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N3 - 2017

appartenenza

(foto Elizabeth La Rosa, SIC)

Autori: Raffaella Valsangiacomo
Data: 03 settembre 2017

Unico. Differente. Altrove

Il futuro appartiene al Ticino? E se sì, quali sono le strategie da applicare? Se n’è parlato durante l’incontro tra il Consiglio di Stato e i membri dei Governi cantonali al Locarno Festival

«Il Ticino del futuro»: era questo il titolo dell’incontro tra Consiglio di Stato e i membri dei Governi cantonali di tutta la Svizzera, avuto luogo lo scorso 9 agosto allo Spazio Cinema durante il Locarno Festival. I relatori, tra cui il Presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Manuele Bertoli, hanno esposto peculiarità economiche, imprenditoriali e formative presenti nel nostro Cantone e le prospettive future di crescita e di sviluppo.

Il breve saluto da parte del direttore del Locarno Festival Marco Solari ha voluto evidenziare l’eccezionalità tanto della kermesse quanto del Ticino: “Voglio che il festival sia un momento di incontro conviviale utile alla città di Locarno, al Ticino e alla Svizzera”.

Giunto alla settantesima edizione, il Locarno Festival è uno degli eventi dedicati alla Settima arte più antichi al mondo insieme a Cannes e Venezia. Non è però solo l’età avanzata a renderlo speciale: la Piazza Grande di Locarno è un cinema a cielo aperto tra i più grandi al mondo, peculiarità che rende la rassegna Lago Maggiore unica e impareggiabile. Un aspetto, quello dell’unicità, che caratterizza anche il nostro Cantone. Lo ha ricordato Manuele Bertoli nella sua introduzione, durante la quale ha sottolineato l’importanza di conoscere il Ticino del presente per potersi figurare quello del futuro. Da sempre “ponte culturale ma anche fisico tra l’area Mitteleuropea e i Paesi mediterranei, il Ticino deve continuare a sfruttare le numerose opportunità che la propria localizzazione geografica gli offre: essere svizzero dal punto di vista identitario e organizzativo, pur essendo immerso nella pianura Padana, rende il Ticino un unicum” ha detto il Presidente del Consiglio di Stato. Una caratteristica che non riduce il nostro Cantone a essere un semplice luogo di turismo e transito. Al contrario, “negli anni – ha aggiunto Bertoli – il Ticino ha saputo costruire una solida rete industriale“.

Un lavoro portato avanti anche dal Tavolo dell’economia che ha riunito per un anno rappresentanti del mondo politico, economico, sindacale e accademico per confrontarsi sull’attualità del cantone e individuare quindi le linee guida del futuro. Il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta ha infatti spiegato come sia importante, per il Ticino, giocare d’anticipo e quindi unire le forze in una sorta di “patto di paese”. Al centro la rivoluzione tecnologica in atto, che ha visto il nostro Cantone focalizzarsi sul fenomeno della digitalizzazione. Vitta ha spiegato che solo attraverso un lavoro concreto di dialogo, di coesione, di partenariato e di concordia sociale “è stato possibile individuare cinque aree tematiche – il Ticino dell’imprenditoria, della competitività, il Ticino interconnesso, digitale e sostenibile – e una trentina di misure concrete d’azione”. L’obiettivo, ha concluso Vitta, è proprio quello di “sfruttare la peculiarità del Ticino per contribuire allo sviluppo dell’immagine svizzera come forza economica all’interno di un contesto europeo”.

Si punta dunque all’innovazione come il fiore all’occhiello del Ticino del futuro e, in questa prova, il ruolo principale spetterà proprio alle università che, come ha detto Emanuele Carpanzano, direttore del Dipartimento tecnologie innovative della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), promuovono la digitalizzazione come “sfida da cogliere”.

L’incontro si è concluso con una formula proposta da Boas Erez, Rettore dell’Università della Svizzera italiana (USI), il quale ha descritto il Ticino come qualcosa di Unico-Differente-Altrove. Il Ticino è l’unico Cantone interamente italofono della Svizzera e l’unico completamente situato al sud delle Alpi, si differenzia quindi per molti aspetti dai restanti 25. Come è emerso dal Tavolo di lavoro dell’economia, il nostro Cantone è in continua evoluzione. Il Ticino di ieri non è quello di oggi e non è il Ticino di domani; il nostro Cantone è mutevole e ogni giorno differente. A tale mutevolezza non appartiene un senso di staticità. Per questo motivo Erez ha usato il termine altrove, per indicare la capacità del Ticino e del ticinese di spostarsi oltre i confini cantonali, senza mai perdere la caratteristica di quell’Unicum che ci appartiene.