Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana
137 EPIFANÍA EPIFANÍA l’interno della cella campanaria dai ragazzi inca- ricati di suonare le campane a festa [74]; inoltre, in ogni famiglia si cuoceva la torta di pane. 1.6.3. Torta dei re Magi Importata dalla Svizzera tedesca e consumata quasi ovunque anche nella Svizzera italiana a partire dai primi anni Cinquanta del Novecento [75], la tórta di rè Magi , torta dei re Magi, è un dol- ce composto da una pagnotta centrale decorata con scaglie di mandorle e granella di zucchero e da otto pagnottelle disposte intorno. All’interno di una delle otto micchette si nasconde un minu- scolo re di plastica: la tradizione vuole che chi lo trova nella propria porzione venga designato re della giornata, indossando la corona di carta ven- duta unitamente al dolce. 1.7. Svaghi e giochi La presenza a casa degli emigranti e l’atmosfe- ra di intimità che contrassegnava il periodo delle festività natalizie erano fattori che invitavano a trascorrere momenti all’insegna della convivia- lità e dell’intrattenimento, alimentando nel con- tempomanifestazioni filantropiche e slanci di ge- nerosità nei confronti dei meno fortunati. 1.7.1. Giochi di società Nella Sopraporta, al dí da Bavanía la giuvantü- ra l’as truvèva insémal e fèr qualci giögh , nel gior- no dell’Epifania la gioventù si ritrovava in com- pagnia per dedicarsi a qualche passatempo [76]. Generalmente erano le ragazze che invitavano i giovani, contraccambiando in tal modo le feste da ballo e le corse in slitta offerte da questi nel giorno di S. Stefano o per capodanno; v. anche ba- vanía . – AVezio, per suggellare la festa gli uomini si trovavano all’imbrunire per giocare alla morra o a carte [77]. 1.7.2. Tombola La tombola è uno dei passatempi più caratteri- stici delle festività natalizie: organizzata da asso- ciazioni varie per scopi societari o benefici, que- sto gioco di società è tuttora molto in voga. 1.7.3. Recite e concerti Nei villaggi si tenevano recite messe in scena, in genere, dalle filodrammatiche locali [78], anche se non era infrequente trovare in cartellone nomi di compagnie provenienti da altri distretti. Le rap- presentazioni avevano luogo negli oratori o in pic- cole sale allestite per l’occasione: mí a gh’ò inmént bén che… a sév’un fiöö: i balava para Püfanía, dòpp ara comédia , ricordo bene che… ero un bambino: per l’Epifania ballavano, dopo la commedia (Vezio [79]). Anche gli allievi delle scuole si impegnavano a mandare a memoria poesie, canzoni o drammi da proporre al pubblico; a Roveredo Grig., oltre alla rappresentazione teatrale da parte degli sco- lari, la sera del 5 gennaio c’era l’estrazione di due lotterie,mentre il giorno dell’Epifania era dedicato alla distribuzione gratuita di abiti, dolci, arance e quaderni ai poveri e agli scolari [80]. ACorzoneso un tempo si tenevano il teatrino e le recite dei ra- gazzi, seguiti dalla consegna di un cartoccio di carta colorata contenente noci e arachidi o una collana di castagne affumicate [81]. Negli ambienti borghesi il periodo dell’Epifania era destinato alle cene sociali e ai balli, secondo i gusti delmomento; si organizzavano concerti e se- rate danzanti, come ad esempio il «ballo della Be- fana» al Caffè Huguenin di Lugano, nel 1930, o quello al Kursaal di Locarno, nel 1940 [82]. Inoltre, si recitava nelle sale degli alberghi e in altri luoghi di ritrovo di stampo invece piùpopolare [83]; spes- so alle rappresentazioni era abbinata una raccolta di fondi: prendono così avvio numerose azioni di solidarietà nei confronti degli indigenti, delle quali si ha testimonianza anche e soprattutto per i pe- riodi attorno alla Prima e Seconda guerramondia- le. Queste dimostrazioni di generosità andavano dalle collette (come il «dono dell’Epifania dei cat- tolici svizzeri»per le parrocchie bisognose, istituito a partire dal 1908 [84]) agli intrattenimenti di be- neficenza promossi da persone private oppure da vari enti e associazioni. 1.7.4. Competizioni Dal 2000 si tiene a Brissago la nodada dela Be- fana , la nuotata della Befana: un’impresa nella quale i partecipanti devono cimentarsi su una di- stanza di 80 metri, senza muta, tuffandosi nelle acque del Verbano dal nuovo porto comunale. 1.8. Aspetti magici Al periodo che intercorre tra il Natale e l’Epi- fania, fortemente caratterizzato, nell’immaginario popolare, da componenti soprannaturali e arcane, erano legate diverse credenze e superstizioni. Sul- l’arco dei dodici giorni tra il 25 dicembre e il 6 gen- naio, le dodici nottimagiche, si verificavano innu- merevoli incantesimi; inoltre, si credeva di poter ricavare indizi circa la realizzazione di avvenimen- ti futuri. 1.8.1. Eventi prodigiosi Durante la notte del 5 gennaio potevano suc- cedere fenomeni inspiegabili: si raccontava che le fontane versassero vino oppure olio e che le be- stie, dentro le stalle, acquistassero la facoltà di parlare; si diceva inoltre che chi avesse attinto quel vino o quell’olio sarebbe finito in un burrone e chi avesse ascoltato i discorsi degli animali sa- rebbe morto entro l’anno [85]. 1.8.2. Divieto di filare Nelle notti più lunghe dell’anno si riteneva si muovessero figure misteriose, dotate di poteri so- vrannaturali che usavano soprattutto con scopi punitivi; in particolare, queste creature vigilava-
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