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N3 - 2017

appartenenza

Autori: Raffaella Valsangiacomo
Data: 03 settembre 2017

Il Ticino come luogo del "per sempre"

A colloquio con sei studenti ticinesi che, grazie a Estage, hanno assolto uno stage formativo durante l'estate

All’interno della nostra Confederazione plurilingue, il Ticino è l’unico Cantone interamente italofono della Svizzera e si differenzia per molti aspetti dai restanti 25: un ambiente nel quale l’unicità ticinese emerge chiaramente è quello universitario. I nostri studenti partono la domenica sera da Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona o Airolo e – come uno stormo di uccelli migratori che condivide il «viaggio del binario 7» – si spostano al di là del Gottardo per vivere «un’esperienza di vita necessaria» e inseguire opportunità di crescita personale e professionale. Su quel treno il sentimento di appartenenza al Ticino è reale, forte e presente, e ArgomenTi ha voluto misurarlo incontrando sei giovani che, oltre al percorso universitario fuori Cantone, sono accomunati dall’avere vissuto un’estate diversa dal solito, con una riscoperta del loro Cantone di origine.

Estage è una piattaforma online inserita tra i programmi di OltreconfiniTi, curata dal Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Sato (SIC). È stata ideata come uno degli obiettivi del tavolo di lavoro sull’economia ticinese costituito dal Consigliere di Stato Christian Vitta, direttore del Dipartimento finanze e economia (DFE) il quale ha finanziato il progetto.

I nostri intervistati

Il SIC ha contattato sei degli studenti che, usufruendo della piattaforma www.ti.ch/estage, hanno assolto durante l’estate 2017 uno stage formativo in Ticino. Gli stagisti sono stati incontrati sul posto di lavoro e durante l’intervista, si sono confrontati su temi inerenti alla loro scelta di studi, alla loro vita oltralpe, al progetto Estage e ai loro piani per il futuro post-laurea.

I profili intervistati si differenziano tra loro per provenienza, indirizzo di studi e città universitaria. Anastasia Stanga studia scienze alimentari al politecnico di Zurigo e ha assolto uno stage presso il laboratorio cantonale. Nicole Caola, amante del mondo giornalistico, ha appena terminato il Bachelor in letteratura italiana e francese a Zurigo ed è stata, in questo periodo estivo, stagista presso il Corriere del Ticino. L’istituto ricerche solari Locarno (IRSOL) ha assunto Christian Bertoni studente di fisica a Losanna. Simone Cometta invece, impegnato in un master a Neuchâtel in idrogeologia, è stato incontrato sul posto di lavoro presso l’ufficio del Piano Direttore interno al Dipartimento del Territorio. L’ente turistico luganese ha avuto in stage Alessandra Vismara, neo laureata in Business Comunication all’università di Friburgo. Non tutti i giovani ticinesi però, una volta ottenuta la maturità, iniziano uno studio nelle università della Svizzera Interna, c’è chi opta per il trasferimento all’estero. Per questo motivo, è stato interessante incontrare anche uno studente sconfinato a Milano; Luca Montagner, laureato in letteratura italiana che ha assolto uno stage presso Economiesuisse.

Fuori dal Ticino perché…

Dopo il liceo, la scelta di andare a studiare al di fuori del Canton Ticino è pressoché scontata. Molte delle materie scelte dai maturandi, infatti, non vengono offerte “qua da noi” e quindi il trasferimento in Svizzera Interna, o in alcuni casi addirittura all’estero, è quasi d’obbligo. Per tutti gli intervistati, la partenza dal Ticino è un trampolino di lancio verso l’indipendenza, un’opportunità per allargare la propria rete di contatti e quindi vivere un’esperienza di vita unica e irrepetibile. Lasciare il nostro Cantone, però, significa anche tuffarsi in una realtà linguistica differente e affrontare non pochi ostacoli e difficoltà. Opportunità che sembra venir presa con spirito sportivo dai giovani ticinesi impegnati nello studio in una lingua straniera. I sacrifici e le difficoltà iniziali vengono ripagati alla fine con l’apprendimento di una lingua in più; bagaglio prezioso sia da un punto di vista personale sia per il futuro professionale. Tra gli stagisti incontrati, tre hanno ammesso di aver optato per il francese o per una soluzione bilingue, considerando questa via la meno difficile. Solo due ragazze si sono lanciate sul tedesco; la prima perché la materia scelta è offerta unicamente al Politecnico di Zurigo, la seconda perché inizialmente aveva scelto lo studio in germanistica – studio che ha poi abbandonato a favore di italiano e francese. Per Luca, studente di Milano, il problema della lingua non si pone. Il poter studiare nella propria lingua madre offre non pochi vantaggi. Ciò nonostante, Luca ha ammesso di reputare il dover spostarsi oltralpe e quindi studiare in una lingua straniera, una fortuna per il giovane ticinese. Fortuna di cui lui ha potuto usufruire attraverso il servizio militare.

