Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

148 ÈRA ÈRA 1.2.1. In alcune località ticinesi, all’interno del- l’area sopraindicata, emoesane la trebbiatura ave- va luogo in edifici e in locali, spesso impiegati an- che come granaio e pagliaio. Ad Arosio, per esempio, con èra si designava un fabbricato a due piani appositamente co- struito per la lavorazione del grano: sopra si met- tevano i covoni a essiccare e sotto si trebbiava; a Vira-Mezzovico e Sigirino si distingueva rispet- tivamente fra éra , èra da sótt , con cui si indicava il pianterreno dove aveva luogo la battitura dei cereali, ed eralta , èra da sura , con cui si desi- gnava il primo piano, adibito a deposito per la paglia: métt a l’órdan l’éra , pulire, riordinare l’aia (Vira-Mezzovico), cavezzaa l’èra , sistemare il pa- vimento dell’aia con il cemento o la calce impa- stati con sabbia grossa (Sigirino). Anche a Claro la trebbiatura avveniva in una costruzione simile [18]: finivum al fén e p dòpo a gh’éve da taièe la biava, portala int a l’ére; ... i la lassava ilé om pò un quèi quindis dí prim da bátala; ... a scomen- zavum a bón’óro ala matín, a la parbatévum cón- tro l’ére e pé teghévum sú quéll gran ilé parchè l’ève l pissé béll; e dòpo a s metéve sgiú l’ére. ... Dòpo to gh giri atórn par batla tutu , finivamo la fienagione e poi dopo c’era da mietere la segale, portarla nell’aia; la lasciavano lì circa quindici giorni prima di trebbiarla; cominciavamo di buo- nora la mattina, la battevamo una prima volta contro i muri dell’aia e poi raccoglievamo quel grano perché era il più bello; e dopo si dispone- vano i covoni. Poi ci giri attorno per trebbiarla tutta [19]. A Caslano l’ èra era solitamente annessa alla stalla e consisteva inunampio locale al pianterreno di una costruzione rurale a due piani: la parte su- periore fungeva da fienile, quella inferiore, con il pavimento in cemento, veniva adoperata come spazio per la trebbiatura o come rimessa per car- retti, attrezzi, strame [20]: l’éva lá rmés de setémbro; ... na vòlta ch’a l’éva mar, ch’i r taiava s, alura … i r metéva gió dénta in di èr, i metéva gió in rudund, istu méi …; i l metéva cora spiga in dénta, e… e nüm a l baláum , era attorno almese di settembre; quan- do era maturo, che lo tagliavano, allora lo mette- vano nelle aie, lo stendevano in [modo da formare un] cerchio, questo miglio; lo disponevano con la spiga verso l’interno, e noi lo trebbiavamo calpe- standolo [21]. AGnosca e nel Moesano (v.  erál , par. 1., cas- sina 1 , par. 2.2.) si battevano i cereali in un piccolo edificio in muratura costituito da un unico locale con il pavimento lastricato [22]. A Corticiasca con èra si indicava invece una costruzione a tre piani nella quale lo spazio per trebbiare si trovava in cima: in basso vi era la stal- la e in posizione intermedia il deposito per il fieno e il fogliame [23]. Gli edifici e i locali destinati alla trebbiatura venivano talvolta impiegati anche come luoghi di svago: ala siri andavan in un’éire a mangèe ca- stégn e a béu el vin , la sera andavano in un’aia a mangiare le castagne e a bere il vino: dopo la que- stua per il carnevale (Preonzo [24]); a Mugena e a Iseo avevano luogo nell’ èra la recita dell’Epifania e il ballo che ne seguiva [25] (cfr. al par. 3.11.); ad Aranno vi si rappresentava la commedia di Capo- danno: «1853 li 2 gienaio … in questa sera si reci- terà la comedia nele era del sig.r Giuseppe Righet- ti di Arano» (Breno [26]). In alcuni villaggi, già nei primi decenni del No- vecento, come emerge dalle annotazioni dei cor- rispondenti per il VSI, gli spazi sopradescritti erano utilizzati con funzione diversa da quella originaria: «vi sono in paese due locali che servivano di aia e che ancora, pur essendo adibiti ad altri usi, man- tengono il nome di éira ; il grano qui vien battuto in un locale qualunque» (Villa Lug.). 1.2.2. In varie località ticinesi all’interno dell’a- rea descritta al par. 1.2. si usava trebbiare in un lo- cale della propria abitazione. Ad Arogno con lèra si designava una grande stanza al pianterreno della casa; a Bedigliora era detto èra il locale di un’abitazione situato fra il por- tico e il granaio a fianco della cucina dove si bat- tevano i cereali con il bastone [27]. Talvolta la treb- biatura avveniva inun locale qualunque della casa adibito secondariamente oprovvisoriamente a tale uso: l’èra l’è una stanza cul sufitt sarò induva se batt Fig. 25. Breno, 1926: l’edificio al centro ospita l’unica èra interna a una stalla rimasta nel villaggio, ormai adibita a rimessa per i carri e stalla per i cavalli (Archi- vio AIS, foto n. 1891, Istituti di Lingue e Letterature Romanze e Biblioteca Karl Jaberg, Università di Ber- na; fot. P. Scheuermeier).

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