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Chi ha detto che il cantiere LAMal è bloccato?

06.05.2010

Ogni anno arrivano, puntuali in autunno, gli aumenti dei premi di cassa malati. Qualche anticipo di questi giorni, poi la pausa estiva, e infine il botto. Il copione è noto: sbigottimento generale, indignazione, carosello mediatico e scarico reciproco delle colpe. Una liturgia che assume valenza simbolica, un rituale utile a scacciare il demone, cioè i debiti, che infatti nell'assicurazione malattia non possono esserci: tanto vogliamo, tanto paghiamo l'hanno dopo, con o senza rimbrotti. Purtroppo non è così nell'assicurazione invalidità e disoccupazione, dove i debiti si cumulano mese dopo mese e si cifrano in miliardi di franchi, un regalo poco simpatico per le future generazioni.

In questo contesto sentiamo spesso dire che nella sanità nulla si muove: ogni tentativo di riforma sarebbe bloccata. Ma è poi vero?

Se guardiamo da vicino la sanità, scopriamo che vi sono due realtà: la prima è quella più spettacolare, visibile da tutti, che i media ci presentano con dovizia di dettagli. Sono le iniziative popolari (cassa malati unica, si alla medicina di famiglia, medicina complementare, ecc.) e alcune decisioni puntuali, per esempio le misure urgenti per ridurre i costi, le tariffe di laboratorio, il prezzo dei farmaci ecc.

La seconda realtà è quella più sostanziale, ma meno spettacolare e dunque poco nota. Sono le vere riforme che cambiano strutturalmente il nostro sistema sanitario. Dal 2005 ad oggi ne sono state fatte diverse, nessuna osteggiata con l'arma del referendum. Quasi un miracolo in un epoca che ha nel referendum lo strumento migliore di marketing elettorale. Citerò la riforma del finanziamento delle cure di lunga durata, che entrerà in vigore nel gennaio 2011, o la profonda riforma del finanziamento ospedaliero, che dal 2012 ridisegnerà la geografia ospedaliera svizzera, Ticino compreso. Gli ospedali - pubblici e privati - da quella data funzioneranno e saranno finanziati secondo le medesime regole.

L'ultima grande riforma è stata approvata la scorsa settimana dalla competente commissione del Nazionale. Porta il nome inglese "Managed care", che significa "reti di cure integrate". E' così che la politica nazionale immagina la medicina ambulatoriale dal 2015 al 2030. Sta lentamente scomparendo il modello del medico solitario nel proprio studio. Il mondo cambia, e con esso i desideri dei cittadini, dei pazienti e dei medici. I cittadini vogliono frenare l'aumento dei premi e dei costi della salute, i pazienti vogliono la miglior cura possibile, rapidamente, con flessibilità negli orari e sicurezza nella presa a carico. I giovani medici, sempre più donne, vogliono lavorare a tempo parziale, in gruppo, condividere responsabilità e conoscenze, compatibilmente con la famiglia.

La riforma votata in questi giorni vedrà la nascita di reti di cure integrate: vere e proprie organizzazioni di medici - indipendenti dalle casse malati - che definiranno tra loro come ottimizzare il percorso terapeutico del paziente, cercando la miglior qualità e facendo attenzione ai costi. Organizzazioni  che assumeranno dunque parte della responsabilità finanziaria e stipuleranno contratti con gli assicuratori. L'ulteriore e benvenuto miglioramento della "compensazione dei rischi" incentiverà poi tutti gli attori a trovare le migliori cure possibili proprio per i pazienti cronici (diabetici, insufficienti cardiaci, asmatici, ecc.), perché il 20% dei pazienti causa l'80% dei costi del sistema. Tali reti, già oggi ben presenti nelle regioni urbane della Svizzera tedesca, si diffonderanno rapidamente anche in Romandia e in Ticino, sotto la pressione di quegli assicurati che preferiranno l'offerta delle reti, sia per beneficiare di una diversa presa in carico, sia per pagare premi più bassi e una minor partecipazione ai costi. Per gli altri rimane comunque anche il sistema attuale, in una sorta di progressiva transizione, che verosimilmente si estenderà su più anni. Questa riforma - Parlamento e referendum permettendo - dovrebbe anch'essa entrare in vigore il 1 gennaio 2012, facendo di quel giorno il "giorno nazionale delle riforme sanitarie". Molto è già deciso, il resto sarà deciso quest'anno. Chi ha detto che non succede mai niente? (La Regione, 3 maggio 2010)

Autori

Ignazio Cassis

Ignazio Cassis