Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

232 fÁBrICA fABrICANt (Sonvico). – trasl., in fábrica, in gestazione, in stato di gravidanza (Brione Verz., S. Abbondio, Viganello). 5.2. Fábricadala lana, fabbrica della lana: l’amministrazione cantonale, i cui impiegati sono ritenuti fannulloni (tic.); aChironico, fábriciada l’òli, fabbrica dell’olio: luogo di riunione di fannulloni. – Fábrica dal cacáo (Arzo), … dal ciculatt (Lug.), fabbrica del cacao, del cioccolato: deretano; di qui, l’è vün da chii dala fábrica dal ciculatt, è uno di quelli della fabbrica del cioccolato: un omosessuale (Lugano). 5.3. A Camorino, saraa sǘ la fábrica di balött, chiudere la fabbrica dei bambini: astenersi dai rapporti sessuali [15]. 5.4. Fábrica da l’apetitt, fabbrica dell’appetito: necessità di mangiare (generalm.), u lavóra par la fábrica da l’apetitt, lavora per procurarsi da mangiare (Maggia) e, con un gioco di parole su maiá ‘mangiare’, fábrica ded la maiòlica, fabbrica della maiolica: necessità di mangiare (Giornico). 5.5. Tusa da fábrica, ragazza da fabbrica: non portata per i lavori domestici (Viganello). 5.6. Bóll da fábrica, bollo di fabbrica (Castasegna), mèrca d fábrica, marchio di fabbrica (Giornico): fisionomia, tratti somatici, indole, comportamenti caratteristici di una persona, di una famiglia; – difètt de fábriche, difetto di fabbrica: congenito, ereditario (robasacco). 6. toponomastica La presenza di fabbriche e opifici ha lasciato traccia anche nei nomi di luogo: ra Fábrica, zona attualmente occupata da infrastrutture industriali, un tempo da campi e appezzamenti prativi (Bioggio), er Fábrica, fabbrica di mobili e di serramenti (Gerra Verz.), ra Fábrica, stabilimento che un tempo ospitava la fabbrica di cioccolato Cima Norma, chiusa nel 1969 (torre), la Fábrica di zigar, ex fabbrica di sigari (Locarno), la Fábrica, antica distilleria (Verscio), la Fabrichéta, ex fabbrica di tabacchi, oggi casa condominiale (Brissago); – la Fabrich, ex fucina (Braggio), ra Fábrica, edificio, un tempo adibito all’allevamento dei bachi da seta (Cademario) [16]. – La Fábrica, casa che fu in costruzione per lungo tempo (Vezia [17]), complesso di edifici alpestri sul versante meridionale del monte Generoso, in zona la Piana: costruiti negli anni 1903-1906, si dice che avessero occupato un cantiere di ragguardevoli dimensioni (Castel S. Pietro [18]); a una zona alpestre, discosta dall’abitato, sembra riferirsi «Alla fabbrica, sopra la cinta della piantagione di Sella» (Muggio [19]). – Indicano edifici di grandi dimensioni la Fábrica du védru, alla lettera ‘la fabrica del vetro’, grande casa familiare in pietra su tre piani a Madrano (Airolo) e, in forma accrescitiva, al Fabricún, grande ed elegante palazzo, edificato negli anni 1876-1877 e in seguito rinnovato, lungo il viale della Stazione (Bellinzona), al Fabricón, nome dato all’imponente Kurhotel Esplanade, costruito tra il 1912 e il 1913 (Minusio) [20]. 7. Derivati fabrichina s.f. Operaia impiegata in fabbrica (Brissago). Si riferisce in particolare alle operaie della locale manifattura dei tabacchi. – fuori della Svizzera italiana il termine vale anche ‘filandaia’ (Vanzone); a Suna, vèss tant mè na fabrichina, essere come un’operaia di fabbrica: di facili costumi. Dall’it. fabbricae dal suo deriv. fabbrichina[21]. – La var. frábrica di Gandria (cfr. anche il doc. «uno desco de frabrica», Mesocco 1503 [22]) trova corrispondenze in vari dial. dell’italoromanzo (ad es. nei dial. venez., pugl. e sic. [23]) e riscontri già antichi [24]. – I paragoni al par. 2. sono anche dell’it. [25]. – La locuzione fábrica dala lana(par. 5.2.) si spiega alla luce di fá lana(letteralm. ‘fare lana’) ‘oziare’. – Il primo modo di dire al par. 5.4. riaffiora nell’it. [26]; per la locuz. registrata a Giornico (sempre al par. 5.4.) cfr. il piem. fabrica ’d la maiolica‘fame’ [27]. – Per in fábrica‘in stato di gravidanza’ (par. 5.1.) cfr., fuori della SvIt., sí adrí a fabricá‘essere intenta a fabbricare: incinta’ (Vanzone). – Il paragone registrato a Suna (par. 7.) si chiarisce alla luce dell’osservazione del corrisp. del VSI, secondo il quale «in generale nelle fabbriche regna il malcostume». B i b l.: ChEruB. 2.80, Giunte 80, 5.61. [1] PICENONI, qGI 13.129. [2] ChIESI, fS 75.80. [3] MANtOVANI, tCLoc. 7.170. [4] Cfr. SChINz, SvIt. 165, 249-250,261,262, GALLI, Ghiringh. 62,63,120,127,128, 129,131,133,136, frANSCINI, SvIt. 1.259-266. [5] V. ad es. SChNEIDErfrANKEN, Industrie. [6] DSI 3.6.86 e n. 6. [7] Arch. fonti orali 84.22. [8] DOSI 6.103. [9] DOSI 5.93. [10] V. anche NESSI, Vite 11. [11] Cfr. MENA, Storia tic. 3.1.393-394, DOSI 5.275-280 (con bibliografia). [12] DOSI 5.275. [13] DOSI 6.161. [14] DOSI 6.249. [15] LurAtI, Diz. modi di dire 285. [16] ANL Bioggio 15, Gerra Piano 30, rtt torre 49, Mat. rtt, tOGNOLA, Braggio 68, ANLCademario 23. [17]Mat. rtt. [18] Comunicaz. P. Crivelli, Novazzano. [19] f.u. 1950.826. [20] BEffA 173,325, tALAMONA, Vecchia Bell. 184, zELI, fS 76.28; rtt Minusio 87-88. [21] DEI 2.1577, DELI2 553, BAttAGLIA5.538-541,545. [22] BSSI 11.251. [23] BOErIO208, AIS 5.858. [24] V. tLIO s.v. fàbbrica(cfr. anche s.v. fabbricare). [25] BAttAGLIA 5.540, v. anche quArtu 185. [26] SPItzEr, hunger 199-200, v. ancheBAttAGLIA5.541. [27] rEP 594. Ceccarelli fábrica, fabricaa, -icadibat, -icadó, -icant  fabricá

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