Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

124 énDIGh énDro 2.3. a brissago e Losone, ecchimosi, livido. 2.4. a bironico, éndigh inturn ai öcc , occhiaie, infossamenti di colore scuro sotto gli occhi. 2.5. a soazza, sporcizia: quèsta téla la tégn l’én- digh , questa tela trattiene la sporcizia: non diven- ta pulita, savé da éndigh , odorare di sporco: delle stoviglie mal lavate. Dal lat. ĭnDICu ( M ) ‘indiano’, poiché la sostanza colo- rante azzurra, ricavata dalle foglie di alcune specie del genere Indigofera, proveniva principalmente dall’In - dia [6]; – le forme con in- derivano o sono influenzate dall’it. indaco e sono attestate solo nel significato agg. e sost. di ‘indaco; colore indaco’ (par. 1.1., 2.1.); tale senso è veicolato inoltre dalle var. éndagh , éndegh , én- digh , rispettivamente a soglio, sonvico, Poschiavo ed éndi [7] nel circ. di Giornico. – « Endegi seu bagadeli » citato nell’ultimo doc. al par. 2.1. farà riferimento a una qualità di indaco importato da bagdad, attestato in for- me it. ant. come « indico di Bagade », « indaco baccadeo » e numerose altre [8]. b i b l.: C herub . 2.63-64, M ontI 72. [1] G aLFettI 143. [2] L aMPIettI b areLLa 157. [3] s antI , QGI 48.304, cfr. 297. [4] ast 6.99. [5] stat.dazi Lug. 30. [6] DI 2.437-441, reW 4377, s aLVIonI -F aré , Postille 4377, DeI 3.1999, DeLI 2 760, n oCentInI 564, DeLt 1.1067, DeeG 536-537, cfr. encIt. 18.1002-1003. [7] F ransCInI , Vocab.lev. 20. [8] DI 1.178, 2.440, cfr. DeI 3.1999. Sofia éndra, -drám  éndro ÉNDRO (ndro) s.m., ÉNDRA (ndra) s.f. Pian- ta e frutto del sorbo montano, sorbus aria (L.) Crantz. V a r.: s.m. édra (torre, Largario, olivone), èdra (aquila, olivone), éndra (Campo ble., Ghirone), éndro (Pollegio, Giornico, Cavagnago), èndro (biasca), éndru (Lev.), éndul (Chironico); – s.f. éndra (anzonico, Cal- piogna, Faido, osco), éndre (Cavagnago). 1. Bósch d’éndul , bosco di sorbi (Chironico), par prim u taiòu un éndru che a gh’èri sgiá indugiòu d’un pézz , dapprima ho tagliato un sorbo che ave- vo già adocchiato da un pezzo (sobrio [1]), cui pòuri còri a curan sa gh’è sú amò quai punciréi sui frascianitt e sui éndri da ná a pizzá vía , quei poveri corvi guardano se sui sorbi degli uccellatori e sui sorbi montani ci sono ancora delle bacche da bec- cuzzare (sobrio [2]), maiè i éndri cumè i driss , mangiare le sorbe come le cesene (Calpiogna); ol moiatt l’è nacc da r’èndro , il vitello è andato al sor- bo: detto di animale precipitato, in località Fonta- na (Val Pontirone), in direzione di un determina- to sorbo (biasca [3]), per cui cfr. al par. 2. – Il legno della pianta era particolarmente apprezzato e in- dicato per la sua durezza nella fabbricazione di oggetti o parti di macchine soggetti a sfregamen- to, quali blocchi di pialle, pattini di slitte, gioghi, denti del lubecchio o  cöngh, sorta di navette con cui si fissavano le funi usate per legare i fasci di fieno o altri carichi sui mezzi di trasporto; – a biasca (ma probabilmente anche altrove, data la somiglianza delle due specie arboree), la denomi- nazione indica anche il sorbo degli uccellatori, sorbus aucuparia L. [4]. – Con il plurale si indica- no le infruttescenze globoidali a grappolo; esse ve- nivano a volte raccolte ancora acerbe e fatte ma- turare sotto la paglia o il fieno: s t’ö fè madürè i éndri, métai ilu radasí ’u ös , se vuoi fare matura- re le sorbe, mettile nel guaime che sta fermentan- do (airolo [5]). essiccate e macinate, le sorbe for- nirono in passato, specialmente in periodi di grave penuria alimentare, un surrogato della fari- na con cui si preparava il cosiddetto pan d’édra (ble.)/ d’éndri (Lev.), un pane duro, pesante e di grana scura [6], il cui ricordo emerge ancor vivido dalle testimonianze dei corrispondenti del VsI e di altri informatori. Quello di olivone ricorda inoltre l’usanza di ingrassare i maiali con sostan- ziosi beveroni a base di farina d’édra . 2. toponimi R’Èndro , prato con una pianta isolata cresciuta su un masso sporgente, a valle dell’insediamento di Fontana (biasca), l’Éndra , prato consorbo (osco), Éndru , insediamentomontano inVal d’ambra (Per- sonico), ra Pèzza dr’èdra , costa prativa in cui cre- scono dei sorbi (torre), al Sasc da l’éndro , bosco di larici al limite della zona dei pascoli (Cavagna- go), i Zapéi da l’éndre , vasta area boscosa di piante resinose a circa 1800 m di quota (Cavagnago) [7]. 3. Derivati andrina s.f. Frutto del sorbomontano (Ghirone). endrám agg., unicamente nella sentenza ènn endrám, ènn da fam , anno con molte sorbe, anno di fame (osco). ha la stessa origine di  dénero ‘sorbo montano’, forma dalla quale éndro si sviluppa per sincope della voc. postonica, inserzione di una d epentetica (come in géndro e téndro , var. di  génar ‘genero’ e ténar ‘te- nero’, v. anche scéndra ‘cenere’) e discrezione della cons. iniziale, sentita probabilm. come preposizione. Difficoltà crea l’assenza di n in alcune var. blen., un’a- nomalia che già appariva problematica al buchmann [8]; non essendo praticabile l’ipotesi di un’origine

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