Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana
181 éRI ERISCIA Divedro (Trasquera) e a Monte Ossolano (fraz. di Do- modossola), e a oriente il bacino del Mera e la Val S. Giacomo, con un’isolata appendice nella località bas- so-valtell. diMontagna, doveacquista il valoredi ‘ruvido’ [18]: cfr., dai Mat. VSI, sí èri nt ul ciöll ‘essere rigido nel collo: avere il torcicollo’ (Monte Ossolano), dèri ‘irrigi- dito, intirizzito’ (Campodolcino), barba dèrria ‘barba ispida’ (Villa di Chiavenna), dèrri cóm’enbò ‘lento come un bue’ (Villa di Chiavenna). – Quanto all’etimologia, la proposta formulata dall’Ascoli di una deriv. daun lat. * ēRIGIDU ( M ) ‘rigido’, conantica accentazione sulla quar- t’ultima sillaba [19], non raccoglie il consensounanime degli studiosi [20]. L’ipotesi appare tuttavia credibile e fondata se si considera, da un lato l’evoluzione pop. del suff. IDU ( M ), che nei dial. tic. alpini può corrispondere a -i , cfr. ali ‘irrigidito’ < āRIDU ( M ) per incrocio con * Gĕ - LITU ( M ), lev. nédi ‘regolare, ben fatto, pulito, sgombro, li- scio’< NĭTIDU ( M ) [21], valmagg. rüvi ‘ruvido’<* RūGIDU ( M ) [22], dall’altro se si ammette la caduta della cons. me- diana come in Dĭ ( G ) ITU ( M ) > did ‘dito’, secondo la trafila * ēRI ( G ) IDU ( M )>* ēRIDU ( M )> éri . Inammissibileper contro partire da una forma sincopata * ēRGIDU ( M ) come postu- lato da Salvioni [23], perché gli sviluppi fon. locali sa- rebbero inconciliabili. Piuttostoche rappresentare l’esito di prep. agglutinate [24], d- e (i)n- iniziali di alcune var. rimanderanno a forme verbali prefissate andate perdute [25]. –Rispetto al LSI [26] non sonoqui state considerate le var. lev. óri , òri , öri (circ. Giornico), üri (Rossura), érigh (Sobrio) ‘secco, arido, disidratato’, perché difficilm. com- patibili per la fonetica e troppo distanti nella semantica; è stata qui inoltre espunta l’accezione di ‘intero’, docu- mentata dal LSI per la Breg., perché dovuta a un errore di interpretazione favoritodall’accostamento fuorviante fatto dalla fonte con l’agg. intrégh , che pure assume il senso fig. di ‘lento, pigro’ (cfr. al par. 1.8.3.),ma che nella circostanza è stato invece inteso nel suo valore primario di ‘intero, completo’. – Cfr. deròpi . B i b l.: M ONTI 389. [1]Mat.W ARTBURG . [2]B EFFA 121. [3] S TAMPA , Bergell 64. [4] R AVEGLIA 61. [5] J ELMINI , Diz. [6] B EFFA 121. [7] F RANSCINI , Vocab.lev. 21. [8]G ALLINO ,Dialett 53. [9]B EF - FA 121. [10]L AMPIETTI B ARELLA 86. [11]L UMINATI , Badozz 19.[12]Stria30.20.[13]Cfr.G UARNERIO ,App.breg.41.208. [14] S ALVIONI , Posch. 606, Scritti 1.309. [15] M ONTI 389. [16] L UMINATI , Badozz 102,132. [17] S TAMPA , Bergell 35. [18] DRG 1.153, HR 1.300, N ICOLET 124, AIS 8.1666 P. 107, Mat. VSI, M ASSERA 49, S CUFFI 209, DEV 299, G IOR - GETTA -G HIGGI 363, B ARACCHI 46. [19] A SCOLI , AGI 7.577, REW2900, B ERTONI ,ARom. 3.104,G UARNERIO ,App.breg. 41.208, S TAMPA , Bergell 64,Antonioli inG IORGETTA -G HIG - GI 801, DEV 299. [20] DRG 1.155, HR 1.300. [21] REW 5929, S ALVIONI -F ARé , Postille 5929. [22] REW7427, S AL - VIONI -F ARé , Postille 7427. [23] S ALVIONI -F ARé , Postille 2900. [24] Cfr. Bracchi inS CUFFI 97. [25] V. DEV299. [26] LSI 2.357. Galfetti ERISCIA (eríša) s.f. Rudere, rovina di una co- struzione. V a r.: airéiscia (Aquila), airiha (Malvaglia), airiscia (Ble., Pollegio), arisci (Preonzo), eiriscia (Pollegio, Leon- tica), erisci (Sobrio, Chironico), eriscia (Lev.), iriscia (circ. Castro, Olivone, Calpiogna, Faido, Osco, Quinto). – Do c.: «petiam unam terre heyrizie unius sediminis» (Dongio 1403 [1]), «petiamunamterre prative et eyrizie » (Biasca 1406 [2]), «con leyritia una de tecto in ditta pe- tia» (Giornico 1575 [3]). 1. Ul técc l’è nacc gi d dint, è restú n’airiscia , la stalla è crollata su se stessa, sono rimaste le ro- vine (Semione [4]), tanti cassinn da Mürísc ènn pi domá on’airiscia , tante cascine del monte Mürísc sono ormai solo dei ruderi (Pollegio), la sò báita l’é raghèda, sü l’eriscia u créss i urtí , la sua casupola è crollata, sulle rovine crescono le orti- che (Quinto [5]), gh’è int amò ra müraca, r’iriscia in quadra , c’è ancora il muro diroccato, i resti della costruzione quadrata (Torre [6]), «quá ch’u dis quèll ilé?» «u dis che chí tütt i sâss i fa piaisg» «ó vía! Ad airísc a gh n’am bé anga nói!» , «che co- sa dice quel tale?» «dice che qui [al Foro roma- no] tutti i sassi suscitano il pianto» «suvvia! Di ruderi ne abbiamo ben anche da noi!» (Aquila). – Il termine può designare anche semplicemente un muro diroccato, un mucchio di sassi (Prugia- sco, Olivone). 2. A Malvaglia, fig., casa brutta, tugurio. 3. Altri significati 3.1. A Bedretto, sedime, superficie su cui pog- giano le fondazioni di un edificio: savè l’eriscia , fare gli scavi per costruire le fondamenta di una casa [7]. 3.2. ABedretto, struttura in terra o inmuratura di protezione contro le valanghe costruita a mon- te degli edifici, in particolare delle stalle che sor- gono fuori dal paese [8]. 4. Toponimi Iriscia , stalla diroccata (Quinto), l’Eriscia di sciü , prato con il rudere di una stalla (Airolo), Chéll de l’iriscia , prato (Rossura), r’Eiriscia da cá d Sgiuanéll , edificio diroccato, in passato sede di un mulino (Biasca), r’Eiriscia d Strupín , rudere di un edificio (Corzoneso), r’Eiriscia d Piancadrd , sedime di una baita di boscaioli (Torre) [9]. Dal lat. āREA ‘spazio aperto’, attestato già in latino anche nel significato di ‘spazio edificabile o edificato, sede di una casa distrutta’, con l’esito del suffisso - īCIA / - īCEA [10]; – a Biasca anche èira , variante di èra 2 ‘aia’, ricorre nel senso qui documentato (v. al par.
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