I ticinesi, comunità al di là delle Alpi

È interessante constatare come la lingua parlata nella città universitaria ospitante, non determini unicamente la scelta di studio, ma anche la mentalità che si incontra oltralpe. Si individuano infatti tre culture differenti; chi si è trasferito in Svizzera Romanda nota una differenza minore con la mentalità ticinese rispetto a chi, in una città di lingua tedesca, si sente addirittura «in un altro mondo». Ad ogni modo, tutti ammettono che, anche al di là delle Alpi, i ticinesi rimangono uniti e si attraggono «come calamite». Nelle Università oltre Gottardo si formano infatti piccole comunità ticinesi, le quali si riconoscono e si fanno riconoscere per la loro giovialità, la loro apertura, la determinazione nello studio, l’ospitalità, il calore e la capacità di adattamento. L’approccio tra ticinesi rimane più immediato, vista la lingua comune, e la voglia di «casa» spinge ad unirsi maggiormente. Aspetti questi che Luca ha captato solo in parte poiché la presenza ticinese a Milano è inferiore.

Il Ticino è ‘casa’

Il Ticino rimane a tutti nel cuore, ma dalle sei interviste il senso di appartenenza al Cantone di origine appare avere una correlazione con le origini dei genitori. Se chi ha entrambi i genitori ticinesi considera il Ticino «casa mia» e il rientro al sud delle Alpi «per sistemarsi e mettere su famiglia» un dato quasi scontato, dopo un’esperienza lavorativa oltre Gottardo o un soggiorno all’estero per un tempo determinato, due studenti con origini interamente o in parte straniere – genitori italiani in un caso, madre italiana e padre svizzero tedesco nell’altro – si sono invece detti «aperti a tutto», e a lasciare che siano gli affetti e gli sbocchi lavorativi a determinare il loro rientro o meno nella Sonnenstube der Schweiz. Possiamo quindi affermare, in base a queste poche interviste, che il Ticino viene considerato come il luogo del «per sempre».

L’opinione generale suggerisce poi una certa sicurezza riguardo a condizioni migliori sul mercato del lavoro al nord delle Alpi; salari più alti, realtà più grandi, tecniche all’avanguardia e presenza di imprese importanti a livello internazionale. Sono questi i fattori che inducono gli studenti ticinesi, entusiasti e curiosi di scoprire nuove culture nel campo lavorativo a rimanere oltre Gottardo per i primi anni dopo il conseguimento della laurea. Estage, comunque, sembra avere aperto interessanti spiragli. Quattro degli studenti intervistati hanno ammesso che senza Estage non sarebbero rientrati a casa per il periodo estivo. Attraverso la piattaforma hanno tuttavia scoperto «cosa offre il Ticino» e sono stati invogliati a tornare.

Un ‘grazie’ a Estage

Grazie al progetto Estage, quindi, gli studenti ticinesi d’oltralpe e quelli trasferitisi oltre il confine elvetico sono spinti a tornare a casa per l’estate, vista la prospettiva di arricchire il proprio curriculum con uno stage. Viene a crearsi così una nuova rete di contatti con il Ticino, e gli studenti scoprono realtà fino ad ora a loro sconosciute. Oltre alla leggerezza che gli stagisti hanno ammesso di provare potendo lavorare e comunicare nella propria lingua madre, si sono detti stimolati a rientrare per applicare quanto imparato all’università, a favore del proprio Cantone. Mettendo a disposizione uno spazio unico con offerte di stage in Ticino, Estage ha facilitato lo scambio di informazioni tra nord e sud e tra sud e nord. Il vantaggio infatti non è solo per gli studenti, che possono usufruire di uno strumento comodo ed efficace per la ricerca di un impiego, ma anche per le aziende ticinesi che hanno la possibilità di scoprire nuove leve e di conoscere i nuovi numerosissimi indirizzi di studio.

Siamo in pochi ma ci siamo

In generale, lo studente ticinese, che si reca oltralpe o all’estero per gli studi, porta con sé la sua identità ticinese e la coltiva con orgoglio nelle università ospitanti. Attraverso le interviste ai sei stagisti si è percepito un senso di appartenenza profondo al Ticino, che mostra il cantone di origine come la «casa dolce casa» per il dopodomani. Il Ticino è quindi tutt’altro che un luogo di transito; dal Ticino si parte, ma al Ticino si ritorna. È un nido che, pur evolvendosi, profuma sempre di ambiente famigliare e riaccoglie i suoi emigrati regalandosi come luogo del «per sempre».

Il SIC è alla ricerca di uno stagista  al 60% o al 100% per curare l'edizione 2018 di Estage. Ulteriori informazioni sul bando di concorso, che scadrà il 27 settembre 2017, su www.ti.ch/concorsi