News
01.
Trentesimo anniversario del disastro di
Cernobyl
Ricorre domani 26 aprile il 30° anniversario dell'incidente di
Chernobyl, la principale causa di immissioni su scala mondiale di
radionuclidi artificiali nell'ambiente. Quel giorno, grandi quantità
di radioattività furono immesse nell'atmosfera sopra Cernobyl. Le particelle
radioattive furono, nei giorni a seguire, trasportate con le masse d'aria
in tutta Europa. La Svizzera non fu risparmiata. Le precipitazioni
fecero cadere al suolo questa radioattività dall'aria. Date le forti
piogge che si ebbero in Ticino al passaggio della nuvola radioattiva, il
nostro cantone raccolse all’interno della Svizzera i maggiori
depositi di radioattività sul terreno e sulle piante. Il
Dipartimento del Territorio ha di recente pubblicato uno studio sulla
distribuzione di radiocesio in diversi terreni boschivi del canton
Ticino, con l'obiettivo di dimostrare che, in questo tipo di terreni,
la migrazione in profondità sia effettivamente pressoché
trascurabile.
Alcuni isotopi radioattivi artificiali non sono
oggi più rilevabili in Svizzera, soprattutto grazie a tempi di
dimezzamento (t1/2, tempo necessario perché la metà degli
atomi decada naturalmente) relativamente corti (p.es. iodio-131, t1/2:
circa 8 giorni). Altri isotopi più persistenti, in particolare il
cesio-137 (Cs-137, t1/2: circa 30 anni) e lo stronzio-90 (Sr-90, t1/2:
circa 29 anni), sono tuttavia ancora misurabili, ancorchè in tracce,
nelle derrate alimentari, il cui controllo compete in Ticino al Laboratorio
cantonale.
Viste le ricadute radioattive maggiori sul Ticino per
rapporto al resto del nostro paese, alcune derrate alimentari locali hanno
presentato e presentano ancora oggi residui leggermente superiori alla
media svizzera. Per questo l'attività di monitoraggio della
radioattività nelle derrate alimentari in Ticino non è mai
stato sospesa, anche se i livelli di contaminazione residuale non sono per
nulla preoccupanti.
L'Ufficio federale della sanità
pubblica (UFSP) propone annualmente un piano di
misurazioni su scala nazionale volto a monitorare nel tempo le
concentrazioni di Cs-137 e Sr-90 in diverse matrici. Il Laboratorio
cantonale contribuisce a questo piano e analizza campioni di terra, erba e
latte, prelevati normalmente a giugno e provenienti da tre aziende agricole
operanti sul territorio ticinese. I risultati
relativi a queste analisi mostrano livelli tali da non più
destare preoccupazione alcuna di ordine sanitario (scarsissima importanza
dosimetrica).
Il Laboratorio cantonale monitora inoltre nel
tempo la contaminazione radioattiva in diverse matrici alimentari (p.es.
funghi secchi e congelati, latte, miele) in commercio. I risultati di
diverse campagne svolte nell'ultimo decennio sono tali da non destare
preoccupazione.
Gli ecosistemi naturali e semi-naturali quali le
foreste e le superfici boschive sono l'habitat naturale di animali
selvatici, di muschi, di bacche e di funghi; tali ecosistemi tendono a
trattenere i radionuclidi provenienti dalle ricadute atmosferiche in uno
scambio ciclico tra gli strati superiori del suolo (strame), batteri,
microfauna, microflora e vegetazione. Inoltre il suolo di tali ecosistemi,
normalmente indisturbato e consistente per la maggior parte di materiale
organico, tende ad aumentare la disponibilità biologica del cesio
radioattivo. Nel corso del 2015 sono state quindi portate a termine da
parte nostra altre campagne di monitoraggio, in particolare sulla
selvaggina e sui funghi.
