Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

194 ESIBÍ ESPLIChÈ ciata di marenghi per la vacca più bella (Biasca [9]), i ma inṡübiss domá domila franch, mi offrono soltanto duemila franchi (Montagnola [10]), mí gh’ò giá da quii che m’a inṡibii dó vòlt püssée, io ho già di quelli che mi hanno offerto due volte di più (Melide [11]). 2. Minacciare percosse: al m’a nṡebíd di bòtt, mi ha promesso delle botte (Sonvico), u m’i a isibíd, me le ha promesse (Airolo [12]), u m’a inżübíd düü s’giaff, mi ha promesso due schiaffi (Gravesano [13]), in scambi de pagám el gh’a vud el fidigh de inżibímompugn sol nas, chèll malfabégn, l’arissa domá dovú provaa!, al posto di pagarmi ha avuto il fegato di promettermi un pugno sul naso, quel furfante, avrebbe solo dovuto provarci! (roveredo Grig. [14]); – mostrare come gesto di minaccia: ṡubii i pugn, mostrare i pugni (Breno). Dal lat. ExhIBērE‘esibire, offrire’ [15], con il cambio di coniugazione avvenuto anche nell’it. esibire [16]. Sebbene il mancato sviluppo -B- > -v- denunci una trafila semidotta, i dati raccolti manifestano esiti fon. regolari nella voc. protonica (nonché influssi dal contesto labiale, dove essa si presenta come ü [17]). Le forme inizianti per inṡ-, inż-, con le loro var. (incluse le blen. e lev. is-, che si conformano alla normale caduta di n nel nesso lat. NS[18]), affiorano anche in un’area compresa fra Piemonte orientale e Lecchese [19] e si dovranno a sovrapposizione del pref. in- alla sillaba iniziale di esibí [20]; l’esistenza di forme aferetiche (ṡibí, żibí ecc.) non fa d’altra parte escludere la semplice aggiunta del prefisso a queste ultime. – Il significato di ‘offrire’, principale nei dial. sv.it. come nell’Italia sett. [21] (dove non è raro incontrare una specializzazione all’offerta di cibo e bevande [22]), è stato anche dell’it. esibirealmeno fino a fineOttocento,mentrenella lingua odierna è più comune quello di ‘mostrare’ [23]. Per i dati al par. 2., in Lombardia si rileva non solo il valore di ‘minacciare (botte)’ [24], ma anche quello di ‘promettere’ [25], semanticam. prossimo al significato di ‘offrire’. Nei dial. della SvIt., la concorrenza dell’italianismo ofrí ‘offrire’ è stata segnalata da tempo, ad es. a Cama (1972) e nel Mendr. (1980) [26]. B i b l.: AIS 4.837; ChEruB. 2.72, 5.93, MONtI 72,312. [1] DOSI 5.90. [2] KELLEr, Mendr. 261. [3] BEffA31. [4] ChEDA, Australia 2.252. [5] PArAVICINI 24. [6] rOSSI, Malcantone 300; cfr. KELLEr, ALug. 164 e 186 n. 8. [7] SCOLArI, Premio Bell. 29. [8] DEMArChI, Gent 12. [9] MAGGINEttI-LurAtI 97. [10] Cfr. AIS 4.837-839. [11] POCOBELLI, tilipp 113. [12] BEffA 160. [13] PASSArDI 163. [14] rAVEGLIA 102. [15] SALVIONI-fAré, Postille 3012c. [16] DEI 2.1536, DELI2 537, NOCENtINI 393. [17] V. SPIESS, Vrom. 24.125. [18] V. DOSI 1.46, 3.66. [19] WEtzELrOSSI 142, ProSenOmegna 102, OGLINO272,299, BELLEt - tI, Diz. 2.77, GOrINI-MAGGIOrA117, AzIMONtI 46, D’ILArIO 121, ChEruB. 5.93, LOCAtELLI 49,90,105, CAMINADA 207, BIELLA484, SCuffI 251. [20] Cfr. Lurà125, Bracchi in SCuffI 102. [21] tIrAB. 492, PASquINI, Lessico 275, rICCI 177, GrASSI 193, rIGOBELLO178; v. anche fOLENA, Goldoni 202. [22] BELLAtI 511, GIOrGEttA-GhIGGI 460, DVt 553. [23] BAttAGLIA 5.344, DE MAurO 2.932. [24] V. BELLEttI, Diz. 3.252, ChEruB. 5.93, CAMINADA 207, BIELLA484-485. [25] V. WEtzEL-rOSSI 142, ProSenOmegna 102, GOrINI-MAGGIOrA 117, AzIMONtI 46, D’ILArIO 121, LOCAtELLI 105. [26] G. LurAtI, Alm.Grig. 1972.194, Lurà, Dial.mendr. 47. Petrini ESPERIÉNZA(ešpernza) s.f. Esperienza. V a r.: esperiénza, speriénza; aspariénza (Gresso), esperiénsa(Arosio, Sonvico), esperiénse(Medeglia, robasacco), esperiénze (Chironico, Gerra Gamb., Bironico), esperiènze (Landarenca), esperiínza (Minusio), fpariénza (Malvaglia), isperiénza (Caviano), spariénza (Ludiano, Gordevio, Gresso, Cavigliano), speriénsa(Sonvico), speriénze (Sementina, Gerra Gamb.). Fant sénza fpariénza(Malvaglia), bastrü sanza spariénza(Gordevio), ragazzo senza esperienza, senza pratica, l’óm vécc u gh’a speriénza e u dév véss respetò, l’uomo anziano ha esperienza e deve essere rispettato (ronco s. Ascona); – l’esperiénza l’è la maèstra, ma la vénd car i só lezzión, l’esperienza è la maestra, ma vende care le proprie lezioni (ronco s. Ascona). It. esperienza [1]; per lo stesso concetto le parlate della SvIt. si avvalgono per lo più di  prátiga. – La voce comincia ad affiorare nei diz. dial. dell’Italia sett. intorno alla metà dell’Ottocento, con l’eccezione del Vocab.bresc.tosc. (del 1759) [2]; figura inoltre in testi mil. della fine del xVII sec. e del xVIII: in un dialogo scenico del Maggi, in una rima del tanzi databile al 1762, infine in una poesia del Porta del 1793 [3]. B i b l.: [1] DEI 2.1542, DELI2 540; BAttAGLIA5.374375; cfr. DVt358, DELt2.2406, DESf2.664. [2] fErrArI 260, MOrrI 303, AzzOLINI, Voc. 976; SANt’ALBINO532, MALASPINA 4.174; PASquALI 156, tIrAB. 493, ANGIOL. 299, ArrIVABENE2.246,MArANESI158; Vocab.bresc.tosc. 323. [3] MAGGI, teatro 1.785.149, tANzI, Poesie 49.6, POrtA, Poesie 804.5. Ceccarelli ESPLICHÈ (ešplik) v. Significare (Dalpe). Proviene dal fr. expliquer ‘spiegare’ [1] ed è verosimilm. un francesismo importato nel villaggio lev. con l’emigrazione (nel 1865, più di un quarto della popo-

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