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N1 - 2022

innovazione, s. f.

Autori: Milena Folletti
Data: 09 gennaio 2023

Identità digitale: un passo naturale?

L’innovazione digitale abbraccia oggi ogni settore e la via è tracciata anche nel rapporto tra cittadinanza e istituzioni

È notizia dello scorso mese che il Consiglio federale ha preso atto dei risultati e pareri positivi sulla consultazione relativa alla nuova legge sull’identità elettronica (ovvero, Id-e o eID).

Tecnicamente, ora spetterà al Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) analizzare in modo approfondito le proposte formulate in sede di consultazione, con l’obiettivo di presentare al Consiglio federale il disegno della nuova legge sull’eID entro l’estate del 2023. Oltre a procedere con i preparativi tecnici, è infatti necessario procedere anche con l’adeguamento legislativo.

Si tratta di un passaggio naturale (e necessario) che, in un’ottica di evoluzione digitale a tutto tondo, non può mancare nel nostro Paese. Anche perché, se è vero che ci collochiamo da anni ai vertici delle più prestigiose classifiche in tema di innovazione e digitalizzazione (primo posto del Global Innovation Index 2022 e dell’European Innovation Scoreboard 2022 della Commissione Europea), non va nascosto che scontiamo un certo ritardo nell’area che riguarda le relazioni digitali tra istituzioni pubbliche e cittadinanza (il cosiddetto eGovernment). Se, infatti, Paesi come Malta ed Estonia primeggiano nell’adozione di infrastrutture pubbliche totalmente digitali, la Svizzera, per via della sua naturale predisposizione democratica a demandare alla consultazione popolare ogni nuova legge, registra un passo più compassato e lento, ma anche più ragionato e convinto. Stiamo parlando di un passo che, nel complesso puzzle che regola la nostra vita civile e la progressiva digitalizzazione che ci accompagna, potremo compiere in modo guidato, sicuro e semplice per tutti. Proprio la sicurezza sarà il punto focale della nuova legge sull’identità digitale, perché sarà lo Stato a gestire l’infrastruttura necessaria, garantendo in modo univoco e certo il mezzo con cui saremo identificati digitalmente.

D’altra parte, adeguandoci all’identità digitale, osserveremo le migliori soluzioni già attivate con successo da altre nazioni. Ma soprattutto, potremo mutuare strumenti di facile utilizzo, non solo per le generazioni native digitali, ma anche per chi si sente meno a suo agio con la tecnologia. Possedere un’eID sarà infatti un atto volontario. Nessuno sarà obbligato ad averne una senza per questo essere escluso dai servizi pubblici. L’obiettivo, anche cantonale, rimarrà infatti quello di non lasciare indietro nessuno, sostenendo con opportune campagne di formazione e continuando a supportare con sportelli fisici chi ne avesse necessità. Peraltro, proprio in fatto di consuetudine con la rete, siamo un popolo che naviga online moltissimo. Un’indagine realizzata dall’Ufficio federale di statistica indica che in Svizzera il 96% della popolazione tra i 15 e gli 88 anni utilizza regolarmente internet e che oltre la metà delle persone di 75 anni e più vi ricorre ogni giorno. Quindi, non ci resta che colmare con fiducia l’ultimo miglio della nostra piena cittadinanza digitale, attraverso un’adozione serena dell’identità elettronica, che, ad esempio, ci consentirà di semplificare l’accesso alla pubblica amministrazione, rendendo più agile e meno oneroso ottenere un qualsiasi documento ufficiale.