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Assicurazione disoccupazione: necessario il risanamento finanziario!

15.12.2009

Possiamo vivere al di sopra dei nostri mezzi? Si, possiamo! Lo abbiamo fatto per anni con l'assicurazione invalidità (AI), lo stiamo facendo con l'assicurazione disoccupazione (AD) e ci stiamo incamminando in questa direzione con l'AVS. L'AI ha una voragine di 12'000 milioni, l'assicurazione disoccupazione un debito di 6'000 milioni, l'AVS avrà più uscite che entrate dal 2013.

Che cosa succede in una famiglia se le entrate non consentono più di coprire le uscite? Le possibilità sono due: o aumentiamo le entrate, guadagnando di più, o diminuiamo le uscite, adeguando il tenore di vita alla disponibilità finanziaria.

Il medesimo principio vale per le assicurazioni sociali: per l'AI abbiamo appena deciso, in votazione popolare, di aumentare le entrate (aumento dell'IVA); contemporaneamente le revisioni in corso si prefiggono di ridurre le uscite, diminuendo le prestazioni a tutti e concentrandole per chi ne ha più bisogno.

La scorsa settimana il Consiglio nazionale ha fatto lo stesso per l'AD: ha aumentato le entrate, portando il prelievo dai salari dal 2 al 2,2% e prelevando un ulteriore 1% ai salari superiori ai 126'000 franchi. I ricchi pagheranno di più: questione di solidarietà. Parimenti ha ridotto le prestazioni, soprattutto per le persone più giovani senza figli a carico: anche qui, questione di solidarietà. Gli studenti, terminati gli studi, otterranno un'indennità di disoccupazione soltanto dopo sei mesi e per una durata massima di 90 giorni. Inoltre i giovani sotto i 30 anni dovranno accettare un impiego anche se non corrisponde pienamente alle loro aspettative e al profilo della loro formazione. La durata delle indennità dipenderà inoltre anche dalla durata del versamento di contributi. Per i disoccupati di lunga durata vi sarà una riduzione dell'indennità del 5% dopo un anno.

Sono misure dolorose e ben si comprende che chi le subisce non sia contento: chi lavora si vedrà il salario ridotto, chi non lavora si vedrà le indennità ridotte. Tuttavia l'AD è un pilastro sociale importante: anche con queste modifiche quella svizzera rimarrà tra le più generose assicurazioni a livello europeo. La sinistra avrebbe voluto tassare maggiormente i lavoratori e mantenere tutte le prestazioni per i disoccupati. La destra il contrario. Alla fine esce, come sempre, un compromesso, che con ogni probabilità finirà in referendum.

Se le modifiche decise dal Nazionale saranno confermate dagli Stati e, in referendum, dal popolo, dovremmo risanare l'AD in una decina d'anni. Risanare un'assicurazione sociale, significa sposare il concetto di sviluppo sostenibile. L'altra via è quella di indebitarci e lasciare che gli adolescenti di oggi risolvano il problema tra 20 anni. Noi viviamo sopra i nostri mezzi e loro tireranno la cinghia. E' solidarietà questa?

A mio giudizio stiamo commettendo con l'AD lo stesso errore commesso con l'AI. Vogliamo mantenere le generose prestazioni di un tempo, ma il mondo cambia. L'AD è stata calibrata - ottimisticamente - per sostenere circa 100'000 disoccupati (una quota del 2,5%). Ora siamo al 4,2% e la crisi finanziaria aumenterà ulteriormente il tasso. Nel 2010 si prevede che supereremo la quota 200'000 e il debito passerà da 6 a oltre 10 miliardi di franchi. La Commissione federale per l'infanzia e la gioventù ha istigato i giovani a scrivere SMS a noi parlamentari secondo il motto "Le giovani generazioni non meritano di essere trattate peggio delle generazioni precedenti". Una frase che fa riflettere: suggerisce che i diritti acquisiti siano inviolabili. Ma un diritto è tale solo se gli obblighi che ne derivano possono essere assunti dalla maggioranza, con solidarietà spontanea e convinta.

Nei paesi europei, Svizzera compresa, dal 30 al 50% di imposte, tasse e premi obbligatori sono ridistribuiti a chi "spende più di quanto guadagna". Secondo un recente contributo del filosofo Peter Sloterdijk nella Frankfurter Allgemeinen Zeitung, la società europea moderna sta correndo il rischio del saccheggio dei "produttivi" da parte dei "non produttivi". Ciò che porterebbe a una contro-rivoluzione sociale. Sono persuaso che dobbiamo vigorosamente scuotere il caleidoscopio delle nostre aspettative, per essere di nuovo in grado di individuare la nostra responsabilità individuale sopra i colori del destino. (14.12.2009)

Autori

Ignazio Cassis

Ignazio Cassis