. 68.308. [8] bssI 16.153. [9] Dss 5.597, 8.54. [10] b assI , Poesie 134. [11] Cultura pop. 64,191, L uratI , Dial. e it.reg. 73 n. 121, 100-101. [12] a GLIatI , Collina d’oro 2.141. [13]Merav. 4.15 e 19n. 2. si riconduce probabilm. al nome dell’ebreo errante il soprannome individuale al Butadé documentato a Minusio da una bosinata di M. Martinoni del 1916, per cui v. rtt Minusio 184 n. 106. [14] DeeG 553, b ÜChLI , Mythol. 3.848, G aGGetta , alm.tic. 1938.178. [15] G aGGetta , alm.tic. 1938.177, v. anche Merav. 4.15-19. [16] C aVaLLInI C oMIsettI , alm.Malc. 1968.135, v. anche Merav. 2.215-216. [17] L uratI -P Inana 225. [18] b ÜChLI , Mythol. 3.848. [19] Cfr. asV, komm. 2.702. [20] b ÜChLI , Mythol. 3.949. [21] asV, komm. 2.705. [22] F rasa , ast 21.477,478. [23] r IGoLa , soprannomi 24, LsI 2.335, LsI-rID 540. [24] reW 4090a, DeI 2.1409, DeLI 2 502, P ratI , VeI 387-388, DVt 449, DesF 2.652, eWD 3.149, reP 583, DI 1.674-684. [25] s aLVIonI , ID 38.22, scritti 1.347. [26] F aGGIn 403, asLeF 3.420.1839 P. 38,105,122,131,212a, 213,215a. [27] F aLoPPa , Parole 21,25-34. Galfetti ECCÉLSIS (eččlsis) nella locuz.avv. in –, in estasi (brissago). Andaa in eccélsis , andare in estasi. Latinismo ripreso dall’incipit dell’inno liturgico «Gloria in excelsis Deo» ‘Gloria a Dio nell’alto dei cieli’ [1], con realizzazione rafforzata dell’affricata palatale che ne sottolinea l’alterità rispetto al codice dialettale; – la locuz. è attestata anche altrove, ad esempionel dial. valchiavennasco di Verceia accanto a vs fra in ečlsis ‘essere euforico, fantasticare’ [2]; con un recupero più ampio del testo di origine, v. infine, nella commedia cinquecentesca La Veniexiana , «a’ f’ menarò sta not in ‘gloria in exselcis ’» [3]. b i b l.: [1] b attaGLIa 6.932, encIt. 13.179b, b onFa - DInI , Latin. 164. [2] DeV 309. [3] La Veniexiana 57, b eCCarIa , sicuterat 58. Sofia ECEÒMO (ečemo) s.m. ecce homo. V a r.: eceòmo (Calpiogna, roveredo Grig.), ceòmo (sonvico). Immagine di Cristo portata in processione la sera del giovedì santo (sonvico); – nel paragone:

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