Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

133 EPIFANÍA EPIFANÍA gnéva fòradaméssa inprucessión, umgirava intórn gésa, però al dí di rè Masgi i gh’a de voltá strada per miga passá da Eròde: alóra um nava dela part de fò a sgirá e um vegnéva dént dela part de dént , quand’ero piccola io, quando ero giovane [negli anni 1910-1920], uscivamo damessa in processio- ne, giravamo attorno alla chiesa, però nel giorno dei Magi devono cambiare strada per non passare daErode: quindi andavamo dalla parte rivolta ver- so sud a girare e rientravamo dal lato nord [32]. 1.3.3.3. A partire dagli anni Trenta del Nove- cento, nei centri maggiori come Locarno, Lugano, Chiasso, Mendrisio, Giubiasco, Roveredo Grig. si diffondono le cosiddette cavalcate (o carovane) dei re Magi, organizzate dai locali consigli parroc- chiali oppure da vari enti o gruppi ricreativi. Tre uomini vestiti da Gaspare, Melchiorre e Baldas- sarre sfilavano, in genere a cavallo, lungo un per- corso che spesso confluiva sul sagrato della chiesa parrocchiale. Inizialmente, alla sfilata faceva da corollario una raccolta di fondi a scopo benefico; solo verso gli anni Cinquanta del Novecento i Ma- gi, anziché raccogliere le offerte cammin facendo, hanno iniziato a consegnare un piccolo dono a tutti i bambini presenti. A Locarno il primo «corteggio dei Re Magi» di cui si ha notizia per il Novecento è quello del 1934 [33]; una sfilata di questo tipo doveva però essere in uso già prima del 1855, quando «era gran festa di tre giorni e fiera … quando la bella chiesa di S. Maria in Selva era aperta al culto … e si usava la cavalcata la notte dell’Epifania» e la gente offriva volentieri qualcosa perché si riteneva fosse di buon auspicio per l’anno entrante [34]. In seguito le carovane in costume, oltre a man- tenere in qualchemodo la loro componente bene- fica (la manifestazione di Lugano del 1954 desti- nava i proventi della colletta a favore dei 250 bambini del villaggio Pestalozzi di Trogen [35]), si sono strutturate in modo sempre più ricercato e con una netta divisione tra figuranti e pubblico [36]. In particolare nel Mendrisiotto, tra il 1954 e il 1967 le sfilate si sono articolate sulmodello dello sfarzoso corteo che si tiene tuttora a Milano tra la Piazza del Duomo e la basilica di Sant’Eustorgio [37]. AChiasso, in occasione della prima edizione (1954), i Magi hanno percorso le vie cittadine e di- stribuito ai bambini una bustina contenente in- censo e mirra benedetti e un tallero di cioccolato [38]; due anni più tardi, la «carovana itinerante», Fig. 20. A Barbengo i Magi approdano con una barca in località Pian Càsoro, dove in seguito un officiante cele- bra la messa (6 gennaio 2019; fot. S. Crivelli).

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