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Autori: Orazio Dotta
Autori: Alessandra Barbuti Storni
Data: 05 novembre 2007

Intervista di Alessandra Barbuti Storni a Orazio Dotta

Nati per leggere

Venerdì 9 novembre 2007, è in programma la 17esima edizione della "Notte del racconto" in biblioteca. Organizzata dall'Istituto svizzero Media e Ragazzi in collaborazione con la Fondazione Bibliomedia Svizzera e con il sostegno dell'UNICEF Svizzera, la manifestazione si rivolge a grandi e piccini affinché possano trascorrere un momento particolare insieme attraverso il racconto da un lato e l'ascolto dall'altro. Quest'anno con il motto "Si fa festa!" la Notte del racconto vuole essere un invito a partecipare tutti assieme ad un evento gioioso, uguale in tutta la Svizzera, per festeggiare il racconto stesso, raccontando.

La "Notte del racconto" è una delle tante iniziative promosse - ricordiamo, in particolare, la "Campagna di sensibilizzazione dei giovani alla lettura" lanciata nel 2006 dal Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport - per avvicinare i giovani alla lettura. Parecchi studi mettono in evidenza che non è mai troppo presto per leggere libri ai bambini. Ne sono convinti anche i pediatri che sostengono che un bambino per crescere bene necessita non solo di una sana e corretta alimentazione, di movimento, di serenità, ma anche di ascoltare letture ad alta voce. I risultati sono duplici: i bimbi diventano "amici" inseparabili dei libri, sviluppando utili competenze sia dal punto di vista cognitivo sia affettivo, e i genitori scoprono un canale di comunicazione privilegiato.

Recentemente è stato lanciato in Ticino un progetto pilota denominato "Nati per leggere Svizzera italiana". L'idea nata a Boston negli Stati Uniti su iniziativa di alcuni pediatri è stata introdotta e adattata nel nostro Cantone dalla Fondazione Bibliomedia della Svizzera italiana e dall'Associazione Media e Ragazzi Ticino e Grigioni italiano (TIGRI). Grazie a queste due istituzioni operanti sul nostro territorio il progetto sarà presto "esportato" a livello nazionale. Bibliomedia e Tigri hanno coinvolto nell'iniziativa diversi attori tra cui pediatri e bibliotecari. Per approfondire l'argomento abbiamo posto alcune domande al direttore di Bibliomedia Svizzera italiana Orazio Dotta attivo nella sede di Biasca.


In una società nella quale le nuove tecnologie la fanno da padrone cosa significa promuovere l'arte del raccontare, del leggere ad alta voce e dell'ascoltare?

Stiamo indubbiamente assistendo a un cambiamento epocale che sembra invitare la nostra società alla dipendenza dalla "multimedialità"; e le dipendenze, come sappiamo, non sono sempre positive. Le nuove tecnologie, però, non vanno certo demonizzate; anzi, esse ci mettono a disposizione opportunità di comunicazione e informazione impensabili solo qualche decennio fa. Ciononostante occorre ricordare che l'utilizzo di questi mezzi non deve andare a discapito d'altre fonti d'accrescimento culturale e affettivo. Non dobbiamo farci fagocitare dalla tecnologia, ma gestirla con cognizione di causa e utilizzarla quale utile complemento per la nostra crescita. Promuovere la lettura, in un contesto di questo tipo, significa ricordare a tutti, grandi e piccoli, il valore intrinseco a questa attività; significa ricordare che il tempo utilizzato per leggere, raccontare o ascoltare non è tempo sprecato ma bensì un'opportunità in più. Si tratta di riportare al centro dell'attenzione generale i benefici e i valori positivi che la lettura sa offrire a chi ha la buona abitudine di praticarla, svestendola da quelle connotazioni negative che a volte sono presenti nell'immaginario collettivo.
Leggere, raccontare ad alta voce e ascoltare, occorre sottolinearlo, richiedono abilità di pensiero e di comprensione diverse da quelle impiegate per l'utilizzo di Internet o della televisione; abilità che in sé non sono né migliori né peggiori ma, senza ombra di dubbio, integrative alle competenze che altri mezzi ci aiutano a sviluppare. Abbandonarle, o praticarle solo saltuariamente, tolgono occasioni utili alla nostra maturazione.
Promuovere la lettura, e tutto ciò che attorno ad essa ruota, significa dunque ricordare a tutti il valore di una crescita individuale senza compromessi o buchi neri.

Quali sono i motivi che hanno indotto i promotori a lanciare un progetto pilota federale sulla lettura?

