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Per imposte eque: basta con gli abusi nella concorrenza fiscale!

17.06.2010

Intervento in Consiglio nazionale, 17 giugno 2010

Nel novembre 2009 i senatori hanno respinto l'iniziativa (09.031) che oggi discutiamo. Per i rappresentanti della Camera dei Cantoni vale il luogo comune,  che purtroppo abbiamo sentito anche oggi in quest'aula, secondo il quale la concorrenza fiscale resta uno stimolo necessario affinché gli enti pubblici gestiscano i loro budget in maniera apparentemente oculata. 

Ma è proprio così? I Cantoni e i comuni e in fin dei conti i cittadini  ne approfittano veramente ?

La realtà per molti enti pubblici cantonali e comunali è ben diversa: la concorrenza fiscale esasperata li priva dei necessari spazi di manovra finanziari per rispondere ai bisogni della popolazione.

Non solo la maggiori parte dei Cantoni non possono fissare liberamente il carico fiscale delle imprese e dei contribuenti ricchi per il rischio che essi si trasferiscano altrove, ma addirittura si vedono costretti ad intervenire sui bilanci pubblici tagliando in settori sensibili quali i trasporti pubblici, le infrastrutture, la formazione o la sanità.

Pochi sono infatti i Cantoni che possono veramente attirare contribuenti facoltosi e approfittare delle maggiori entrate fiscali. Quei Cantoni li conoscete: sono Zugo, Svitto e pochi altri .

La politica svizzera in materia fiscale va approvata dal popolo, che potrà dire la sua dunque con quest'iniziativa. Forte anche di decisioni popolari in tal senso prese negli anni passati dalla stessa popolazione svizzera. Come ticinese  rammento tra gli altri il voto popolare (nel 2005 a favore di un parziale aggravio fiscale per risanare i conti pubblici cantonali,) nel 2008 contro nuovi sgravi fiscali lineari, e più recentemente nel novembre dello scorso anno una chiara maggioranza del mio Cantone ha respinto un pacchetto di sgravi fiscali a favore delle persone giuridiche. Decisioni  popolari chiare, prese a seguito di riduzioni fiscali precedenti che hanno portato alla riduzione dell'impegno statale in numerosi ambiti. La concorrenza fiscale sempre più aggressiva  va a scapito dei cittadini sempre più penalizzati dalle politiche di austerità dei loro Cantoni e comuni.

Il popolo svizzero si deve poter esprimere su quello che rimane l'essenza della giustizia fiscale, ossia l'imposta progressiva. La nostra iniziativa popolare vuole impedire i privilegi fiscali di pochi, fissando dei tassi minimi d'imposizione che riguarderanno il 2% dei redditi e dei patrimoni e pochi Cantoni o comuni. Chiede di iscrivere nella Costituzione quanto il Tribunale federale aveva sentenziato nel 2007 rispetto al Canton Obwaldo, che voleva introdurre imposte degressive per i contribuenti più ricchi a scapito dell''equità fiscale.

Introducendo una tasso minimo d'imposizione, solo una minima parte dei contribuenti saranno toccati , ossia coloro che dispongono di un reddito imponibile superiore ai 250'000 franchi o di una sostanza imponibile netta oltre i 2 milioni di franchi.

Chi respinge oggi quest'iniziativa si mette ancora una volta dalla parte di quei manager multimilionari che oltre a percepire retribuzioni indecenti  e a non essere tassati per i bonus che ricevono, pagano proporzionalmente meno imposte di un onesto cittadino della classe media.

Chi invece sostiene l'iniziativa si oppone agli abusi in campo fiscale, vuole  ripristinare la solidarietà tra i Cantoni e tra la popolazione, chiede una vera giustizia fiscale.

 Ecco perché vi invito  a votare si all'iniziativa popolare per "imposte eque".

Autori

Marina Carobbio Guscetti

Marina Carobbio Guscetti