Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

204 EtISÍA éVA tisia non si guarisce per nessuna via (Magadino). – La tesía da famiglia la sa prupaga fin ala sèsta generazzión, la tisi ereditaria si propaga fino alla sesta generazione (Viganello). – A Crealla, fuori della Svizzera italiana, da malincuníe a l’etisíe u pass l’é cürt, dalla malinconia all’etisia il passo è breve. It. etisia, tecnicismo del linguaggio medico [1], passato anche in molti dial. italiani [2]. – V. anche  étigh. B i b l.: ChEruB. 2.75. [1] DEI 2.1559, DELI2 548, BAttAGLIA5.497. [2] ALI 2.187. Ceccarelli ÈTO1 (to) s.m. Etto, ettogrammo. V a r.: èto, ètu; èti (Soazza). Quan che la custèva quindas ghèi a r’èto, i n mangèva un èto, quando costava quindici centesimi all’etto, ne mangiavano un etto: di polenta di farina di castagne, venduta dagli emigranti bleniesi nelle botteghe di firenze (Ludiano [1]). – Con uso scherzoso, l’è m sés èti, è un sei etti: una persona gracile, leggera (Personico), na sètt èti da vüna, una sette etti di una: una donnina piccola, esile (Comano). È l’it. etto, accorciamento di ettogrammo[2]. L’uscita in ‐i di Soazza sarà forse dovuta all’uso prevalentemente al pl. del termine. Per l’impiego di un’unità di misura in riferimento alle caratteristiche fisiche di una persona cfr. a Personico un düi métri ‘un due metri: un individuo di alta statura’. B i b l.: [1] DOSI 2.178. [2] DEI 2.1562, DELI2 548. Moretti ÈTO2 (to) s.m. nella locuz.s. un –, niente (Sonvico). Al var un èto, un’aca, non vale un ette, un’acca: niente. Corrisponde all’it. ette, impiegato soprattutto in frasi negative nel senso di poco, nulla e risalente alla cong. lat. ĕt ‘e’ [1], particella del discorso ritenuta di infima importanza, rispettivamente al monogramma & che la rappresentava in coda all’alfabeto; tale spiegazione è generalmente preferita a quella che rinvia al lat. hEttA, riportato nel De verborum significatione di Sesto Pompeo festo come «res minimi pretii», a sua volta dalla lettera dell’alfabeto greco eta[2]. La ripresa di Sonvico risente probabilm. di un influsso di  èto1. B i b l.: ChEruB. 2.75, 5.60, MONtI 72,389. [1] rEW 2919, LEI, E 814. [2] DEI 2.1562, SPItzEr, zrPh. 40.704-705. Moretti ETONASS (etonás) v. Stupirsi, meravigliarsi (rossura). È il fr. s’étonner ‘stupirsi’ [1], con posizionamento del pron. rifl. conforme alle norme locali. A rossura risultano attestati altri francesismi veicolati dall’emigrazione stagionale diretta verso la francia e scarsamente adattati, quali navír ‘nave’, rafüsè ‘rifiutare’, tombè ‘cadere’, trenard‘lento, restio a camminare’. B i b l.: [1] tLf 8.264. Moretti ÈU (), BÈU (b) inter. Esprime ribrezzo (Mesocco). Èu, schived, cóma tu spuzza da cóld!, puh, che schifo, come puzzi di stalla! [1], «tu vó pulénta?» «bèu! La me pias miga, gnanca un pò», «vuoi polenta?» «puh! Non mi piace, neanche un po’» [2]. Si tratta delle inter. èe ( è2, par. 1.1.), bèe ( bèe2), rafforzate dall’inter.  u, esprimente anch’essa disgusto. B i b l.: [1] LAMPIEttI BArELLA95. [2] LAMPIEttI BArELLA32. Genasci EÜGÉNI (eüǧni) nella locuz.v. fá –, vomitare. V a r.: eügéni (Balerna), eügénia (Mendrisio, Balerna), eugénio(SottoC.). formazione onomatopeica chemuove da èu, avvicinata scherzosam. ai nomi propri di persona Eugenioe Eugenia[1]. B i b l.: [1] Cfr. LurAtI, Dial. e it.reg. 32. Moretti èv  ava2 ÉVA (va) nella locuz.v. fá – –, muoversi fatico - samente, vacillare, cedere: delle gambe (Auressio). formazione fonosimbolica, che nel probabile riferimento scherz. al nome proprio di persona Evarisulta affine all’equivalente e sinonima espressione it. fare

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