I motivi ci riportano ad alcune statistiche che a livello nazionale e internazionale rivelano una scarsa propensione alla lettura sia nei giovani, sia negli adulti. Penso, a questo proposito, al celebre rapporto PISA ma anche al "Libro bianco dell'editoria", pubblicato in Italia lo scorso anno, o al rapporto dell'Università di Zurigo, redatto su incarico dell'Ufficio federale della cultura (UFC), dal titolo "Il paesaggio librario e letterario della Svizzera". In questi, e in altri documenti, affiora in modo preoccupante da parte di una fascia sempre più importante della popolazione, una scarsa competenza nella lettura e nella comprensione di un testo. Nel nostro Paese il 22% della popolazione, tra cui 600 mila adulti, ha problemi in questo senso. I costi sociali derivati dall'analfabetismo di ritorno sono stati calcolati prudentemente in 1.1 miliardi di franchi l'anno. Questi dati non possono lasciare indifferenti, poiché una società per funzionare al meglio abbisogna di persone che in essa possano interagire con cognizione di causa. Una scarsa competenza nella lettura è fonte di disagio, di frustrazione, di perdita dell'autostima che può portare, nei casi più complessi, a difficoltà di comunicazione e di comprensione, a problemi nel trovare un lavoro, all'insuccesso scolastico a un inserimento sociale laborioso e perennemente ai margini. Favorire la lettura sin dai primi anni di vita, senza ombra di retorica, permette di sperare in una società migliore e di avere, forse, adulti più consapevoli.

In cosa consiste il progetto pilota federale "Nati per leggere"?

"Nati per leggere" si presenta come una campagna di sensibilizzazione, di promozione e di formazione alla lettura che parte dai primi mesi di vita. Essa è destinata alle famiglie in cui vi sono bambini piccoli, e si prefigge di fare in modo che la lettura e i libri siano una parte integrante del vivere quotidiano. Al progetto, che non ha scadenza, hanno aderito professionalità diverse: bibliotecari, pediatri, librari, docenti, assistenti di cura a domicilio ed enti locali. La promozione della lettura, infatti, non deve essere un affare legato solo agli operatori del settore, ma deve coinvolgere la società intera; solo così si può sperare di raccogliere frutti maturi. Gli operatori citati, assieme agli enti promotori, si sono impegnati a diffondere informazioni utili alle famiglie attraverso: colloqui personalizzati, la distribuzione di pieghevoli informativi (uno di carattere generale, uno per la fascia d'età dai 0 ai 18 mesi, uno per la fascia dai 18 ai 36 mesi e uno per la fascia dai 3 ai 5 anni), la messa a disposizione di libri adatti ai più piccoli e la proposta di corsi di formazione per genitori e addetti ai lavori organizzati con regolarità da Bibliomedia e Media e Ragazzi Tigri. Altre strategie d'intervento sono allo studio e saranno messe in atto prossimamente. Il progetto "Nati per leggere", in particolare, pone l'accento sul valore che la lettura ha sullo sviluppo affettivo e cognitivo dell'individuo. La speranza è di creare un imprinting utile per formare nuove generazioni che con il libro hanno familiarità e frequentazione continua.

Ha senso iniziare a leggere storie a bambini che non hanno ancora sviluppato il senso della concentrazione e dell'attenzione?

Certo, a questo proposito si potrebbe affermare che non è mai troppo presto per farlo. La lettura nasce con la vita. Sin dai primi mesi abbiamo in noi l'innato istinto di leggere ciò che ci circonda, a partire dal viso e dalle espressioni dei genitori. Si tratta inizialmente di una lettura di tipo sensoriale o, meglio, di un'esplorazione sensoriale, che a poco a poco si tramuta in vera e propria lettura. Il bambino impara a raccogliere informazioni, a elaborarle, interpretarle e a reagire di conseguenza; inoltre, dai due ai sei anni, si trova in una fase dello sviluppo in cui le capacità d'apprendimento del linguaggio sono elevatissime. È in questo frangente che occorre intervenire affinché questa sete di conoscenza possa essere adeguatamente soddisfatta e positivamente "sfruttata".
Raccontare storie, parlare con i nostri bambini, mettere loro a disposizione l'oggetto libro li sostiene nel complesso processo di crescita, li abitua all'ascolto, alla concentrazione e li facilita nel prendere dimestichezza con le pagine stampate. Inizialmente si tratta di un gioco, perché il libro appare come tale, ma poi con il passare del tempo e delle accresciute competenze diventa quell'oggetto che effettivamente è: un raccoglitore di immagini e di parole utili che dà piacere, che aiuta a riconoscere le esperienze quotidiane, che aiuta a esplorare e a elaborare sentimenti ed emozioni. Rita Valentino Merletti, esperta di letteratura per ragazzi, a questo proposito ha detto che si può iniziare a leggere "prima di avere un bambino tra le braccia" perché "la voce echeggia come un canto di balena, in quell'oceano sconfinato e incomprensibile che è una nuova vita, per dire tre sole sconfinate verità: io sono qui, tu sei qui, il mondo è qui" ("Leggimi forte", Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini, Salani Editore, 2006).

