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01.
Qualità dell’acqua potabile in Ticino nel 2017
Situazioni di non
potabilità riscontrate in ambito di autocontrollo e di controllo
ufficiale
I casi di non potabilità
accertata durante tutto l’anno hanno visto coinvolti 17 comprensori
gestiti da 13 aziende.
In 9 comprensori di distribuzione la non
potabilità è scaturita in seguito ad analisi/valutazioni
effettuate nell’ambito del proprio sistema di autocontrollo, in 8
casi in seguito ai controlli ufficiali regolari (per un totale di 10
campioni) dell’acqua servita all’utenza. È quindi
evidente come le analisi in regime di autocontrollo siano lo strumento
principale a garanzia della tutela della salute del consumetore.
Tra le cause della non potabilità se ne sono 12 riconducibili alla
presenza di batteri dovuta a infiltrazioni nelle strutture, 1 caso dovuto
ad una panne al sistema di disinfezione, 2 casi per intorbidimento
eccessivo dell’acqua, 1 caso per presenza di roditori nella
captazione e –da ultimo- in un caso si è dichiarata la non
potabilità in via precauzionale a seguito di problemi alla rete di
distribuzione.
Ricordiamo che nei casi di non conformità
le Aziende devono immediatamente reagire e adottare misure atte a tutelare
la salute del consumatore. Le azioni urgenti adottate nei 17 casi
sono state: dichiarazione di non potabilità (16), clorazione di
emergenza (1).
L’evoluzione dei casi di non potabilità
negli anni 2004-2017 non è di facile interpretazione. Gli aspetti
che influiscono sul numero di casi sono molteplici (p.es. meteorologia,
piani di analisi, stato delle strutture di captazione e della rete di
distribuzione, ampiezza dei controlli ufficiali, ecc.).
Certo è che l’aumento dei casi
constatato nel 2014 e poi nel 2017 è da ricondurre alle forti piogge
avvenute nei giorni precedenti i prelevamenti. In particolare si sono
riscontrati casi in cui le precipitazioni si sono concentrate
sull’arco di poche ore, rispetto a quanto poteva accadere negli
scorsi anni, ciò che ha messo a dura prova la capacità
filtrante del terreno. Tuttavia è proprio in queste situazioni che
le aziende devono prelevare, per garantire anche in condizioni di stress
estremo che l’acquedotto è in grado di fornire acqua
conforme.
Prelievi di campioni ufficiali di acqua
potabile alle utenze
L’efficacia dei sistemi di
autocontrollo non si misura solo in numero di casi di non
potabilità, ma anche nel numero di campioni ufficiali prelevati
risultati non conformi. Nel corso del 2017 il Laboratorio cantonale ha
prelevato 1004 campioni ufficiali: di questi, 68 (6.8%) sono risultati non
conformi a causa del superamento del valore massimo dei batteri fecali
Escherichia coli e/o Enterococchi (indicatori di contaminazione fecale).
Fra questi 68 vi sono anche i 10 campioni (1%) citati in precedenza, i cui
valori hanno comportato la dichiarazione di non potabilità in 8
comprensori.
Continua quindi il monitoraggio assiduo della
qualità dell’acqua distribuita sul territorio da parte del
Laboratorio cantonale. Nel corso del 2017 sono stati effettuati quasi
tre giri completi di tutti i punti di prelievo di acqua rappresentativi del
Cantone, corrispondenti a ca. 2.8 prelievi ogni 1000 abitanti.
Nei seguenti grafici sono riportate l’evoluzione del numero di
campioni prelevati annualmente all’utenza e l’evoluzione dei
risultati delle analisi sui campioni:
Accanto ai prelievi all’utenza il
Laboratorio cantonale verifica anche la qualità delle acque
sotterranee destinate ad essere utilizzate come acqua potabile. Nel corso
del 2017 sono stati prelevati e analizzati 53 campioni (a cui si possono
aggiungere 27 campioni analizzati come prestazione per terzi).
Per la valutazione dei dati della campagna, i requisiti per l’acqua
potabile sono stati applicati all’acqua greggia prima del
trattamento. Un superamento di questi valori non implica quindi
necessariamente la presenza di un pericolo nell’acqua potabile in
rete.
Nella fattispecie, cinque campioni di acqua greggia non
hanno soddisfatto i requisiti dell’Ordinanza del DFI sull'acqua
potabile e sull'acqua per piscine e docce accessibili al pubblico (OPPD),
per superamento del valore massimo per gli idrocarburi alogenati volatili
(un caso), un caso per leggero superamento del valore massimo per il ferro
e tre casi di leggero superamento del (nuovo) valore di riferimento per il
carbonio organico totale (TOC). Considerando quanto esposto, si conferma
anche quest’anno l’ottima qualità dell’acqua
potabile in Ticino. Le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua,
seppure molto diverse tra loro, rispecchiano le caratteristiche tipiche
delle risorse idriche investigate.
Oltre all’analisi dei
contaminanti, i campioni sono stati valutati anche per le loro
qualità chimico-fisiche. Le acque esaminate, prelevate nella regione
che si estende da Chiasso a Maggia, hanno mostrato caratteristiche molto
diverse. La durezza totale (vedi grafico sotto) varia da un massimo di
38°f a Mendrisio a un minimo di 1°f a Maggia. Questa situazione
rispecchia la diversa composizione geologica del sottosuolo Ticinese.
