Centro di dialettologia e di etnografia

3. Caratteristiche e attributi «Ma l’astro che conquista la meraviglia di tutti è l’ul- timo, la luna: il più familiare alla terra, mezzo in- ventato dalla natura come rimedio alle tenebre as- solute. Con lemolte forme del suomovimento essa ha tormentato le menti di coloro che la contemplavano, sdegnati che restasse sconosciuto proprio l’astro a noi più vicino» scriveva Plinio il Vecchio 2000 anni fa, nella sua Naturalis Historia . Corpo celeste più vicino alla terra e secondo per lu- minosità solo al sole, da sempre la luna affascina e in- curiosisce; per questa ragione ha assunto nell’imma- ginario altrettanta e forse maggiore importanza di quanta non ne abbia nella quotidianità, vedendosi attribuire caratteristiche e prerogative talvolta qua- si umane, ma rimanendo ciò nonostante avvolta in un’aura di mistero. 3.1. Alterità Vicina e tuttavia inarrivabile, la luna si pone innan- zitutto in contrapposizione alla terra, diventando il luogo dell’alterità e della mancata adesione alla realtà: in dal mónd dala lüna , nel mondo della luna: lontano dalla realtà (generalm.), viv in dal mónd dala lüne , vi- vere fra le nuvole (Gerra Gamb.), véss in dal mónd dala lüna , essere ignaro di tutto (Rovio), vigní gió dal mónd dala lüna , scendere dal mondo della luna: es- sere molto meravigliato (Stabio), al végn gió dèss dar mónd dra lüna , non sa una cosa che tutti sanno (Da- vesco-Soragno); – a Calpiogna, burlè gi® dala lüna , es- sere inaudito, ricercato: di parola. – Con un ulteriore slittamento semantico, nasciar dadrée la lüna , na- scere dopo la luna: essere ingenuo (Vicosoprano), u par ch’u végn fòra dal mund dla lüna , sembra uscito dal mondo della luna (Linescio), el par crodóu giú adèss dela luna , sembra caduto adesso dalla luna (Soazza): è stupido, te i è le tèste in le lunu? , hai la testa sulla luna?: non capisci? (Chironico), a végn mía dal mund dala lüna! , non sono mica uno sprovveduto! (Minusio). Lüna 14

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