Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

183 ÈRLE ERÒD magér antèff e bér a taroná ,mio padre ha tanti servi e altre persone che lavorano per lui [2]. Voce del gergo dei calderai della Val Colla e del- l’alta Capriasca ( rügín ) e della Val Cavargna ( rungín ), dove è attestato anche nella forma metatetica lèra [3]; lerlái figura in una fonte ms. pubblicata solo nel 1990 [4]. – Richiama formalm. il piem. èrlo , -u ‘smer- go maggiore; maschio dell’oca’, ricondotto dai più all’etimo lat. ( H ) ĕRU ( M ) ‘signore, padrone di casa, pa- dre di famiglia’ [5], attraverso il diminutivo ( H ) ĕRU - LU ( M ) ‘padroncino, signorotto’ [6]. Risulta tuttavia improbabile, per una voce gerg., una continuazione diretta da una base latina, oltretutto più peregrina ri- spetto al suo sin. DŏMINU ( M ). La veste fon. della forma lerlái orienterebbe piuttosto verso un’origine tede- sca, già suggerita peraltro anche in alternativa per l’ornitonimo piem. [7]. Il valore del term. gerg. può muovere da una forma di rispetto impiegata per membri adulti della famiglia: il ted. Herrlein (dimi- nutivo di Herr ‘signore’), infatti, risulta usato come appellativo per ‘nonno; avo’, mentre lo svizz.ted. co- nosce l’uso del corrispondente Her (con dimin. Here- li , Herreli ) quale titolo impiegato dalla moglie per ri- volgersi al marito [8]. La liquida iniziale di lerlái (e del corrispettivo femm. lèrla , v.  èrla ), estranea alla fon. regionale, è un indizio supplementare di una ge- nesi allogena. B i b l.: [1] P ETRALLI , Rügin 45. [2] K ELLER , Val Colla 74. [3] S OLDATI , Rügin 7, QValc. 34-35.20, B UTTI , Run- gin 2 63,65. [4] L URATI , Valli di Lugano 243. [5] G EORGES 951,1211. [6] N IGRA , AGI 15.112, REP 589-590; cfr. REW (1 a ed.) 4120, S ALVIONI -F ARé , Postille 4120. [7] REW 4118, S ALVIONI , Elem.germ. 1036, Scritti 4.1160, S ALVIONI -F ARé , Postille 4118; cfr. REP 589-590. [8] G RIMM 10.1146, SchwId. 2.1522. Galfetti ERÒD (erd) n.pr . Erode. V a r.: Eròd , Eròde ; Rò (Chiasso), Ròd (Gorduno, Biasca, Ludiano, Brissago, Mugena, Sonvico, Rovere- do Grig.), Ròda (Lumino, Soazza), Ròde (Roveredo Grig.), Ròdi (Airolo, Rovio, Stabio), Ródo (Gorduno). Entra in alcune locuzioni suggerite dall’episo- dio evangelico in cui Erode e Pilato si rimettono reciprocamente il giudizio e la conseguente con- danna a morte di Gesù [1]: da Eròd a Pilatt , da Erode a Pilato: qua e là, avanti e indietro senza co- strutto (generalm.), l’è nai da Rò a Pilatt , è andato da Erode a Pilato: ha cercato ovunque (Chiasso), mandá da Eròd a Pilatt , mandare da una persona all’altra, da un ufficio all’altro inutilmente (Son- vico), haa nèe da Ròd a Pilatt , gabbare, prendere in giro (Gorduno); – ná da Eròd a Pilatt , andare da un estremo all’altro (Rovio); nè da Ròd a Pilatt , fare di tutto, arrabattarsi (Ludiano). – Naa da Eròd a Pilatt , divagare (Mugena), saltá da Ròda a Pilatt , saltare di palo in frasca, da un argomento all’altro (Soazza). Fig. 34. La narrazione evangelica delle formelle alla fig. 33 continua in altri due riquadri che rappresentano la flagellazione del Cristo e il secondo processo davanti a Pilato (affreschi di pittori lombardi del xV sec.; UBC, foto. M. Pacciorini).

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