Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

170 ERBAA ERBADIGH erbaa  èrba ERBADEGH (erbádek) s.m. Erbaio, prato tem- poraneo (Sonvico). Dal lat. HĕRBA ( M ) ‘erba’ [1] con l’aggiunta del suff. - āTICU ( M ). La voce trova riscontro in particolare nel novar. erbadigh ‘erbaio, campo erboso’ e nell’a. spagn. herbadgo ‘pascolo’ (ma v. anche il vares. erbàdigh e il crem. erbadegh ‘erboso’) [2]. B i b l.: [1] REW4109. [2] O GLINO 68, REW4109, H U - BER , ZRPh. 76.399; G ORINI -M AGGIORA 84, S AMARANI 84. Genasci ERBADIGH (erbádik) s.m. Erbatico. V a r.: erbadagh (Breg.), erbadegh (Leontica), erbadi (circ. Giornico), erbadi (Biasca, Lavertezzo, Sonogno), erbadigh (Camorino, Lumino, Grumo, Pollegio, Cavia- no, Vaglio,Mesolc., Poschiavo), erbattigh (Landarenca), erbèdi (Quinto, circ. Airolo), erbèdigh (Giornico). 1. Diritto di pascolare il bestiame sui terreni pubblici, soprattutto sui pascoli maggenghi o su- gli alpeggi: va regurdarév ca l’altra séra parláum dali tassi d’erbadigh süli alp, ca i vòlan créssa? , vi ricorderete che l’altra sera parlavamo delle tasse di erbatico sugli alpi, che intendono aumentare? (Poschiavo [1]). Il diritto di pascolo si inserisce nel contesto dello sfruttamento alpestre (cfr. alp , in particolare ai par. 2.e., 2.g.). Un alpeggio può ospi- tare un determinato numero di capi di bestiame, stabilito in relazione alla stima della capacità dei suoi pascoli che viene calcolata in base alla pastu- ra necessaria per alimentare una vacca da latte durante tutto il periodo dell’alpeggiatura: ad es., nel 1936 l’alpe Bernina Inferiore veniva stimata a 88 capi normali e poteva dunque accogliere 88 vacche [2]. Il capo normale è la vacca da latte e conta per un’unità ( èrba , par. 2.12. e 4.1.7,  pè ); ogni capo del bestiame restante, per il quale è necessariameno pastura, conta invece per una fra- zione: a Bondo ad es. 1 vacca o 1 giovenca corri- spondevano a 1 capo; 1 manza a 1/2 capo; 1 vitello a 1/3 di capo [3]; a Sonogno un’unità corrisponde- va a una vacca oppure a quattro capre [4]. Stabi- lita la capacità di un alpeggio, il diritto di pascolo è fondamentale per regolamentare lo sfruttamen- to delle pezze cosiddette «comuni» non solo fra di- verse vicinie, bensì anche all’interno delle vicinie stesse, fra i diversi vicini. 2. Per estensione, tassa pagata al proprietario dell’alpeggio (ad es. il comune, il patriziato o una corporazione) per poter godere di tale diritto: cui che gh’a bés’c i paga tucc i ann l’erbadigh al común , quelli che posseggono bestie pagano tutti gli anni l’erbatico al comune (Roveredo Grig.), u mé pá u lauréva pal patrizziád, u m diséva: «adéss i vam a t sgi l bestiám a Campo la Tórba», par esémpi; i s’inviéum, e lüi u vaséva lè da l’alpadó e u i diséva: «ècu, déss disumunpò cus t’é , quènci vacch, quèn- ci pörsc, quènci èuri»; e chéstu l’éva p par mandè la fatüra, e l’éva l’erbèdi: ló i maévan chéstu e i tu- chéan paè par ògni bésa , mio papà lavorava per il patriziato, mi diceva: «adesso andiamo a prendere nota del bestiame che c’è a Campo la Torba», per esempio; partivamo, e lui andava dall’alpigiano e gli diceva: «ecco, adesso dimmi un po’ cosa hai qui, quante vacche, quanti maiali, quante capre»; e ciò si faceva per poter inviare la fattura, che era l’erbatico: loro facevano pascolare una data quan- tità e dovevano pagare per ogni bestia (Airolo). La tassa di erbatico varia a seconda del tipo e del nu- mero di bestiame che si alpeggia, nonché del fatto che il suo proprietario sia patrizio oppure, se do- miciliato, cittadino svizzero o straniero, e serve a finanziare i lavori di manutenzione dell’alpe e dei suoi edifici (cfr. alp , par. 3.l.). In alcune località, come a Soazza, la tassa viene pagata alla fine della stagione alpestre, in settembre [5]; in altre, invece, la quota da pagare è fissata prima del carico del- l’alpe, sulla base dell’esperienza degli anni prece- denti: a Bedretto, ad es., la somma è leggermente più alta del pasturéisc (ossia le spese totali d’alpeg- gio suddivise tra i proprietari in occasione di al- peggiature precedenti), affinché vi sia un piccolo margine utile a coprire altre spese del consorzio, ad es. quelle per il noleggio del toro [6]. Cfr. tassa d’  èrba , par. 4.1.7. 3. Altri significati 3.1. ALumino e S. Vittore, tassa pagata dal pro- prietario del bestiame per poter alpeggiare capi giovani o improduttivi; cfr.  èrba , par. 2.12. 3.2. A Caviano, tassa pagata per poter falciare sui terreni patriziali. Come l’it. erbatico ‘diritto di far pascolare il bestia- me nei terreni pubblici; tributo pagato per tale diritto’, da un lat. * HERBāTICU ( M ), attestato nel lat. mediev. « herbaticum » ‘tassa per pascere l’erba’ [7]; documen- tato già nell’a. lomb. erbatico ‘diritto di pascolo o di fal- ciare l’erba e il relativo censo’ [8] (per la SvIt. v. un doc. di Malvaglia del 1342: «[fitto per l’anno in corso] erba- tici et pasture erbarum quod per ipsum comune de Malvalia paschulatur a Scaziis infra usque ad Bolam» [9]), vive ancora oggi nei valtell. erbadi ‘erbatico, tassa comunale sul pascolo delle bestie’ ed erbadich ‘tassa per l’affitto di un pascolo o di un alpeggio comunale;

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