Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

203 EtIChétA EtISÍA si sta; ogni capotreno o bigliettaio che passava ne toglieva un pezzettino (S. Antonio [2]), ò tirò föra la tichéta pal cinch da macc, ho acquistato il biglietto per il 5 di maggio (Moghegno [3]). It. etichetta ‘cartellino’, a sua volta dal fr. étiquette [4]. Il senso di ‘biglietto’ (par. 2.) si deve invece all’ingl. ticket ‘id.’ per accostamento alla voce qui esaminata operato dagli emigrati sv.it. nell’America del Nord. B i b l.: ChEruB. 2.75, ANGIOL. 301. [1]ChEDA,California2.685,751. [2]PINI,Morobbia158. [3] CECCArELLI, Interviste. [4] DEI 2.1558, DELI2 547. Ceccarelli ÉTIGH (tik) agg. Etico, tisico. V a r.: étich, étigh; étegh(Leontica), itigh(Verscio). 1. Gnii étigh, diventare tisico (Peccia), étegh a r’óltom ségn, tisico all’ultimo stadio (Leontica), l’é méi véss étigh che véss puplétigh, è meglio essere tisico che apoplettico (Calpiogna), l’è mòrt étigh nai, i m’a dii; … l’è mòrt a vint ann, è morto tisico andato, mi hanno detto; è morto a vent’anni (Minusio [1]). – A rossura si credeva che in primavera i tisici deperissero a tal punto da andare in breve tempo incontro alla morte. A Certara si riteneva invece che si potessero «distruggere o far scomparire completamente i microbi» esponendo all’aperto, di notte, gli indumenti o le scarpe indossati dal tisico. – Di animali: cavall étigh, cavallo tisico, bolso (Grancia), l’é ética, è tubercolotica: della vacca da latte, predisposta verso questo tipo di affezione (Bedretto [2]). – Entra nella locuz. fè morí étigh, far morire tisico: irritare, infastidire oltremodo, tormentare (Bondo). 2. A Bondo, come sost., etisia, tisi, tubercolosi. It. etico, tecnicismodel linguaggiomedico [3], passato in misura apprezzabile anche nei dial. it. [4]. Il corrisp. di Grancia per il VSI osserva che étighè voce «moderna» rispetto a cunsunt ‘consunto’, quello di Leontica precisa che «si dice più volontieri: i è gént chemör étegh» ‘è gente che muore tisica’ che i è sogètt a r’etisía‘sono soggetti alla tisi’, in quanto «il termine astratto etisía è molto meno usato dell’aggettivo». – La var. di Verscio si spiegherà per generalizzazione di unpl. metafonetico. – Per la credenza di rossura al par. 1. si veda l’annotazione del corrisp. di Viggiù (prov. di Varese), il quale scriveva che «i tisici generalmente muoiono, o in primavera quando le foglie spuntano, o in autunno allorché cadono». – Per il sost. al par. 2., cfr. l’a.it. etico‘etisia, tubercolosi’ e l’istr. étiko‘tisi’ [5]. – La locuz. fè morí étigh‘irritare’ (Bondo), imperniata sul concettodimalattia come condizione penosa, trova rispondenze in fá murí tisigh ‘farmorire tisico: tormentare, irritare’ (rovio, Chiasso), fámurí cunsunt‘farmorire consunto: far disperare, tormentare’ (Mendrisio). – V. anche  etisía. B i b l.: ChEruB. 2.75. [1] BIANCONI, Güst 64. [2] LurAtI, Bedretto 55. [3] DEI 2.1559, DELI2 547, BAttAGLIA5.497. [4] ALI 2.187; v. già ChEruB. 2.75, SALVIONI-fAré, Postille 4091. [5] BAttAGLIA5.497, ALI 2.187 P. 390. Ceccarelli ETISÍA (etiṡía) s.f. Etisia, tubercolosi. V a r.: etisía; etesía(ronco s. Ascona, Caviano, Certara, Gandria, Soglio), tesía(Brione Verz., Certara, Viganello, Soazza), tisía(Carasso, Bodio, Lavizz., rovana, Brione Verz., Viganello, Grancia, Coldrerio, roveredo Grig.), tisíe (Bironico). 1. Tisía ch’avadré adasi, tubercolosi che procede adagio (Grancia), ... lónga, lenta (Carasso): a decorso lento, tesía fulminanta, tisi fulminante (Soazza), ... sénza remédi, senza rimedio (Certara), naa in etisía, diventare tisico (Cavigliano), etisía de vegiaia, tisi di vecchiaia (Brissago); tisía da góla, tisi della gola, che si verifica quando la patologia respiratoria attacca il tratto tracheale (Menzonio). – A Pedrinate si dice che l’etisía la sta dént sètt ann in d’un grópp da réff, la tisi è in grado di covare per sette anni in un nodo di refe: il detto, oltre a sottolineare la pericolosità di questo morbo, è anche un’esortazione ad affrettarsi a disinfettare o distruggere gli abiti e gli oggetti appartenuti a un tisico. fra i rimedi popolari impiegati in passato contro il mal sottile si segnalano latte d’asina (Bodio), latte e uova (Chironico), decotto di lichene (Cavigliano, Cavergno, Linescio, Brissago, Caviano, Breno, Posch.), d’orzo (Caviano), di borragine, crescione e latte, e anche bava di lumaconi (Grancia); a Sigirino, in particolare, si riteneva utile ingerire lumaconi vivi in quantità ogni giorno crescente e poi, una volta arrivati a venti esemplari, diminuire fino a ingoiarne solo uno. Stando alla maggior parte dei corrispondenti, tuttavia, non esistevano rimedi risolutivi. 2. L’etisía in di bés’c l’è cumè in la sgint: a i è pǘ d rimédi, la tisi negli animali è come nelle persone: [una volta contratta] non c’è più rimedio (Gordevio). – A Viganello si suggeriva, quale regola igienica, di far bollire il latte degli animali sospetti. 3. Detti, credenze Gelosía, frenesía e etisía, mai i s guariss per nessüna vía, dalla gelosia, dal delirio furioso e dall’e-

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