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Autori: Paolo Poggiati
Data: 23 marzo 2006

Nuova politica integrata del paesaggio

Un paesaggio a misura d'uomo

Varata una politica integrata cantonale che valorizza i luoghi della nostra vita quotidiana: dal quartiere residenziale alla campagna, dagli insediamenti urbani ai grandi spazi naturali

Il Cantone adotta una strategia moderna per difendere e valorizzare il patrimonio paesaggistico. Il rapporto "Elementi per una nuova politica integrata del paesaggio" propone una visione più ampia di questo bene comune: da un'immagine statica - come lo sfondo dipinto sulle quinte a teatro - si passa a una concezione dinamica. Il paesaggio si staglia in primo piano, insieme agli elementi che lo caratterizzano: non solo il territorio con le sue diverse componenti naturali e antropiche, ma anche la popolazione, con le sue vicissitudini storiche e sociali. Il paesaggio diventa così "territorio percepito" e assume un significato culturale di rilievo.
Questo approccio è in sintonia con quello della Convenzione europea sul paesaggio che, senza fare distinzioni o tracciare confini, porta la politica integrata del paesaggio oltre la conservazione delle componenti straordinarie. L'attenzione viene focalizzata soprattutto sulla riqualifica, la valorizzazione e la promozione delle componenti ordinarie, dove si svolge la nostra vita quotidiana: il quartiere o il villaggio, il parco, la campagna e il bosco dove cerchiamo distensione, il percorso verso la scuola, il posto di lavoro o i negozi.

Il paesaggio è il risultato di un intreccio di relazioni tra l'uomo e il territorio. Lo scenario con il quale spesso siamo confrontati non è però sempre frutto di scelte consapevoli, bensì il risultato di una serie di azioni a volte mal coordinate e senza una visione globale del loro effetto. Si parla, in questi casi, di paesaggio subìto, più che di paesaggio voluto.
Il Gruppo di lavoro attivato dal Dipartimento del territorio si è posto come obiettivo il raggiungimento di un paesaggio di qualità e ha cercato di rispondere a tre domande chiave: quale paesaggio? su che scala? chi decide? È risultato sin dall'inizio chiaro che devono essere le popolazioni direttamente interessate a rispondere a queste domande, attraverso un nuovo strumento: il "Progetto di paesaggio". La scala di lavoro potrà essere comprensoriale oppure locale. La prima si riferisce ad aree unitarie, definite sulla base di criteri geografici e paesaggistici, indipendentemente dai confini comunali, come la Val Lavizzara, la Riviera, il Malcantone oppure l'Alto Vedeggio.

La seconda, quella locale, si riferisce a elementi paesaggistici specifici: alcuni progetti di paesaggio locali sono già realtà: pensiamo alla valorizzazione del paesaggio culturale della Valle di Muggio, al recupero delle selve castanili del Malcantone, ai vigneti terrazzati della Bassa Vallemaggia, all'antico nucleo di Curzutt a Monte Carasso, alla valorizzazione del paesaggio Walser a Bosco Gurin, al recupero del comparto agro-forestale di Boschetto - in territorio di Cevio - oppure ancora alla protezione del paesaggio palustre del Lucomagno.

Il progetto di paesaggio intende essere un'opportunità, non un vincolo; vuole proporre, non costringere. La sua elaborazione avverrà con il diretto coinvolgimento della popolazione e degli enti interessati. Il Cantone avrà dunque un ruolo sussidiario.
Progettare significa dapprima leggere e comprendere il paesaggio attuale: la storia, i contenuti, le dinamiche. Occorre poi valutare, distinguere i problemi e proporre i temi da affrontare. E infine scegliere: quali interventi possono migliorare il paesaggio in cui vivo?

L'approccio interdisciplinare legato ai progetti di paesaggio presuppone la disponibilità del Cantone a fornire risposte coordinate tra i numerosi servizi dell'Amministrazione. D'altro canto, anche l'esame dei progetti di paesaggio e delle richieste di finanziamento richiede un forte coordinamento interno da parte del Cantone. Per questo motivo, il Consiglio di Stato ha dato seguito alla proposta del gruppo di lavoro di istituire una "Piattaforma del paesaggio" quale organo di coordinamento amministrativo. Costituita all'inizio della scorsa estate, essa impegna una dozzina di dirigenti e funzionari di vari servizi dello Stato.

L'iàÝ&àÝ&azione della politica sul paesaggio avverrà gradualmente. I progetti di paesaggio locali sono già oggi una realtà e il Cantone vi partecipa attivamente. Quelli comprensoriali necessiteranno ancora di un periodo di riflessione e di maturazione. Il Piano direttore fornirà un ulteriore sostegno per renderli operativi, mentre la revisione della Legge sulla pianificazione del territorio permetterà di aggiornare le norme che regolano l'intero settore.

Paolo Poggiati
Capo dell'Ufficio della natura e del paesaggio