Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana
135 EPIFANÍA EPIFANÍA ch’a l’éva, p al turnava indré diséndu: «Gh’è rivaa i rè Magi!» , il papà [dall’esterno] bussava alla por- ta intanto che la mamma faceva finta di uscire a vedere chi fosse, poi rientrava dicendo: «Sono ar- rivati i re Magi!» (Viganello). Ad Aquila il capo- famiglia, circondato dai figli, recitava il rosario invitando a pregare con sempre maggiore ardore, mentre la mamma, con il pretesto di andare in- contro ai saggi d’Oriente, si assentava per esporre i regali [51]. La sorpresa, il mattino seguente, po- teva tingersi di grande suggestione grazie ad alcu- ni accorgimenti messi in atto dagli adulti: ul nòss ṡíu al ma faséva vedé i pedann di caméi in dala név, in gir al pal dala lüs dal piazzál, ma in veritá l’éva stai l cun un bastón fai f apòsta , nostro zio ci fa- ceva vedere le impronte dei cammelli nella neve, tutt’attorno al palo della luce del piazzale, ma in verità era stato lui a imprimerle con un bastone foggiato per l’occasione (Breganzona). Anche in Val Poschiavo (limitatamente alla co- munità cattolica) i doni giungevano il 6 gennaio [52], quando i bambini, già di buon mattino, an- davano a trovare i padrini e le madrine di batte- simo augurando bun dí, gabinatt! , buongiorno, buona Epifania!, mentre i padrini rispondevano, per celia, sóta la cúa dal ratt! , sotto la coda del to- po! [53]. I meno fortunati si soffermavano sotto le case o davanti ai negozi gridando gabinatt! , fin- ché non ottenevano qualcosa; fin verso il secondo dopoguerra le famiglie più abbienti preparavano un’infornata di pane da distribuire ai questuanti, mentre quelle più povere davano rape [54]. Sem- pre a Poschiavo, tra amici, si cercava di arrivare a pronunciare per primi l’augurio, anche limitan- dosi a un conciso quanto efficace gabinatt! escla- mato per la via; chi ci riusciva aveva diritto di chiedere all’altro un piccolo presente. – V. anche gabinatt . Per quanto riguarda l’acquisto, una particolare opportunità era offerta in ambiente cittadino, a Lugano, dove i doni si potevano trovare alla tra- dizionale fiera dei re Magi, in piazza della Rifor- ma [55]. 1.4.2. Doni da enti e associazioni La distribuzione di regali ai bambini da parte delle varie associazioni ricreative o sportive, delle società dei commercianti nonché da parte di al- cuni benefattori o gruppi politici conosce tuttora una certa popolarità. In passato, un appuntamen- to irrinunciabile era quello organizzato dalla par- rocchia; a Lugano, il pomeriggio del 6 gennaio si teneva una distribuzione di doni presso l’oratorio femminile [56] e quello maschile: la consegna era però strettamente legata alla regolarità delle pre- senze che si erano accumulate nel corso dell’an- no, sicché ai meno assidui succedeva di ricevere, ad esempio, una scatola di matite colorate già av- viata [57]. Altre manifestazioni hanno conosciu- to fortune alterne, come ad esempio il pomeriggio ricreativo organizzato, negli anni Settanta del Novecento, dalla direzione del Circolo dei franchi liberali della Collina d’Oro. 1.4.3. Doni portati dalla Befana Tra le innovazioni degli anni Venti si può ricor- dare laBefana fascista, introdotta inTicino sulmo- dello italiano [58]. La sua prima manifestazione risale al 1929, quando a Lugano si distribuiscono «indumenti, viveri e oggetti utili» alle famiglie po- vere [59]; informatori malcantonesi riferiscono di aver sentito parlare dell’Opera assistenziale fasci- sta e relativa Befana negli anni immediatamente precedenti la seconda guerramondiale: amregòrdi che cèrtimè compágnda scöra par l’Epifanía i nava a Lügán ch’a gh’éva ra Befana fascista , ricordo che certi miei compagni di scuola per l’Epifania si re- cavano a Lugano, dove si festeggiava la Befana fa- scista (Croglio). In seguito, negli anni Trenta del Novecento nasce a Lugano, negli ambienti della colonia italiana, la Befana proletaria [60]; si tratta, anche inquesto caso, di unamanifestazione di tipo benefico, destinata ai bambini dei ceti meno ab- bienti (nel 1933 la «Befana della Colonia italiana» porta ai bambini oltre 400 pacchi contenenti in- dumenti e regali, poi saliti a 500 nel 1935 [61]); sempre a Lugano, nel 1944 la Camera del lavoro organizza una Befana operaia, mentre la Befana Fig. 21. Disegno acquerellato raffigurante i Magi sui loro cammelli. Uno di loro è ritratto nell’atto di depo- sitare un dono nel cestino posto sul davanzale (Mede- glia, Scuola maggiore, anno scolastico 1931-1932).
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