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L'AVS e le sue cugine

27.04.2010

Piccolo sfogo sulle assicurazioni sociali, la demagogia e le banche (il buono, il brutto e il cattivo)

Ci risiamo. E' tutta colpa degli avidi manager delle banche e di tutti quei filibustieri dell'alta finanza, che incassano bonus dorati, mentre a noi tocca pagare i malus. E' ora di finirla ... altolà bambèla ! Non ci lasceremo infinocchiare! Pueblo unido... alla riscossa!!

Se ci sono 70 miliardi per l'UBS, vuoi che non ci siano 10 miseri miliardi per risanare l'assicurazione disoccupazione, 15 per l'invalidità, 600 milioni per le casse pensioni e qualche miliardo per l'AVS ? Un'AVS che invecchia a forza d'inciampare sull'undicesima revisione, ferma da 10 anni. Talvolta penso che l'assicurazione malattia - le famose casse (che ci rendono) malati e i costi della salute - siano il problema meglio risolto: ogni anno ci sfoghiamo in autunno, in una sorta di sacrale lamento collettivo, un rituale utile a scacciare i debiti, che infatti nell'assicurazione malattia non possono esserci: tanto vogliamo, tanto paghiamo l'hanno dopo, con o senza brontolamenti.

Non così per le altre assicurazioni sociali, dove allegramente possiamo elargire, sempre di più, scavare voragini. L'importante è non rinunciare a nulla. Sociale significa "sempre di più". Perché i bisogni dei cittadini sono davvero tanti, virtualmente infiniti. E tutti devono essere soddisfatti. Le prestazioni possono solo aumentare, mai diminuire. Chissà come hanno fatto le generazioni passate a vivere con meno? Chissà come faranno all'estero?

Assicurazioni sociali deficitarie? Nemmeno la famosa "simmetria dei sacrifici" ha più valore. Abbiamo votato in marzo al Nazionale una riforma dell'assicurazione disoccupazione che prevede una simmetria dei sacrifici: maggiori entrate per 700 milioni di franchi (chi lavora è chiamato alla cassa) e minori uscite per altrettanti soldi (anche chi non lavora è chiamato alla cassa). Galvanizzata dal plebiscito attorno all'aliquota di conversione, la sinistra a subito promosso il referendum: l'occasione fa l'uomo ladro! Non vorrai lasciarti sfuggire l'occasione di sfruttare il malcontento popolare contro l'UBS, la piazza finanziaria, la politica borghese che li difende, per mettere in rete un altro punto ... le elezioni si avvicinano e l'importante è vincerle. Si, la politica si riduce a questo, vincere le elezioni. Come se ciò desse un futuro al Paese, una solidità al nostro stato sociale, un progetto ai cittadini.

E poi in fondo perché tanta foga nel voler tenere in equilibrio i bilanci della sicurezza sociale? Siamo tra i pochi paesi a rispettare i parametri di Maastricht: la Confederazione ha soltanto 120 miliardi di debito. Suvvia, bazzecole. Basta guardare la Grecia, la Spagna, il Portogallo e sentirsi felici in un Paese ricco. Siamo talmente lontani da quelle situazioni di bancarotta ... E poi in fondo, perché preoccuparci? Il motto della sinistra è "fin che ce n'è, viva il re"! Ci penseranno poi i ventenni d'oggi, tra una ventina d'anni, a risanare il dissesto finanziario. Magari sarà quella l'occasione per entrare in Europa... "così avremo qualcosa da guadagnarci".

Cari lettori, scusatemi lo sfogo, lo stile un po' scomposto, ma talvolta non se ne può più. Il vocabolario politico è ormai un pullulare di luoghi comuni e di frasi ad effetto, infarcite di menzogne. I manager hanno causato la crisi mondiale ? Allora noi fermiamo il mondo, non riformiamo più nulla, così imparano! Come se a perdere fossero loro, protetti dai paracaduti dorati. Una miopia che lascia sbigottiti, una demagogia che ci ricorda la fragilità della democrazia. La voragine finanziaria delle assicurazioni sociali è pari soltanto al deficit di serietà di molti, troppi partiti. Di molti, troppi politici. Di molti, troppi cittadini. Per convenienza e avidità, la stessa che addebitiamo ai manager. (Opinione Liberale, 9 aprile 2010)

Autori

Ignazio Cassis

Ignazio Cassis