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Berna e Ticino più vicini

29.08.2014

Opinione Liberale, 29 agosto 2014

Lunedì 18 agosto 2014 a Lugano: sei dei sette “saggi” (Maurer unico assente) si sono lasciati abbracciare idealmente dall’intera Piazza Riforma, gremita di gente accorsa per non perdersi un’occasione così rara e forse irripetibile. Chi si è mosso per curiosità, chi per poter salutare di persona i magistrati che governano il nostro Paese, chi per porre domande e chi per protestare più o meno educatamente (una netta minoranza). Ho assistito al discorso del presidente Didier Burkhalter. L’ho trovato tutt’altro che anòdino, come qualche suo irriducibile avversario ha commentato. E’ apprezzabile che si sia espresso in italiano, per rispetto della nostra minoranza linguistica e culturale. Un segno tangibile dell’importanza che egli attribuisce alla coesione nazionale.

I temi toccati sono quelli legati ad un miglior coinvolgimento del nostro Cantone nelle decisioni che lo concernono: traffico, dorsale ferroviaria alpina, nuovo articolo costituzionale sull’immigrazione, rapporti con l’Italia e negoziati fiscali in corso, questione dei frontalieri. Non è mancato un accenno all’importanza della partecipazione del nostro Cantone all’Expo universale 2015 di Milano. Non è quindi stato uno scontato discorso di circostanza. Su alcuni punti il presidente ha lanciato segnali ben precisi e incoraggianti. Per esempio in merito alla volontà del governo di ottenere da Roma una diversa e più equa modalità di imposizione dei frontalieri italiani. Un aspetto tutt’altro che irrilevante, sul quale il nostro Partito insiste da tempo chiedendo che l’Italia faccia capo alla facoltà di tassare i propri cittadini residenti nella fascia di confine di venti chilometri alla stessa stregua di quelli che invece risiedono oltre questa fascia. Anche in materia di Accordi bilaterali e controllo dell’immigrazione Didier Burkhalter è stato chiaro: la libera circolazione delle persone, insieme agli altri Accordi con l’UE, ha contribuito allo sviluppo economico e al benessere della Svizzera, dopo il lungo periodo di stagnazione negli anni ’90. Occorre pertanto che Berna trovi insieme a tutte le parti interessate, ed in particolare insieme al Ticino, una soluzione condivisa che rappresenti un compromesso intelligente tra il principio generale della libera circolazione da una parte e l’esigenza di un controllo dei flussi migratori dall’altra. Solo con il coinvolgimento attivo delle parti in causa e senza sterili contrapposizioni tra settori economici e tra Cantoni, sarà possibile fare passi in avanti concreti in questo complicata questione.

Quanto ai rapporti tra Berna e Ticino è stato ricordato che il dialogo va sempre ricercato da entrambe le parti. Noi Ticinesi non possiamo limitarci a rivendicare maggiore attenzione nei nostri confronti. Sta a noi farci parte attiva verso la Confederazione e proporci costruttivamente come interlocutore serio e propositivo. Troppo facile solo lamentarsi. Consiglio di Stato e Deputazione ticinese alle Camere, con l’assistenza del Delegato per i rapporti con la Confederazione, sono tenuti a svolgere fino in fondo il loro compito di promozione dei legittimi interessi del nostro Cantone.

Qualcuno ha voluto liquidare questo atto di riguardo nei confronti del Ticino come un gesto fine a sé stesso, dettato più da esigenze di marketing politico che non dal sincero desiderio di riavvicinare il Cantone sudalpino alla Berna federale. Insomma: un’ “operazione simpatia”. Il futuro ci dirà se questo giudizio è troppo severo oppure no. Io preferisco credere alla buona fede di chi ha deciso di venire a Lugano per dirci che Berna non è lontana. Nessuno Cantone ha goduto negli ultimi tempi delle ripetute attenzioni che sono state riservate al Ticino. Ma affinché l’iniziativa che ha preso corpo nell’incontro di Lugano non rimanga qualcosa di episodico e possa avere una sua continuità nel tempo è indispensabile un cambiamento mentale anche da parte nostra. Difendere gli interessi ticinesi con rispetto, propositività e fermezza è molto più proficuo che erigere muri o scadere nella trita e ritrita invettiva contro i soliti balivi bernesi.

 



 



Autori

Giovanni Merlini

Giovanni Merlini