Grazie ai gradi di durezza francesi (°f)
l’acqua può essere caratterizzata, in base alla sua durezza,
secondo i parametri seguenti: Durezza °f 1-7 acqua
molto dolce, Durezza °f 8-15 acqua dolce, Durezza
°f 16-25 acqua mediamente dura, Durezza °f 26-32
acqua abbastanza dura, Durezza °f 33-42 acqua dura, Durezza
°f >42 acqua molto dura. Precisiamo qui che la durezza
indicata non è necessariamente quella dell'acqua all'utenza nei
rispettivi comuni. Informazioni su questi valori sono visibili nella tabella e
nel grafico
(datati 2003) della durezza dell'acqua nei comuni ticinesi pubblicata
sul nostro sito.
Lo spettro ionico delle acque analizzate,
così come i risultati delle analisi di altri diversi contaminati (di
origine naturale e non) che possono essere presenti nell’acqua di
falda saranno presentati nel rapporto annuo.
Campagna di
analisi dell'arsenico
Con questa comunicazione
informiamo, vista l’attualità del problema, sui risultati di
una campagna di analisi dell’arsenico nell’acqua potabile.
L’arsenico è un metallo pesante tossico presente naturalmente
nel sottosuolo. In Ticino ci sono principalmente cinque zone, dove vi
è una presenza rilevante di arsenico: l’Alto-Malcantone, la
Capriasca, la regione Melide-Morcote, il Locarnese e Monteceneri.
La tossicità acuta dell’arsenico è nota fin
dall’antichità. Più recenti sono invece le conoscenze
riguardo alla sua tossicità a concentrazioni medio-basse. Diversi
studi epidemiologici effettuati alla fine degli anni ’80 in Taiwan,
hanno dimostrato un legame tra il consumo quotidiano di acqua contenente
livelli alti di arsenico (>100µg/L) e l’insorgenza di
diverse patologie tra cui: alterazioni cutanee, problemi circolatori e
l’insorgenza di cancro. Allo stato attuale delle conoscenze, non
è possibile definire un apporto giornaliero tollerato (TDI) per il
quale non ci sono conseguenze sull’organismo. Ci sono però
forti indizi, che il rischio è proporzionale alla concentrazione di
arsenico. A livello internazionale l’OMS (Organizzazione Mondiale
della Sanità) ha costantemente aggiornato al ribasso il limite per
l’arsenico nell’acqua potabile: nel 1958 il limite era
200µg/L, per poi passare a 50µg/L nel 1963 e infine
all’attuale valore di 10µg/L nel 1993. Il valore attuale non ha
unicamente giustificazioni tossicologiche (non essendoci ad oggi un TDI
valido), ma deriva da una valutazione di: rischio per la salute,
performance degli impianti di trattamento e capacità analitica. A
tutela della salute pubblica, ogni sforzo deve essere fatto per diminuire
al minimo l’assunzione di arsenico dalla dieta. La Svizzera ha
ripreso il valore di legge OMS nel 2014 con un periodo di transizione di 4
anni per permettere ai fornitori d’acqua di eseguire, dove
necessario, le misure appropriate per abbassare la concentrazione di
arsenico nell’acqua in rete. Il valore di legge si riferisce alla
concentrazione totale di arsenico (somma di As(III) e As(V)), ma per una
valutazione tossicologica adeguata è necessario conoscere la forma
di arsenico: la tossicità dell’As(III) è di molto
superiore a quella dell’As(V). L’informazione sulla specie di
arsenico è anche molto importante per il corretto dimensionamento
d’impianti di trattamento.
La campagna si è
svolta in due fasi: • Campagna di prelievo
dell’acqua in rete, con determinazione dell’arsenico totale. • Campagna di prelievo alla sorgente, con
determinazione di As(III) e As(V) tramite speciazione. I prelievi per
entrambe le campagne sono stati eseguiti unicamente nelle zone dove la
presenza di arsenico è conosciuta.
Riportiamo qui
unicamente le risultanze della prima campagna, rimandando il lettore
interessato ai risultati della seconda campagna al nostro rapporto annuo di
prossima pubblicazione.
Nessun campione è risultato non
conforme rispetto al valore di legge valido attualmente (50µg/L).
Ricordiamo che i prelievi sono stati eseguiti esclusivamente in zone dove
l’arsenico è naturalmente presente nell’acqua potabile.
Circa il 77% delle reti idriche analizzate rispetta già anche il
nuovo valore di legge (10µg/L). Per contro, in 19 punti di prelievo,
il contenuto di arsenico è risultato superiore al nuovo valore di
legge. Questi punti di prelievi si trovano in 8 comuni del Cantone, comuni
che stanno alacremente lavorando per essere in grado di garantire, entro la
fine del 2018, che l’acqua da loro distribuita rispetterà il
nuovo valore massimo. Il Laboratorio Cantonale sta monitorando da vicino la
situazione e verificando che le aziende prendano tutte le misure
necessarie, nell’ambito del loro autocontrollo, per garantire il
rispetto della legge.
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