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Retrospettiva

All'ingresso del nucleo del paese - sul cono di deiezione occidentale - sono stati identificati depositi alluvionali, alcuni dei quali con tracce di occupazione antropica, attestate da frammenti di ceramica e di bronzo, strutture murarie, focolari e probabili buche di palo da riferire all'età del Ferro.

Questo primo livello di occupazione era caratterizzato da un'imponente struttura muraria a forma di "L", ipotizzabile con funzione di cinta o di contenimento delle acque fluviali presenti in zona.

A questa prima importante testimonianza, ne ha fatto seguito un'altra più modesta nelle dimensioni da riferire all'epoca compresa fra la prima Romanità e il Tardoantico.

A poche decine di metri dalla necropoli protostorica di Gudo - scavata nel 1909 - è stato aperto un nuovo cantiere archeologico.

Sul pianoro del cono di deiezione formato dal riale Progero, poco lontano dal corso del fiume Ticino, lo scavo per la costruzione di una nuova abitazione ha riconsegnato tracce di insediamento da riferire alle età del Bronzo e del Ferro.

Oltre a un ricco numero di reperti ceramici - in particolare frammenti di grandi recipienti con cordoni, tipici dell’età del Bronzo e utilizzati per la conservazione degli alimenti -, sono stati individuati impronte di travi in legno e resti di buche di palo, che permettono di riconoscere la presenza di strutture insediative il cui sistema costruttivo doveva esser basato sull'impianto di palificazioni e un sistema di intelaiature in legno, completate con livelli di acciottolati in sasso.

Nel cuore della città grazie ad un intervento di ristrutturazione sono state riportate alla luce testimonianze di insediamento e luogo di sepoltura per il periodo compreso fra l'Antichità e il pieno Medioevo.

Per le strutture di epoca romana si tratta di una prima in assoluto per la cittadina sul Ceresio.

Nell’ambito dei lavori per l’edificazione del nuovo PalaCinema di Locarno, sono state riportate alla luce le strutture murarie pertinenti con il sistema di canali che completavano il porto fortificato del Castello visconteo.

Interessante la tecnica costruttiva, che prevedeva un sistema di palificazioni al di sotto dei muri.

Insediamento preistorico

A pochi metri dall’Oratorio della Madonna delle Grazie, in via dei Vicini a Minusio, il Servizio archeologico cantonale ha riportato alla luce un insediamento da riferire all’età del Bronzo medio (1500 a.C.), con persistenze fino alla Romanità. 

Il ritrovamento costituisce un unicum per il Cantone Ticino e una rarità a livello svizzero.

L’eccezionale scoperta scriverà nei prossimi mesi un nuovo capitolo di archeologia preistorica.

Scavo di un insediamento dell'età del Ferro.

A pochi metri di distanza dalla Necropoli preistorica di Arbedo-Molinazzo, scavata nel 1885 e i cui reperti sono conservati presso il Museo nazionale svizzero di Zurigo, è stata effettuata un’importante ricerca archeologica.

Avviato a inizio aprile, lo scavo ha riportato alla luce un insediamento da riferire all’età del Ferro, del quale ci vengono riconsegnate tracce delle strutture e numerosi frammenti ceramici.

Il Servizio archeologia è stato impegnato ad Orselina nel recupero di un'importante testimonianza archeologica di epoca romana.

Si tratta di un insieme monetale, probabilmente un tesoretto nascosto, comprendente più di 3000 monete in bronzo del II-III secolo d.C.

Le monete erano contenute in un recipiente di ceramica e sono state trovate durante lo scavo di una canalizzazione in un terreno privato in una zona nella quale finora non erano mai venuti alla luce reperti archeologici.

L'insieme delle monete si trova ora presso l’Ufficio dei beni culturali dove saranno, pulite, restaurate e catalogate per poi esser studiate da parte di specialisti.

Da aprile a luglio hanno avuto luogo delle ricerche archeologiche sul sagrato della chiesa di Santa Maria in Borgo a Mendrisio.

Gli scavi hanno messo in luce frammenti di mosaico a motivo geometrico da riferire al II secolo d.C., parte del sistema di riscaldamento della struttura romana, una necropoli di più di quaranta sepolture di epoca compresa fra il Medioevo e il XVI secolo, oltre alle fondamenta dell'abside appartenuta alla primitiva chiesa romanica, di cui ancora oggi si conserva lo svettante campanile in arenaria.

I risultati dei lavori di ricerca andranno a completare le informazioni sulla Mendrisio romana, acquisite archeologicamente fin dall'inizio del secolo scorso.

Venerdì 23 maggio 2014 si sono svolte le porte aperte allo scavo di Mendrisio.

Una settantina di persone ha risposto all'invito, che ha permesso di presentare gli ultimi ritrovamenti (ulteriori frammenti del mosaico e un settore del sistema di riscaldamento dell'impianto romano) e di mostrare l'interno della chiesa di Santa Maria in Borgo, i cui restauri sono stati inaugurati la domenica precedente.

L’anno 2013 si è concluso per il Servizio archeologia con un ulteriore importante ritrovamento.

Nel comune di Arbedo-Castione, in località Galletto, tra novembre e dicembre sono state infatti individuate e indagate quattro sepolture, tre riferibili all’età del Ferro e una medievale.

Tutte le tombe erano accompagnate dal corredo funerario, in particolare oggetti di ornamento in bronzo e vasellame ceramico; le ossa dei defunti erano pure in parte conservate.

Lo scavo ha permesso anche la lettura completa del profilo superiore alle sepolture, entro il quale sono stati individuati più strati di utilizzo da riferire a epoche più recenti, legate allo sfruttamento della cava.

Nel corso dei mesi di febbraio-marzo 2013 a Giubiasco in zona Palasio sono state rinvenute trenta sepolture appartenenti alla seconda età del Ferro (IV-II secolo a.C.).

I corredi funerari sono molto ricchi e presentano quasi sempre un servizio di oggetti in ceramica, insieme ad oggetti personali appartenenti al defunto, come spille, anelli e orecchini.

Durante i mesi di maggio-giungo 2013, a Locarno-Solduno in via Vallemaggia sono venute alla luce undici sepolture appartenenti all’età del Ferro e all’epoca romana.

I corredi funerari comprendono vasellame ceramico e vitreo, insieme a oggetti personali del defunto, in particolare spille. Sono stati pure rinvenuti due teschi, uno appartenente ad un uomo, il secondo invece ad una femmina.