Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Manuele Bertoli
Autori: Redazione
Data: 05 dicembre 2011

Intervista al Direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS)

Breve dialogo con Manuele Bertoli per concludere il 2011

I cinque Consiglieri di Stato ticinesi eletti per la legislatura 2012-2015 si presentano su Argomenti, la rivista aziendale dell'Amministrazione cantonale

Dopo la sua elezione, avvenuta in aprile, vi sono stati i primi mesi di assestamento e a giugno la due giorni al Serpiano dove avete definito le priorità per la prossima Legislatura. Cinque priorità che al loro interno incorporano numerosi temi spesso anche molto sentiti dalla popolazione, come ad esempio gli argomenti relativi all'integrazione, al lavoro o alle aggregazioni comunali. Come procede la definizione e lo sviluppo delle cinque aree tematiche presentate a giugno?

Per procedere, procede e anche abbastanza speditamente. Con la passata Legislatura si è però dato vita a un'elaborazione interdisciplinare e interdipartimentale delle schede, che si sono ridotte da sette a cinque. Questo lavoro multilaterale, in cui ogni area viene approfondita da funzionari di almeno tre Dipartimenti con i rispettivi Direttori, comporta un impegno accresciuto di analisi e quindi di sintesi, per cui risulta più difficile arrivare per tempo in Parlamento, presentando assieme Preventivo e programma di legislatura. Cosa che sarebbe invece auspicabile per inquadrare il bilancio di previsione in un arco di tempo e di progetti di maggior respiro. Personalmente faccio parte di due dei cinque ambiti individuati, quello inerente a lavoro, formazione e sviluppo economico e quello inerente a coesione e sicurezza. Alle tematiche citate aggiungerei poi quella del personale (Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, LORD, Legge sugli stipendi, LStip, Cassa pensioni eccetera).

Parliamo d'immagine e comunicazione dell'istituzione pubblica. Grazie alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in particolare al web, le istituzioni sono più vicine al cittadino il quale è più partecipe alla vita pubblica. Cosa pensa di questo fenomeno e cosa si sente di consigliare per rendere il cittadino ancora più partecipe dell'attività statale e invogliarlo a dialogare ulteriormente con l'Amministrazione cantonale?

Con l'avvento del web non solo le istituzioni, bensì tutto è più vicino al cittadino. Anche troppo, mi vien da pensare, poiché la rapidità di azione e di reazione ha sottratto tempo alla riflessione e questo non è un bene. Comunque i vantaggi sono palpabili anche se ritengo che il cittadino faccia capo all'Amministrazione per lo più per l'erogazione di servizi o per avere informazioni. Non tanto per "dialogare" insomma. In questo senso quanti più formulari si potranno scaricare da Internet, quante più richieste potranno venir soddisfatte via web, tanto più l'Amministrazione avrà ottemperato alla propria funzione.
È indubbio che il nuovo grande canale di comunicazione è e sarà sempre più Internet anche per Governo e Amministrazione. Penso a conferenze stampa diffuse sul web in simultanea, alle sedute del Parlamento trasmesse in tempo reale, a procedure di consultazione aperte e magari anche a forme interattive di dialogo.
Penso poi che le nuove tecnologie debbano e possano trovare uno spazio maggiore nella scuola, sia come mezzi per l'insegnamento e l'apprendimento, sia per insegnare ai giovani i rischi di abuso loro connessi.

Cambiamo argomento: a ottobre si sono svolte le Elezioni federali. Un appuntamento importante e molto sentito non solo da chi vi è coinvolto per mestiere o passione, ma da tutta la popolazione che, chi più chi meno, è stata interessata da questo evento che definisce l'immagine della Svizzera dentro e fuori dai suoi confini. Lei come ha vissuto, come ha seguito, questo momento?

Dopo aver vissuto quello di aprile da attore, ho seguito quello di ottobre da spettatore. Spettatore attivo comunque. Certo l'appuntamento cantonale è più sentito di quello federale, ma ho notato con piacere che la partecipazione al voto quest'autunno, particolarmente combattuto, è sensibilmente aumentata rispetto a quattro anni fa, raggiungendo il 54 per cento degli iscritti in catalogo. In aprile il tasso di partecipazione è stato del 59. Non posso certo dire che il risultato elettorale mi sia piaciuto, il mio partito ha perso un seggio per poche schede, ma queste sono le regole del gioco. Chi ha saputo tessere alleanze proficue (la congiunzione di lista è ammessa per le federali a differenza di cantonali e comunali) ha guadagnato; chi non ha potuto farlo, come il Partito socialista e non per colpa sua, ha perso. Pazienza, come suol dirsi: alla prossima!

Per quel che la concerne invece, a livello personale, che bilancio può fare del suo 2011?

Fare bilanci a poco più di mezzo anno dall'ingresso in Governo, con in mezzo l'estate e in un Dipartimento che storicamente non è mai stato gestito da un Consigliere di Stato socialista è prematuro. Quello che posso affermare è di aver trovato funzionari e quadri competenti e disponibili. E che il nuovo campo di attività non solo mi affascina, ma mi piace molto. E se questa è una prospettiva positiva, mi auguro che il bilancio che ne seguirà sarà del medesimo tenore.

Un'ultimissima domanda per concludere: quali saranno i suoi buoni propositi per il nuovo anno?

Io non credo ai buoni propositi di fine anno, spesso regolarmente dimenticati o smentiti al primo di gennaio. Cerco piuttosto di darmi alcune linee guida, come ho fatto alla fine dell'anno scolastico 2010-2011 presentando il "pacchetto scuola", da poi seguire con determinazione. In politica i propositi non bastano: a contare sono invece i risultati, perché sono questi che vogliono i cittadini.