Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

119 éMbro eMorÒIDI paraa r’émbro s’am da tignèe in stala i áuri , dob- biamo preparare il riparo della mangiatoia se vo- gliamo tenere le capre in stalla (biasca [1]). Ci si chiede se la voce possa essere ricondotta al gr. émbolos nel senso di ‘sbarra, stanga di una porta’ (e più generalmente ‘qualunque cosa appuntita facile da in- trodurre’) [2], il cui significato si avvicinamolto a quello di biasca e di olivone; sebbene non sia chiaro quale sia la trafila che ha condotto il grecismo nella svIt., si tenga presente che esso era penetrato anche nel lat. tardo eMboLus ‘pistone di una pompa’, responsabile a sua volta ad es. dell’it. embolo ‘stantuffo’ (di trafila dotta e ormai obsoleto), ma anche ‘oggetto di forma conica destinato a impedire la fuoruscita di un liquido da una vasca’ in un’attestazione ottocentesca [3]. b i b l.: [1]M aGGInettI -L uratI 89. [2] L IDDeLL -s Cott 410. [3] DeI 2.1458, b attaGLIa 5.117. Genasci EMBUSCIONADA (embušonáda) s.f. Imbro- glio, inganno, fregatura (Lumino [1]). Deriv. di embuscionaa ‘mettere il turacciolo, tappa- re’ e ‘imbrogliare, raggirare’, verbo registrato dalla stessa fonte, che va a completare il quadro delle var. e dei significati di  büscioná ‘tappare’ [2]; per l’aspetto semantico cfr., sotto quest’ultimo verbo, vèss imbü- scioná ‘essere in trappola’ (bogno). b i b l.: [1] P ronzInI 51. [2] Cfr. ora LeI, Germani- smi 1.1628. Petrini EMBUZASS (embużás) v. 1. rannuvolarsi, ini- ziare a tempestare (Lumino). – 2. entrare in di- saccordo, inimicarsi (Lumino). riportato da un vocab. locale edito nel 1991 [1], è un parasintetico da büza nel significato di ‘maltem- po, burrasca, pioggia senza fine’ (par. 1.) e in quello fig. soprac. di ‘lite, disaccordo, dissapore’ (par. 4.) [2]. b i b l.: [1] P ronzInI 51. [2] V. ora LeI 6.779,782-783. Petrini ÉMO (mo) avv. sì, certamente, forma di affer- mazione. V a r.: émo (sobrio, Faido, VMa.), èmo (biasca), ému (Malvaglia, Lev.). «Ti sé mò mía nècia a pruéd?» «ma ému, sém péna nicia indré!» «non sei ancora andata a far la spesa?» «ma certo, sono appena rientrata!» (ai- rolo), «chéll l’é ul giatt ded Tinèto?» «ému!» , «quello è il gatto di tinetto?» «certo!» (Chironico); – appare spesso rafforzato da altri elementi di va- lore analogo: èmo fran che ra stòria la sta inscí , ma certo che la storia è andata così (biasca [1]), émo sí , certamente (Fusio), èmo gèe , sì già: natu- ralmente (biasca [2]). similmente al sardo èmmo ‘sì, certamente’, la voce sarà il riflesso del lat. ĭMMo che, nel parlato, introdu- ceva una risposta con lo scopo di rettificare, esprimen- do il valore di ‘anzi, al contrario, perfino’, ma anche di ‘sì, senza dubbio, ma certo’ [3]. Quanto alla conserva- zione di -o , v. forse  èco . b i b l.: [1] M aGGInettI -L uratI 89. [2] M aGGInettI - L uratI 89. [3] reW 4288, W aGner , Des 1.489; cfr. e r - nout -M eILLet , DeL 4 310, b IanChI -L eLLI 184. Genasci EMORÒIDI (emordi) s.m.pl . emorroidi. Va r.: emoròid , emoròidi , emuròid , emuròidi , moròid , moròidi , muròid , muròidi ; morói (Carasso, Lug.), moròi (Loc., Gandria), moròin (Cavigliano), moròini (arogno), murói (Lug., Mendr.), muròi (Linescio). Patii i moròid , soffrire di emorroidi (Camigno- lo), moròi che s’ciòpa , emorroidi che scoppiano: provocando emorragia (brissago); – fig., quale commento gridato al giocatore da chi assiste a una partita a bocce: la gh’a i murói , ha le emorroi- di: di boccia che va adagio (sottoC. [1]). È l’it. emorroidi [2]. Fra gli adattamenti alla fonetica dial. si osservano: l’aferesi dell’iniziale e- , che caratte- rizza la maggior parte delle varianti sv.it ., rinvenibile nei dial. di tutta Italia [3] (ma anche in molte forme ant., a partire dal xIV sec. [4]); la concomitante sop- pressione di -i , che si ritrova sporadicam. in Lombardia e nel Piemonte occid. [5]; la successiva caduta della -d finale, esaminata da Lurà in riferimento alla forma mendr. murói [6], ma di diffusione per lo meno sottoc.; la possibile assimilaz. di m-d > m-n , promossa dal tratto nasale del primo elemento, nelle var. moròin(i) di Cavigliano e di arogno (ma vedi più sotto). Gli effetti dei fenomeni puram. fonetici menzionati andranno tuttavia integrati con fatti di natura lessicale. bracchi ipotizza un intervento paretimologico di moro quale indicazione cromatica [7], che si affiancherebbe dun- que alla spiegazione aferetica. rispetto alla vocale ton. posteriore medio-bassa dell’atteso muròi , l’anomala medio-alta in murói , documentata anche in alcuni punti lomb. non lontani dal territorio elvetico [8], sug- gerisce l’influsso secondario di  morón ‘frutto del gelso’, derivato con il suff. - ōne ( M ) dai lat. Mōru ( M ) n.

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