Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

246 fAff fAGÈtA senza consistenza’, venez. fofio ‘gonfio, molliccio’ [3], calabr. fòfa‘morbida: di noce’ [4]. B i b l.: [1] rEW 3411, fEW 3.366; v. anche DELt 1.1099 s.v. fáfol. [2] fEW 3.366. [3] MONtI 80, BOErIO 226, BrACChI, Parlate 114, rEW3411; cfr. fEW3.835b, DEI 3.1729 s.v. fuffigno. [4] AIS 7.1298 P. 780, v. inoltre rOhLfS, NDizCal. 271. Ceccarelli FAFI (fáfi) s.m. Guscione, castagna vuota, che non si è sviluppata. V a r.: fafi(Claro, Indemini, Malc.), fèfi(Palagnedra). 1. Butlu víi, nanín, ch’a l’é om fafi, l’é giustu rólo; invéci quéste l’é bóno, buttala via, piccino, che è un guscione, è tutta buccia; invece questa è buona (Claro). – AClaro assume anche il significato trasl. di ‘persona priva di buon senso, inetta, buono a nulla’: un fafi l pòo dii domá fafiégn, un inetto può dire soltanto cose senza senso; come epiteto ingiurioso: te sé pròpi m fafi, sei proprio uno stupido; inoltre, con uso aggettivale: sgént fafia, gente insulsa. 2. Derivati fafiadas.f. Discorso insulso (Caviano). fafiégn s.f.pl. Sciocchezze, stupidaggini (Claro). fafións.m. 1. Guscione, castagna vuota (Sobrio). – 2. Sempliciotto, buono a nulla, uomo da poco (Claro, Malc. [1]). fafiòtt s.f.pl. Guscioni, castagne vuote (Lev.). fafiött (Lev.), fafiétt (Sobrio), fafitan(Pollegio) s.m.pl. 1. Guscioni, castagne vuote. – 2. Castagne non ancora formate (faido). – 3. Al sing., sempliciotto, buono a nulla, persona da poco (Giornico, faido). formazione espressiva, da una base fonosimbolica *fAff- indicante cose senza consistenza, leggere, molli, oggetti di poco valore [2], attraverso una var. *fafiu< *fAffŭLu(M) (il significato di Claro e di alcuni dei deriv. non fanno escludere un contatto con  fabi2 ‘insulso, scipito, insipido’ < lat. VăPIDu(S) ‘guasto, svanito’). Altri sinonimi di origine molto probabilm. espressiva mostrano una struttura simile: oltre a quelli menzionati nella discussione di  cafi, si veda bèfi‘guscione della castagna’ (esaminato in  babi) e altri ancora in cui si riscontra il fono f [3]; v. anche il sin.  fèfa, il loc.  faff‘grasso,molliccio’ (Brissago) e numerosi paralleli nel gallorom. [4]. – Per il senso di ‘sempliciotto, buono a nulla’ cfr. gli eng. fafögn‘maldestro, impacciato, goffo; lavoratore da poco, inconcludente’ e fr. centr. fafiou ‘damerino, uomo affettato’, ‘giovanotto dalle pretese ridicole’ [5]; per quelli di ‘sciocchezze, stupidaggini’, ‘discorso insulso’ dei deriv. cfr. il grig.rom. fafanoias‘scempiaggini, chiacchiere insulse, baggianate’ [6], v. inoltre i loren.fäfyoe‘parlare indistintamente, farfugliare’, fäfay ‘chiacchiera’ [7]. Il deriv. fafiégn di Claro è formato da fAfI- con l’aggiunta del suff. -ŏNEudi valore spreg. [8], presente anche nel già citato agg. eng. fafögn. B i b l.: AIS 7.1293, KAESEr45. [1] rOSSI, Malcantone 289. [2] rEW 3411, SALVIONI-fAré, Postille 3411, fEW 3.366; v. inoltre DELt 1. 1099 s.v. fáfol. [3] V. LSI-rID 1.601 s.v. guscione. [4] DELt 1.1099, fEW 3.366-367. [5] DrG 6.14, fEW 3. 367. [6] DrG 6.13-14. [7] fEW 3.367. [8] rOhLfS, GrIt. 3.1069. Ceccarelli fafiada, -iégn, -ión, -iòtt, -iött  fafi FAF (faf) s.m. 1. Sempliciotto, buono a nulla (Mendr.). – 2. Persona che lavora eccessivamente (Balerna). Quéll lí l’è un faf da vün, quel tale è corto di mente, non conclude nulla, è scombinato (Castel S. Pietro). Deriv. in -ŏLu da una base fonosimbolica *fAffdalle molteplici valenze: questo tema, imitativo del soffiare, del gonfiarsi [1], in questo caso mira piuttosto a veicolare il concetto di ‘vuotezza, inettitudine’ che affiora, tra l’altro, anche in  fafi ‘castagna vuota’ e nel suo trasl. ‘sempliciotto, buono a nulla’. Il secondo significato andrà inteso restringendolo a chi ha un rendimento scarso in rapporto al tempo impiegato nel lavoro, e si sarà pertanto sviluppato a partire da valori presenti ad es. negli eng. fafögn‘persona che lavoricchia, che pasticcia; perditempo’, fafögnar ‘lavorare lentamente e male, affrontare un lavoro svogliatamente, cincischiare’ [2], norm. fafogner ‘tergiversare’ [3], ai quali si potranno aggiungere i lad. dolom. fufugné ‘lavoricchiare senza concludere, perdere tempo in cose futili’, friul. fufignâ‘lavoracchiare, fare qualunque cosa di poca voglia o senza concludere’ [4]; v. anche il picc. foufeteu‘persona che lavora in fretta e lascia i lavori a metà’ [5]. B i b l.: [1] Cfr. rEW 3411, SALVIONI-fAré, Postille 3411, fEW 3.366-367, 3.835b; v. anche DELt 1.1099 s.v. fáfol. [2] DrG 6.14-15. [3] fEW 3.367. [4] PALLABAzzEr210, NuOVOPIrONA2 354-355. [5] fEW 3.835b. Ceccarelli fagèta  fagia

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