Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

103 éI éILa 2. Ó, vèi lá, férmi! , ehi, fermatevi! (sonvico), tiráigh al padrún cul rivòlvar: ma véi! , sparare al padrone con la pistola: ma oh! (Leontica [2]). 3. Uéi, Barbís, a i étt slifrèe tücc, i galinn , urca, Barbís , le hai divorate tutte, le galline (bedigliora [3]). V. inoltre  éila , éiti Inter. primitiva diffusa nel panorama indoeuropeo [4]. – Per la locuz. faa éi ‘fare attenzione’ di Cavergno (par. 4.), cfr. altre inter. usate in costrutti con il verbo ‘fare’ nella svIt., ad es. fá viva ‘brindare’ (da viva usato come formula di augurio), fá altolá ‘comandare, farsi valere’ (da altolá che esprime un comando di fermata). – accanto ai composti eibái ed eibò (par. 5.) esistono anche i tipi aibái ( ai 1 ) e oibò [5]. – Il tipo oéi (par. 5.) è formato con l’inter.  ó , usata anch’essa come forma di richiamo (cfr.  é 2 , par. 1.2.) [6]. La -v- pre- sente in alcune var. potrebbe costituire un suono epen- tetico inserito per facilitare la pronuncia dello iato; in tal caso, le var. con v- avrebbero subito in un secondo tempo la caduta della voc. iniziale [7]. Infine, si noti che accanto ai composti  éila , éiti (con ritrazione dell’accento che ne dimostra l’ormai completa lessi- calizzazione), ricorrono ancora spesso le forme éi lá , oéi lá , oppure éi tí , oéi tí . – Il detto o fénn o fa uéi lá ‘fai una cosa oppure l’altra’ (par. 5.) sarebbe motivato da un aneddoto secondo cui una donna di soglio, giunta con un’amica sull’uscio di un tale di Castasegna a cui avrebbe dovuto consegnare una pecora, avrebbe posto la sua accompagnatrice di fronte a questa scelta, per intendere che una di loro avrebbe dovuto occuparsi di foraggiare la pecora con del fieno e l’altra di entrare a chiamare il padrone di casa. b i b l.: C herub . 2.61, M ontI 71. [1] DosI 5.208. [2] b eretta , nügra 50. [3] k eLLer , aLug. 180. [4] DeI 2.1432, DeLI 2 509, n oCentInI 368; cfr. P okorny , IeW 1.297, k LuGe -s eeboLD 167. [5] LsI 1.52, 3.620. [6] Cfr. DeeG 1593. [7] Diversamente in DVt 1385. Genasci ÈI () avv. sì, forma di affermazione. V a r.: aèi (Maggia), éi (Cavergno, Comologno), èi (Menzonio, Landarenca), èih (sopraP. [1]). «Alóro t’è capíd comè fá?» «èi èi!» , «allora hai capito come fare?» «sì sì» (Landarenca), éi, siü - ra , sì, sicuramente (Comologno). si tratterà di un’inter. primitiva, che si riscontra ad es. anche nello sl. jej [2]; la var. aèi di Maggia sarà stata ulteriormente rafforzata da a- (per cui cfr. il tipo aé , rispetto a é , usato come forma di affermazione). b i b l.: [1] s taMPa , bergell 74. [2] s aLVIonI -F aré , Postille 228, W aGner , Des 1.487, LeI 1.1389-1390, DrG 8.31, DeeG 230, DeLt 1.1335. Genasci ÉIA (a) inter. esorta a guardare, richiama l’attenzione. V a r.: èa (Mesocco), éia (Cavergno). Éia cu iglió! L’a fècc na sblagada , guarda quello! ha fatto una spacconata! (Cavergno [1]); – anche per schernire: èa èa, el gh’a paghéra dela másche- ren! , guarda guarda, ha paura dellemaschere! (Me- socco [2]). si tratta probabilmente dell’inter. lat. ēIa (con la var. hēIa ) che può esprimere, oltre a sorpresa, incita- mento ed esortazione; ad essa si rifanno anche gli a.it . eia , sic. ièia , nonché gli sp. ea , port. eia , a.fr . aie e prov. eia [3]; il logud. eá è stato per contro considerato da Wagner come inter. primitiva, la cui riconduzione al lat. ēIa è incerta [4]. b i b l.: [1] M artInI , Poesie 86.136. [2] L aMPIettI b a - reLLa 94. [3] G eorGes 913; reW 2832, C oroMInas 2. 211, tLIo s.v. eia , DeI 2.1432, s abatInI -C oLettI 827, Vocab.sic. 2.372. [4] W aGner , Des 1.484. Genasci eibái, -bò  éi èido  áina ÉILA (la), UÉILA (la) inter. 1. Forma di richiamo e saluto. – 2. esprime monito, rimpro- vero. – 3. esprime sorpresa, ammirazione. V a r.: éila , éla ; – véila ; ovéila (bironico), uéila (airo- lo, Linescio, Loc., sottoC., breg.), uéla (Loc., sottoC., brusio), uvéila (russo), vuéila (Gorduno). 1. Forma di richiamo e saluto: uéila, farmévas! , ehi, fermatevi! (Linescio), éila, cun chi ti pèrl? , ehi, con chi parli? (auressio), uéla lí, cum’èla? , ciao, come va? (Lugano). 2. esprime monito, rimprovero: ma uéila, «at- tenzione al cane» al gh’èra süla spizzada , ma ehi, «attenzione al cane» c’era scritto sullo steccato (Poschiavo [1]). 3. esprime sorpresa, ammirazione: uéla, n’ém fai da cadavar, stassira! , urca, ne abbiamo fatti di cadaveri, stasera: abbiamo scolato numerose bot-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=