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Università della Svizzera italiana: la forza del ponte accademico

01.06.2003

Ticinoinforma, sessione estiva n.2

Il cantone Ticino vive nell'ambito della formazione universitaria e della ricerca una stagione felice.Fondata nel 1996 l'Università della Svizzera italiana ha saputo ritagliarsi uno spazio originale come ateneo interdisciplinare,innovativo e internazionale con le sue tre facoltà:

Scienze della comunicazione,Scienze economiche a Lugano e l'Accademia di architettura a Mendrisio,alle quali sono iscritti 1500 studenti.Con un corpo accademico costituito da 150 professori, 150 assistenti e collaboratori scientifici e due Campus recentemente ultimati l'USI assicura un insegnamento personalizzato nell'ambito di infrastrutture di qualità.  Nel 2000 il cantone Ticino è stato riconosciuto come cantone universitario.

L'USI è stato fra i primi atenei ad adottare il modello di studi secondo l'ordinamento di Bologna (triennio di base seguito da un biennio di specializzazione) introdotto nel 2001 nelle due facoltà di Lugano.L'Università ha attirato nella nostra regione numerosi studenti,dottorandi, assistenti,collaboratori scientifici e docenti che non sarebbero altrimenti attivi in Ticino,ed ha favorito la crescita sul territorio di altre istituzioni superiori d'insegnamento e ricerca,come sottolinea il Consigliere di Stato Gabriele Gendotti nel suo editoriale.

L'Università è diventata un'istituzione chiave per le nostre relazioni accademiche con la Svizzera d'Oltralpe,alla quale già oggi ci lega una fitta rete di collaborazioni nel campo dell'insegnamento e della ricerca,collaborazioni che solo pochi anni fa non esistevano.La facoltà di Scienze economiche fa parte del Centro Nazionale di Competenza in finanza fondato nel 2001;USI e SUPSI partecipano con diversi progetti allo sviluppo del Campus Virtuale Svizzero per l'insegnamento a distanza.Inoltre l'USI gestisce con diverse Università confederate Scuole dottorali nazionali nel campo dell'economia sanitaria e dei nuovi media per l'insegnamento.

Le relazioni transfrontaliere si sono sviluppate con rapidità sorprendente. In pochi anni l'USI ha concluso accordi quadro per l'insegnamento e la ricerca con le cinque maggiori università lombarde: la Bocconi,la Cattolica e l'Università degli Studi a Milano,l'Università di Pavia e il Politecnico di Milano. Su queste basi sono stati avviati progetti di doppia laurea in Architettura con il Politecnico di Milano e in Scienze economiche con l'Università Bocconi.

A partire dal prossimo anno accademico prenderà avvio il primo Master biennale secondo l'ordinamento di Bologna: il master in «international tourism» in collaborazione con l'Università di Pavia.  Le ottime relazioni con le Università confederate e quelle lombarde hanno rafforzato il ruolo naturale della Svizzera italiana quale ponte accademico fra Nord e Sud.Il ponte che l'USI sta costruendo attraversa le Alpi e la frontiera meridionale e collega culture universitarie diverse,favorendo l'incontro e la collaborazione di studenti,ricercatori e docenti in un ambiente plurilingue e interdisciplinare.  All'USI ci si esprime infatti in quattro lingue.L'italiano,lingua nazionale e ufficiale,è la più importante nel triennio di base.L'inglese,seconda lingua obbligatoria, è rilevante nei bienni di specializzazione, nelle scuole dottorali e nei Master professionali.Il tedesco e il francese, lingue nazionali,sono usate con una certa frequenza nei corsi specialistici.  L'USI è diventata un polo d'attrazione per molti studenti di lingua madre diversa dall'italiano,provenienti dalla Svizzera tedesca o francese e da più di 30 paesi stranieri oltre l'Italia.Gli ultimi dati mostrano che i ticinesi sono in minoranza (46%),seguiti dagli italiani (23%),dagli svizzeri d'Oltralpe (21%) e da un gruppo fortemente internazionale pari al 10 %.  La composizione del corpo docente è altrettanto cosmopolita con il 40% di italiani e il 20% dei docenti provenienti da Germania,Francia,Russia,Stati Uniti, Belgio e via dicendo.Fra i docenti svizzeri la metà proviene d'Oltralpe e la metà è di origine ticinese.Ma anche quest'ultimi hanno ovviamente alle spalle esperienze accademiche prolungate nelle altre università svizzere o estere.  Al fenomeno della fuga dei cervelli si contrappone quindi un «ritorno» dei cervelli che contribuisce in modo ragguardevole al dinamismo e alla crescita della Svizzera italiana.

L'Università si sviluppa in dialogo culturale, economico,sociale e politico con il suo territorio. A differenza degli altri atenei svizzeri,l'USI è tenuta a dialogare con i territori limitrofi:da un lato la Svizzera d'Oltralpe,con la quale ci accomuna la storia,e dall'altro l'Italia,cui siamo legati da una lingua e una cultura comuni.  Lo sviluppo universitario e gli investimenti accademici,nell'insegnamento e nella ricerca,hanno fatto crescere il Ticino della cultura e dell'innovazione ed hanno aperto molte porte verso l'internazionalità.  La strada del futuro è segnata nell'ambito di una saggia,non solo prudente, politica finanziaria e seguendo strategie che hanno avuto successo negli anni recenti.Le regole delle nostre scelte resteranno le stesse:sviluppo negli ambiti dell'insegnamento e della ricerca nei quali si sono aperti spazi che distinguono il nostro profilo formativo da quello di una concorrenza molto potente,ma meno flessibile,meno pronta,a causa delle sue tradizioni,al cambiamento e alla sperimentazione.La nuova facoltà di Scienze informatiche rispetta in modo rigoroso queste regole.

Essa nasce con l'intento di colmare una lacuna formativa nel campo dell'informatica, creando un profilo interdisciplinare, orientato sulla gestione dei progetti e rivolto a soddisfare i nuovi bisogni del mondo aziendale e della ricerca.  La nuova facoltà risponde pure in modo concreto alle sollecitazioni delle istanze federali che hanno da tempo invitato l'USI a completare la sua offerta d'insegnamento e di ricerca con una facoltà d'indirizzo scientifico.

Autori

Marco Baggiolini

Marco Baggiolini