Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

228 fABI fABrICÁ timo si continua nel posch. vapp ‘allentato, non teso, molle, floscio’, ma anche in uap ‘allentato, floscio, stanco, spossato’, forma del rom. della Surselva [4], regione confinante a nord con Olivone, oltreché nel galloromanzo: cfr. gli a. fr. wape ‘insipido: del pane, di una medicina ecc.’, vallon. wape ‘insipido, scipito’ e, come sost., il fr.-prov. vwapa ‘carne cattiva’ (Vallese) [5]; a significati analoghi sono giunti da VAPPAil delf. vápo ‘flaccido, molle, vuoto’ e l’aost. vouape ‘che ha perso tensione (per es. di un pezzo di cartamaneggiato tra le mani)’ [6]. – quanto alla fon., la -P- della base lat. può essersi spirantizzata in -v-, dando luogo a un nesso v- poi risoltosi come in giöbia‘giovedì’ < IŏVIA; nella finale -b la semivocale si è vocalizzata come in  cabi2 ‘cappio’; la f- iniziale in luogo dell’attesa v- si deve probabilm. all’influsso dell’omofono fabi1 ‘castagna vuota’, che è semanticamente affine, documentato nella riviera e nel vicino Moesano. B i b l.: [1] MAGGINEttI-LurAtI 195. [2] ErNOut-MEIL - LEt, DEL4 1073, WALDE-hOfMANN, LEW3 2.733. [3] fEW 14.168, v. inoltre hr 2.963. [4] LSI 5.712, hr 2. 963, Voc.sursilv. 2.778, DECurtINS, Niev voc.sursilv. 1163. [5] fEW 14.168. [6] fEW 14.168. Ceccarelli FABIÁGN (fabáñ) s.m. Amante (Campo VMa.). rientra nel novero di quei nomi di persona passati al significato di ‘amante’, come per es. tógna, letteralm. ‘Antonia’ (Dalpe, v.  Antòni, par. 1.),  bábali ‘Barbara’ (Calpiogna), fr. gerg. parigino Adolphee Gustave ‘bellimbusto’ [1]; in particolare, si segnala che nella tradizione teatrale italiana Fabianofigura quale nome consueto di amoroso, ad es. nel teatro settecentesco di Carlo Goldoni [1]. B i b l.: [1] MIGLIOrINI, Nome proprio 238. [2] fOLENA, Goldoni 690. Ceccarelli fabiaròtt, -bión, -biòta, -biotéri, -biòtt  fabi1 FABOLANT (fabolánt) agg. falso, menzognero, infedele (S. Domenica). Nel paragone fabolant cóme un sart, falso come un sarto: di individuo che non mantiene la parola data; –l’è un óm fabolant, è un marito poco fedele. Dal lat. tardo *fABuLārE‘raccontare’ [1], passato al senso di ‘raccontare fole, facezie’ (cfr. i norm. habler ‘dire fanfaronate, millantare’, ‘mentire’, a. fr. afablir ‘mentire’, v. inoltre l’it. affabulare ‘fingere, rappresentare’ [2]), di cui rappresenterà l’esito del part. pres.; si vedano inoltre i suffissati a. fr. fableor‘bugiardo’, prov. hableur‘mentitore’ (Marsiglia) [3]. Lamancata spirantizzazione della -B- è indice di una trafila semidotta, che si riconosce anche nell’it. ant. (in attestazioni tosc. e bol. del xIVsec.) [4]. B i b l.: [1] rEW3125, cfr. fEW3.345. [2] fEW3.345, 346, BAttAGLIA1.191. [3] fEW 3.345. [4] tLIO s.v. fabulare. Ceccarelli FABRIÁN (fabriá) s.m. Deretano (S. Antonio, Palagnedra, Pura, Sonvico, Balerna). I Mat. VSI documentano inoltre fabrién ‘sedere’ a Vanzone, nell’Ossolano. Diffuso in buona parte dell’Italia sett. con lo stesso significato [1], il term. deriva dal nome della città di Fabriano, nelle Marche; in particolare sembra riallacciarsi all’espress. chiappe di Fabriano, con la quale in area march. si designavano tradizionalm. le molle per il fuoco usate nelle fucine; a partire dal xVII sec. il sintagma ha assunto il significato di ‘deretano, sedere’, in base a un trapasso semantico risultante da un lato dall’omofonia con chiappa‘natica’, dall’altro dalla rima tra Fabri-anoe deret-ano(senza escludere l’intervento del sost. ano) [2]. B i b l.: ChEruB. 2.80. [1] DI 2.2 e n. 2, v. inoltre PrAtI, Voci 81 (n. 130), fErrErO, Diz. 129, BOGGIONE-CASALEGNO551, rEP 593. [2] DI 2.2, rEP 593, Cantagalli in BOGGIONE-CASALEGNO177, v. anche LOttI, Parole 139. Ceccarelli FABRICÁ (fabriká) v. fabbricare. V a r.: fabricá, fabricaa; fabricè (Chironico), fabriè (Ludiano), fabrièe(rovana), fabriché(Brusio), fabrichè (Malvaglia, Lev., Mesocco, SottoP.), fabrichèe (riv., Olivone, Brione Verz., Gerra Gamb.), frabichèe(Brione Verz.). 1. Costruire, edificare: fabrichè a sass, a quadréi, costruire in pietra, con mattoni (Calpiogna), tanti i è tornái ricch e contént: i a fabricòu cá e stalen, i a crumpòu fóndi, tanti [emigrati] sono tornati ricchi e contenti: hanno fabbricato case e stalle, hanno comperato terreni (Mesocco [1]), al palazz di Salasc l’é stacc fabrichè vèrs l’ann milissetcentsetanta, il Palazzo Salis è stato costruito verso l’anno 1770 (Bondo [2]), u país vécc l’éva ded légn, dòpu i l’ann fabricó ded sass, il vecchio paese era di legno, dopo [l’incendio del 19 settembre 1877] l’hanno costruito di pietra (Airolo [3]).

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