Quali sono i benefici per i bambini?

I bambini che hanno accesso ai libri sin dai primi mesi di vita sviluppano capacità di comprensione ed espressione (lessico rafforzato) propizi al successo scolastico e all'inserimento sociale; sviluppano capacità d'attenzione molto più ampie di chi non ha questa opportunità; sviluppano un'abilità importante nella formazione d'immagini mentali utili alla loro formazione. Attraverso le parole ascoltate il bambino si appropria passo dopo passo della lingua materna. La lettura di tipo dialogico, che avviene a stretto contatto fisico con il lettore, permette inoltre, come già accennato, una maturazione affettiva decisamente importante. L'adulto che legge una storia, dedicando tutto se stesso a chi lo ascolta e lo osserva, instaura un momento magico che non ha prezzo. In un'epoca convulsa e veloce come la nostra, in cui il tempo da dedicare ai nostri figli è sempre più ridotto e frammentato, trovare i giusti spazi per la lettura permette di aprire una finestra di qualità dalla quale entra vero e proprio ossigeno per anima e corpo. La lettura calma, rassicura e accresce il desiderio d'imparare. A questo proposito Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo all'Università La Sapienza di Roma, nel suo libro "Prova con una storia" (Fabbri Editore) ha scritto: "Quando un "grande" racconta o legge una storia, immediatamente si crea un'atmosfera di complicità. Il bambino si sente "insieme", protetto e sicuro. C'è attesa. C'è divertimento. C'è comunicazione" e, aggiungo io, nasce un desiderio di emulazione che funge da potente propulsore per l'apprendimento.
Sintetizzando si potrebbe dire che leggere a un bambino è un vero e proprio atto d'amore, un vero e proprio regalo; forse il più importante che si possa fare.

E quali i benefici per i genitori?

Per i genitori il momento della lettura, attuato con regolarità e con la dovuta calma (niente rumori di sottofondo e televisione spenta) regala notevoli soddisfazioni. Si tratta, infatti, di un istante molto particolare in cui si stabilisce con i propri figli un rapporto di stretta collaborazione. Il bambino, attraverso la lettura fatta dal genitore, sente che quest'ultimo, in quel determinato momento, è lì solo per lui; per dedicargli il suo tempo in un'attività piacevole e formativa. Il genitore scopre la possibilità di dialogare con i figli grazie all'ausilio dei libri. Dalla lettura nascono in modo spontaneo domande, discussioni, dialoghi interessanti che aiutano a conoscersi reciprocamente in modo ancora più intenso. Attraverso la lettura i bambini, ma anche gli adulti, si aprono, parlano delle loro incertezze, delle loro paure, delle loro emozioni incrementando le occasioni di crescita degli uni e degli altri. I genitori che praticano la lettura offrono a se stessi e ai figli uno spazio privilegiato in cui incontrarsi a 360 gradi, lasciando gli impegni e i frastuoni della giornata, almeno per un momento, fuori della porta. L'isola della lettura apre a un nuovo mondo fatto di conoscenze e affettività.

Il progetto è molto ambizioso. Pensa che si riuscirà a migliorare le competenze in lettura di giovani e adulti partendo dalla culla?

La risposta a questa domanda non è semplice in quanto presuppone da parte mia delle qualità di veggente che mi sono estranee. Se però guardiamo a quei Paesi in cui nati per leggere è già attivo da qualche anno, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o l'Italia ci accorgiamo, dati alla mano, che il progetto ha dato frutti concreti. I successi scolastici nei bambini coinvolti nel progetto, e monitorati dai promotori, sono positivi su tutta la linea. L'attitudine alla lettura mostra una curva al rialzo: a Cesena, per fare un esempio, si è calcolato un aumento alla disposizione alla lettura nella popolazione del 33% dopo cinque anni dall'introduzione di "Nati per leggere". Inoltre, grazie al progetto, si è notato un incrementato nella pubblicazione di libri destinati ai più piccoli, con una cura particolare per la qualità: dal punto di vista sia dei contenuti sia delle illustrazioni. Le vendite nelle librerie e i prestiti nelle biblioteche sono accresciuti sensibilmente. Se tanto mi dà tanto, oso sperare che anche alle nostre latitudini si potranno avere risultati utili. In questo campo la fretta non è una buona compagna. La promozione, la sensibilizzazione e la formazione alla lettura è un affare dai tempi lunghi.

Maggiori informazioni in merito alla "Notte del racconto 2007" e al progetto "Nati per leggere Svizzera italiana" sono consultabili sui siti www.bibliomedia.ch e www.tigri.ch.
In merito alla "Campagna 2006 di sensibilizzazione alla lettura" ecco i siti di riferimento www.ti.ch/letturawww.leggere.ch.