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Archivio Argomenti

Autori: Alessandra Spagnolo Mantovani
Autori: Marco Borradori
Data: 22 marzo 2013

A colloquio con il Consigliere di Stato Marco Borradori

Pazienza, perseveranza e a volte...nervi d'acciaio

A poco meno di un mese dalle prossime elezioni di Lugano, incontriamo il Consigliere di Stato Marco Borradori. Con lui discutiamo delle sue sfide personali, di quelle del Cantone e di cosa attende Lugano.


All'inizio della legislatura 2011-2015, il Governo si è prefissato diversi obiettivi legati ai grandi temi quali lo sviluppo economico del Cantone, l'energia, la sicurezza, la governance pubblica: quale è stato per Lei quello più stimolante?

Sicuramente quello legato all'ambito energetico. E' chiaro che l'aspetto delle finanze è fondamentale per poter raggiungere tutti gli obiettivi che il Governo si è prefissato, ma al di là di questo, ritengo che la grande sfida sia quella della rinuncia progressiva dell'utilizzo dell'energia nucleare a favore delle energie indigene e rinnovabili. Questo grande cambiamento non coinvolgerà solamente la Confederazione ed il Cantone, ma soprattutto il singolo cittadino, che avrà un ruolo molto attivo in questo passaggio. Se da una parte si tratta di un grande sforzo, dall'altra ci permette di ripensare l'utilizzo e l'impiego delle risorse che abbiamo a disposizione, valorizzando maggiormente ciò che il territorio offre, basti pensare ad esempio al teleriscaldamento prodotto dal termovalorizzatore di Giubiasco.


Territorio, mobilità, ambiente: un caso o un vero interesse per questi temi?

All'inizio si è trattato di un caso: appena eletto in Consiglio di Stato mi aspettavo infatti di occuparmi del Dipartimento delle istituzioni e invece con grande sorpresa mi è stato attribuito il Dipartimento del territorio. Da non tecnico mi sono trovato a lavorare in un ambito molto particolare, dai più ritenuto per un verso un settore con regole rigide, dall'altro, occupandosi anche di costruzioni, un settore molto dinamico. E' stata quindi una bella sfida conciliare queste due anime. La collaborazione con gli altri Dipartimenti e con i Comuni, nonché il lavoro di squadra all'interno del Dipartimento del territorio sono stati fondamentali. Questo tipo di impegno ha richiesto una buona capacità di mediazione interna, a volte una buona dose di pazienza, perseveranza, determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati e, in alcune occasioni, anche dei nervi d'acciaio!
Poter toccare con mano, vedere concretamente i risultati ha ripagato la ricerca di equilibrio e sostenibilità, poiché ciò che viene fatto da questo Dipartimento ha una ripercussione tangibile non solamente sul territorio, ma anche sulle persone.


Avesse potuto scegliere, di che cosa avrebbe voluto veramente occuparsi?

Sinceramente, sono molto contento di questo caso fortuito! Tutti i Dipartimenti sono interessanti, ma questo in particolar modo mi ha permesso non solamente di essere sempre a contatto con la realtà del Cantone, ma anche di poter dialogare con i Comuni e con la popolazione. Ogni azione suscita critiche, approvazione, indicazioni, e questo aiuta ad orientare il proprio operato sulle scelte migliori per il territorio e la popolazione. All'inizio devo ammettere che mi spaventava l'idea di dover gestire dossier cosi diversi, ma è stata una sfida interessantissima poter lavorare in un settore così vivo, moderno e in costante evoluzione.
Ecco, il contatto con le persone e il poter vedere realizzati i progetti su cui abbiamo lavorato sono stati tra gli aspetti che più mi hanno dato soddisfazione.


Il 27 febbraio c'è stato il passaggio ufficiale della Presidenza del Governo: dopo 18 anni, rientra nuovamente nell'arena. Quali sono le sfide che l'aspettano?

Per quanto riguarda la mia candidatura per la città di Lugano, la prima grossa sfida con cui mi trovo già confrontato è quella legata alla campagna elettorale. Si tratta di una campagna accesa e per certi versi spigolosa. Il mio desiderio è quello di poterla condurre in maniera efficace e nel modo più corretto possibile. Nel caso venissi eletto in Municipio, operare per Lugano sarà bellissimo ma non facile: in momenti finanziariamente delicati, come quello che sta vivendo anche Lugano, lo scontro tra compiti, ambizioni e realtà è duro. E' una situazione che conosco e che ho vissuto nel corso della mia permanenza in Governo; gestire questo tipo di contingenza non è per nulla evidente, poiché si è divisi tra ciò che il cittadino giustamente si aspetta e il desiderio di migliorare e ampliare le prestazioni offerte. Si tratta di un compito di grande responsabilità.


Lugano presenta dunque delle sfide, sia istituzionali che di gestione e sviluppo della città, non da poco: ma chi glielo fa fare?

A volte me lo chiedo anche io! A parte gli scherzi, ho maturato una notevole esperienza nel corso degli anni e desidero poterla mettere a disposizione dei Luganesi e della città, cui sono molto legato. Vorrei poter partecipare allo sviluppo di Lugano, aiutarla a crescere e a diventare più attrattiva, fare in modo che le persone di ogni quartiere e di ogni condizione si sentano bene, a casa propria. In questi 18 anni in Governo mi sono tra l'altro occupato di molte tematiche e dossier che hanno una certa vicinanza e anche un certo legame con Lugano. Si tratta veramente di una bella sfida, difficile ma molto stimolante.


Che strategie e sinergie adotterebbe?

Partirei dall'importanza del dialogo e della collaborazione. Sia per creare coesione all'interno, e penso all'integrazione dei quartieri, sia per promuovere i progetti luganesi a livello cantonale, federale e oltreconfine. Da un lato, il successo della nuova Lugano si misurerà nella capacità di aggregare i suoi territori, facendoli sentire vivi e partecipi. Dall'altro, le sfide sono molte, cito solo il tema della mobilità, un settore fondamentale per garantire l'accessibilità a chi viene da fuori per lavoro, turismo o affari, e per raggiungere i poli di Zurigo e Milano. Mobilità da garantire anche in città, con un'ottimizzazione del Piano Viario del Polo che non penalizzi commercianti ed esercenti. Poi, ovvio che il cittadino si aspetta una buona qualità di vita, una città sicura, occupazione e una rete sociale che lo sostenga in caso di necessità. Ma il discorso è molto ampio...


On. Borradori la ringraziamo e Le facciamo i nostri auguri per i suoi progetti futuri.