Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

112 ÈLera eLétrICh GLIe 2.304, P eDrottI -b ertoLDI 185, b aLDraCChI 191; cfr. inoltreaIs 3.619P. 139,236,249,259, s taMPa , Lessico 76. [19] DeI 2.1451. [20] aIs 3.619 P. 22. Galfetti ELÉTRICH (eltrik) 1. agg. elettrico. – 2. s.m. elettricità. V a r.: elétrich ; alétrich (Chiasso), elétrech (Leonti- ca), elètrich (someo), létrich (sementina). 1. Come aggettivo, elettrico (generalm.): quand i nava a fá stúa d’invèrn … l’èra scur, gh’èra miga la lus elétrica e la straden l’èren a na quai manéira , quando andavano a veglia, d’inverno, era buio, non c’era la luce elettrica e le strade erano in uno stato pietoso (Mesocco [1]); – le fiama létriga , la fiamma elettrica (sementina), la lampa elétrica , la lampada elettrica (bondo [2]): la lampadina; gh’è saltaa l’impiant elétrich , è saltato l’impianto elettrico (Morcote), l’a mía dasmetd da fiuchè, u faséva spavént, u i éva nècc èna la curént elétrica e i tuchévum pizzè i andér e i centilénn , non smet- teva di nevicare, faceva spavento, era persino sal- tata la corrente elettrica e dovevamo accendere le candele e le lampade ad acetilene (airolo [3]); – sta elétrica , stufa elettrica (Pregassona), rèssia ca va cula fòrza elètrica , sega mossa dalla forza elettrica (someo); ul tram elétrich , il tram a elet- tricità (balerna), se el savéssa quantu quistioná i ann facc chèst invèrn per la feruvía elétrica , se sa- pesse quanto litigare hanno fatto quest’inverno per la ferrovia elettrica: la bellinzona-Mesocco, inaugurata nel 1907 (Mesocco [4]). 2. Come sostantivo, elettricità, luce (gene- ralm.): in cá nòssa l’elétrich um l’a met domá in cüsina e in d’ona stanza , in casa nostra l’elettricità l’abbiamo installata soltanto in cucina e in una stanza (Corticiasca [5]), pizzá l’elétrich , accendere la luce (Isone); a gh’ò da pagá or elétrich , devo pa- gare la fattura per il consumo dell’elettricità (Va- glio). 3. In ticino la luce elettrica si accende per la prima volta nel 1889 grazie alla costruzione della piccola centrale idroelettrica costruita nei pressi della cascata della Piumogna: Faido è il primo co- mune ticinese (e il settimo svizzero) a beneficiare dell’illuminazione artificiale; la seconda centrale, costruita negli anni 1888-1889, è quella della Val- mara che il 26 marzo 1890 permetterà di inaugu- rare la funicolare del monte s. salvatore [6]. a bellinzona l’elettricità viene introdotta nel 1891, a Lugano nel 1907 [7], a Locarno nel novembre del 1904 con l’entrata in servizio della centrale di Ponte brolla che, di lì a qualche settimana, per- metterà di illuminare anche brissago, Losone e Muralto [8]. InVal Poschiavo, nel 1907 si inaugura la centrale di Campocologno, all’epoca «l’impian- to idroelettrico più importante del continente eu- ropeo» [9]. a Isone, stando alle notizie del corri- spondente locale per il VsI, compare in alcune case nel 1910; l’informatore di Leontica rileva che la « lucelétrica si va introducendo anche nelle val- li»; a questo proposito si noti che nel 1910, al mo- mento dell’avvio delle inchieste per il VsI, il que- stionario n. 7 chiedeva di indicare il nome della «lampadina elettrica (dove c’è)». aLurengo, frazione di Quinto, l’elettricità giun- ge all’inizio del 1916; lo testimonia, quasi in presa diretta, una lettera di eugenia jelmini al figlio Luigi a Lucerna: «domani sera c’è a Lurengo una festa danzante alla rimessa del ristorante Fry, in occasione dell’inaugurazione della luce elettri- ca» (11 febbraio 1916 [10]), la lüs elétrica l’ém metüda in dal milanöfcentdersètt, se a ma sbagli miga , la luce elettrica [in casa] l’abbiamo messa nel 1917, se non mi sbaglio (Pregassona [11]). nella Val onsernone giunge tra il 1915 e il 1925: a russo, per esempio, quando arriva l’elettricità nel 1922, al papá l’éra in Ulanda, alura la mam la ’a scri ch’i matèva la lüs elétrica, s’a la pudévum métt; l’è rivada che ’éva desdòtt ègn , il papà era [emigrato] in olanda, allora la mamma gli ha scritto che avrebbero messo la luce elettrica e se potevamo allacciarci; è arrivata che avevo diciot- to anni [12]. nel corso del decennio successivo l’erogazione di corrente elettrica raggiunge gradualmente tut- te le località della svizzera italiana: in Val Calan- ca, l’iniziativa prende avvio nei primi anni trenta grazie a una piccola centrale che rifornisce, in un primo tempo, il comune di rossa [13]; a rasa l’e- nergia elettrica arriva nel 1928, a Palagnedra (nel- la piccola frazione di bordei) nel 1930 [14]; a Cor- ticiasca nel 1931 [15]. L’erogazione sarà condizionata da carenze di tipo tecnico per almeno altri vent’anni: gli im- pianti sono piuttosto semplici e gestiti localmente (quando non individualmente) e dunque in grado di produrre una quantità ridotta di elettricità e quasi mai in modo continuativo: quan ch’a séva pinina om gh’éva miga i prés in cá: om tirava vía ra lampadina, m tacava lá r ladro e s podéva stirá co r’elétrich , quand’ero piccola [attorno al 1940] non avevamo le prese in casa: si svitava la lampa- dina, si collegava una spina multipla e così si po- teva stirare sfruttando l’elettricità (Vaglio [16]), te tacavet el fèr da stir al saltava, gh’éva s n limi- tatr …; r’elétrich da Lügán l’è rivá n dal sessantad ,

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