Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

100 eGItt éGra b i b l.: C herub . 2.61, M ontI 71. [1] b eretta , nügra 48. [2] G uzzonI , Ciciaràd 65. [3] P assarDI 110. [4] F ranzonI , Piante 185, cfr. P enzIG , Flora 1.71. [5] r IGoLa , soprannomi. [6] DeI 2.1430, LeI 1.980, DI 1.698. [7] LeI 1.980, b eCCarIa , sicuterat 177. [8] M ontI 71, L uratI , Modi di dire 53-61, Diz. mo- di di dire 258. [9] L uratI , Modi di dire 59, FeW14.44b. [10] C herub . 3.15, P enzIG , Flora 1.71. [11] Cfr. M ar - zeLL , Pflanzen 1.944. Genasci EGIZZIÁN (eǧizá) agg. e s.m. egiziano. V a r.: egizzián ; egezzián (Muggio), egizzièn (Calpio- gna). 1. Saradüra egezziana , serratura egiziana: tipo di serratura di sicurezza (Muggio); la pòrta l’a te- gníd fröcch, a gh’é s … na seredüra da qui vöcc, con la ciav tipo egizzián , la porta è rimasta salda, ha una serratura di quelle vecchie, con la chiave di tipo egiziano (Lodrino); – a Calpiogna, culòna egizzièna , tipo di colonna stretta alla base e larga in cima. 2. altri significati a Lumino, gnorri, finto tonto [1]. Dall’it. egiziano ‘dell’egitto’ [2]. – La serratura egi- ziana a cui alludono gli es. al par. 1. (cfr. fig. 11.-12.) pare simile a sistemi di chiusura costituiti da paletti di legno spostabili per mezzo di chiavi in uso in egitto e in Me- sopotamia già nel II millennio a.C. [3]. – L’accezione al par. 2. sarà da da collegare ad analoghe espress. con il senso di ‘fare lo gnorri, fare finta di non capire’, quali ad es. faa el mericán ‘fare l’americano’ (Lumino), o più in generale fá al forèst (russo), fá ro foresté (sonvico) ‘fare il forestiero’ (la locuz. fá l’indián ‘fare l’indiano’, dallo stesso significato, sarebbe invece da ricondurre allo stereotipo del nativo delle Indie occidentali che ap- pariva agli europei come sbalordito e trasognato [4]). b i b l.: [1] P ronzInI 50. [2] DeI 2.1430, DeLI 2 508 s.v. egizio , LeI 1.979. [3] Diz.antiq. 1010. [4] DeLI 2 762. Genasci ÉGRA (gra) s.f. sonnolenza, fiacchezza, pigri- zia (circ. tesserete). Ar gh’a ndòss on’égra, on poián ch’a r’è sè mèzz , ha indosso una fiacchezza, un’indolenza che ne sarebbe abbastanza la metà: è distrutto. Derivato in -a dall’agg. lat. aeGru ( M ) nel senso di ‘stanco, spossato’; per formazioni analoghe nei dial. della svIt. cfr. stüfa ‘seccatura, noia’ (Comano), da stüff ‘stufo, annoiato’, e fiaca ‘stanchezza, spossatez- za’, da fiacch ‘stanco, spossato’ [1]. – V. anche  égru . b i b l.: [1] Cfr. DeLI 2 575. Genasci Fig. 11. Vecchia serratura di tipo egiziano rinvenuta sulla porta di una stalla. Inserendo e sollevando la chiave, i suoi denti sollevano anche i fermi verticali che escono così dalle scanalature della spranga di legno orizzontale (nelle quali sono incastrati), sbloccandone lo sfilamento (da t oGnoLa , braggio 25; fot. r. stanga).

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