È risaputo che la selvaggina
può ancora oggi risultare sensibilmente contaminata da cesio-137 a
causa della ricaduta radioattiva generata da "Chernobyl": la selvaggina
è in particolare ghiotta dei cosiddetti «tartufi dei
cervi», funghi non commestibili per l'uomo largamente diffusi nei
boschi ticinesi e che crescono a circa dieci centimetri di
profondità, ossia al livello in cui si trova oggi il cesio-137
infiltratosi lentamente nel suolo dal 1986. Questi funghi hanno la
particolarità di assorbire una grande quantità di
radioattività con attività del cesio-137 che raggiungono
spesso migliaia di Bq/kg. Non si può quindi escludere a priori
che cinghiali, cervi, caprioli e camosci nutritisi con tali funghi in
particolare tra agosto e settembre, possano mostrare picchi di
positività radiologica, poi smaltita nei mesi successivi. Questo
timore è stato confermato da alcuni casi di “selvaggina”
contaminata segnalata nelle regioni piemontesi a ridosso del confine.
Per intercettare alla fonte eventuali capi contaminati, durante il periodo
venatorio l’Ufficio del veterinario cantonale (UVC), con il supporto
tecnico della sezione radioattività ambientale (URA)
dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), dal 2013
ha reintrodotto un monitoraggio
sistematico della radioattività nella selvaggina nostrana, in
particolare i cinghiali, consegnata ai posti di controllo. Il Laboratorio
cantonale ha da parte sua monitorato la contaminazione radioattiva della
carne di selvaggina in commercio. Per raggiungere lo scopo durante la
stagione venatoria 2015 sono stati prelevati dalle macellerie distribuite
sull’intero territorio cantonale 20 campioni di carne cruda di cervo,
capriolo e camoscio catturati in Ticino. La contaminazione
da Cs-137 riscontrabile nella selvaggina nostrana è, a un
trentennio dalla catastrofe di Chernobyl, contenuto. I risultati mostrano
come in nessun caso siano stati superati i limiti di legge.
I
funghi sono considerati utili bioindicatori della radioattività
ambientale poiché sono in grado di assorbire e trattenere il cesio
presente nel terreno; questa loro peculiarità fa sì che la
concentrazione media di cesio 137 nei funghi sia superiore a quella di
tutti gli altri prodotti alimentari, con variazioni che dipendono sia dalla
specie che dal luogo di prelievo. Anche durante il 2015 è stato
quindi eseguito un ampio monitoraggio con l’analisi di una serie di
37 campioni di funghi selvatici appartenenti a 6 specie commestibili,
raccolti sul territorio ticinese da membri ticinesi dell’Associazione
svizzera dei controllori di funghi VAPKO
(Vereinigung Amtlicher Pilzkontrollorgane). Le analisi si sono
focalizzate sulla presenza di contaminanti radioattivi di origine
artificiale e naturale. Il livello della contaminazione da Cs-137 nei
funghi commestibili selvatici ticinesi è, a un trentennio dalla
catastrofe di Chernobyl, assai contenuto. I tenori di
radioattività nei funghi selvatici commestibili nostrani
misurati non si discostano significativamente da quelli osservati in
passato.
Nel 2013 e nel 2014 è stata misurata la
radioattività anche in campioni di agoni del Verbano, monitorando i
residui di cesio-137, di potassio-40 e -limitatamente al 2013 per 5
campioni- pure del polonio-210. Nel 2014 è stata misurata la
radioattività del latte di produzione nostrana. In questa matrice
sono stati ricercati, oltre a cesio e potassio, anche i residui dello
stronzio-90. Le contaminazioni nei pesci e nel latte ticinese, seppur
leggermente superiori alla media svizzera, si situano abbondantemente al di
sotto dei limiti di legge e sono di scarsa rilevanza dosimetrica: la
situazione non desta la benchè minima preoccupazione Dettagli su
queste due campagne sono contenuti nei rapporti di
esercizio 2013 e 2014.
|
|
Vi ringraziamo per l'interesse mostrato nei confronti della
nostra attività, vi invitiamo ad informare i vostri conoscenti e
amici sulla possibilità di iscriversi
alla nostra mailing-list e ricevere così importanti informazioni
utili sia professionalmente che come cittadino-consumatore
Ricevi questa Newsletter perché ti sei abbonato. Non sei più interessato? Disiscriviti.
|
Impressum
Dipartimento della sanità e della
socialità Divisione della salute pubblica
Laboratorio cantonale Via Mirasole 22 6500
Bellinzona
|
tel. +41 91 814 61 11 fax +41 91 814 61 19 dss-lc@ti.ch www.ti.ch/laboratorio
|
|
|