Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

151 ÈRA ÈRA sciá i dés ur ... i navan magari a laurá da sóra in di cassinn , si lavorava sull’aia, ci si andava magari la mattina presto, poi, quando arrivavano le dieci an- davanomagari a lavorare di sopra, nei locali aperti sopra i portici (Riva S. Vitale [45]). 3.5. Area circoscritta in cui vengono sgusciate le castagne secche battendole con la spadigia , un arnese formato da una tavola intagliata con punte piramidali assicurata a un manico ricurvo (Mer- goscia, Sigirino). 3.6. Mucchio di castagne (Castasegna, Soglio): ün’áira d maróni , un mucchio di castagne radu- nate con il rastrello (Soglio [46]); a Castasegna an- che ‘insieme di frutti che restano sul prato dopo aver rastrellato i ricci’: «tö s iss l’èira» as disg cun quélan castégna ca rèstan dedré lan ricia, as töl s lan castégn e l rèsta ndré i babi , «raccogli ora il mucchio di castagne» si dice con riferimento a quelle castagne che restano dopo [avere rastrel- lato] i ricci, si raccolgono le castagne e restano a terra i guscioni [47]. 3.7. A Grancia, porticato, androne: r’è véra che ra cassina r’è miga tròpa granda, ma gh’è p n’èra ch’a tégn tanta ròba , è vero che la stalla non è mol- to grande, ma dispone di un porticato molto ca- piente. 3.8. Il termine è attestato talvolta nel senso di ‘fienile’, in particolare nell’altaMesolcina, dove la piccola costruzione per l’essiccazione dei cereali e la trebbiatura è detta cassina del gran ‘cascina del grano’ [48], e di ‘stalla’: la scalade l’éira , la scala esterna che conduce al fienile situato sopra la stalla (Soazza [49]), doc.: «riceputo per la fattura del us de l eira del tetto [= stalla] di Ara» (Soazza 1762 [50]), el fégn l’é sécch, l’é óradamètel in l’èira, perché la vall l’é scura, el pò vení a piòv , il fieno è secco, è ora di metterlo nel fienile, perché la valle è scura e minaccia pioggia (Mesocco [51]); nella stessa lo- calità la voce definisce anche lo scomparto della cascina dell’alpe che serve da ripostiglio e da dor- mitorio; – a Isone, èira , stalla senza muri, tettoia. 3.9. Èra (Gravesano [52]), ... dala föia (Torricel- la-Taverne), scomparto della stalla usato come de- posito per lo strame; – a Campo VMa., il termine designa la parte del fienile prossima alla porta, uti- lizzata con la stessa funzione (i cereali si battevano nel diróm , il sottotetto); – aLodano, parte del fienile compresa fra i muri dei frontoni e le travi orizzon- tali delle capriate centrali. 3.10. Qua e là il termine assume il senso di ‘de- posito, ripostiglio, rimessa’: a vagh sgiú in dr’éria a t ra légna , vado nel locale con il pavimento in terra battuta a prendere la legna (Sonvico), in l’éra e s repónn gran, pomdetèra, castégn, anche légn , in cantina si ripongono grano, patate, castagne, anche legna (Roveredo Grig.); – a Cimo, dove lo spazio per la battitura dei cereali è chiamato stanza dru gran , stanza del grano, èra indica il locale con il pavimento in terra battuta usato come deposito dello strame. 3.11. A Davesco-Soragno con èra si designava un ampio locale, con camino, grandi tavoli e una lanterna appesa al soffitto, che dava sulla piazza comunale, dove le donne e gli uomini del paese usavano riunirsi la sera, per filare, lavorare a ma- glia e conversare [53]; – a Indemini, sala da ballo: a vam a r’èra! , andiamo a ballare! [54]. 3.12. A Biasca, rudere, rovina di una costruzio- ne: in quèl’èira a gaia s domè lampói , tra le pietre di quella casa diroccata crescono solo lamponi [55], Fig. 29. L’essiccazione delle pianelle di argilla sull’ èra alle fornaci di Riva S. Vitale (da E BERHARDT M ELI , Ar- tigiani 43). Fig. 30. Soazza: al pianterreno della costruzione, nella parte intonacata a calce, vi è el cóud , la stalla; al piano superiore, l’éira , il fienile (daM ANTOVANI , TCLoc. 3.15; dis. di P. Mantovani, con adattamenti). 1. el fenestréll de l’éira 2. l’uss de l’éira 3. la cassina dela féa 1 2 3

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