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N3 - 2017

appartenenza

Autori: Raffaella Valsangiacomo
Data: 03 settembre 2017

In giro per Zurigo a bordo del «Ticino Tram»

Intervista al direttore di Ticino Turismo Elia Frapolli

Gustarsi un buon formaggio dell’Alpe e un bicchiere di merlot ticinese in un ambiente da grotto mentre si percorre la Bahnhofstrasse di Zurigo? Dal 2014 è possibile grazie a una collaborazione fra Ticino Turismo e la Zürcher Verkehrsverbund (VZB) che ha portato alla realizzazione di un tram dal sapore ticinese. Tutti gli anni, nei mesi di settembre e ottobre, è infatti possibile girare attraverso la città di Zurigo a bordo del "Ticino Tram". La storia di questo originale progetto ci è stata raccontata dal direttore di Ticino Turismo Ela Frapolli.

Elia Frapolli, è ormai dal 2014 che il «Ticino Tram» riscontra un notevole successo nella città di Zurigo. Com’è nata l’idea di questa iniziativa?

«La Svizzera tedesca è un mercato per noi prioritario e Zurigo è uno dei nostri bacini turistici più importanti: circa il 60% dei nostri ospiti infatti arriva da oltre Gottardo e la maggioranza parte proprio dall’agglomerato zurighese. Eravamo dunque alla ricerca di un’idea originale e simpatica che ci aiutasse a promuovere il nostro Cantone in maniera innovativa. Valutando i vari progetti di marketing, è così nata la collaborazione con VBZ, già impegnata nell’organizzazione di diversi tram dal carattere insolito: tra le varie offerte figuravano già il famoso "Fondue Tram" e anche il "Sushi Tram". La prospettiva di mettere il nostro nome su una di queste corse speciali, per valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio, ci è da subito piaciuta; nel 2014 dunque abbiamo lanciato la prima corsa del "Ticino Tram", all’interno della campagna allestita in vista dell’apertura della nuova Galleria di base del San Gottardo. Considerato che a Zurigo desideravamo proporre un’attività che combinasse originalità e promozione dei nostri prodotti tipici, dopo tre anni possiamo dire che il "Ticino Tram" si è dimostrato un mix vincente».

Come ha anticipato, il «Ticino Tram» rientra nel pacchetto ‘Essen mit allen Sinnen’ proposto dalla VBZ. Può spiegarci nel dettaglio, cosa succede durante una di queste corse speciale?

«I viaggiatori prendono posto su una carrozza d’epoca che, pur essendo stata restaurata e messa a nuovo, mantiene quel tocco vintage che la rende molto suggestiva. Una volta a bordo, i passeggeri mangiano comodamente seduti, mentre il tram percorre le affascinanti vie di Zurigo secondo un tragitto predefinito. Nel caso del "Ticino Tram" viene servita una cena rigorosamente ticinese: aperitivo con formaggi dell’alpe e salumi, seguito dal classico piatto di polenta e brasato. È una combinazione semplice ma sempre d’effetto, che piace e esalta il potenziale del "Ticino Tram", anche perché dietro a ogni piatto si cela una storia che può essere raccontata. Proprio questo aspetto narrativo è molto amato dagli ospiti zurighesi e risveglia sempre in loro un’ondata di ricordi e un pizzico di nostalgia per il sud delle Alpi, insieme alla voglia di scoprire l’origine e i luoghi di provenienza dei prodotti. Non dimentico infine che le pietanze sono sempre accompagnate da un bicchiere di Merlot del Ticino, considerato un must nella Svizzera tedesca in virtù di una qualità che è ormai riconosciuta come altissima. Nonostante le innumerevoli possibilità che offre una Città come Zurigo, quella che offriamo ai passeggeri del "Ticino Tram" è dunque una cena veramente al di fuori dell’ordinario».

Il progetto ha avuto successo fin da subito?

«Sì. La prima edizione era un test, perché non sapevamo come sarebbe andata. Sorprendentemente ha registrato il “tutto esaurito”, anche grazie alla scelta di Christa Rigozzi come madrina d’eccezione. È stato quindi inevitabile decidere di prolungare l’esperienza, che ora viene organizzata ogni anno e ha un buon esito praticamente garantito. Anche quest’anno, ogni venerdì e sabato dal 1 settembre al 28 ottobre, sarà possibile prenotare una cena a bordo del nostro tram».

Di questi ospiti la maggior parte sono zurighesi o ticinesi presenti a Zurigo?

«Non raccogliamo dati statistici sui passeggeri, ma posso dire quasi con certezza che si tratti per la maggior parte di zurighesi, tanto che per alcuni la cena sul "Ticino Tram" è diventata una tradizione. Può darsi che qualche sporadico ticinese nostalgico del territorio o desideroso di vivere questa esperienza ne prenda parte, ma credo che sia piuttosto la popolazione locale ad approfittare della possibilità di assaporare il Ticino e la sua simpatia. Proprio quest’ultimo aspetto è una delle chiavi del successo che ha coronato questo progetto».

Il «Ticino Tram» ha invogliato gli svizzero-tedeschi a recarsi più frequentemente in Ticino, o si sono accontentati di assaporare la Stimmung ticinese rimanendo a Zurigo?

«Nella Svizzera tedesca, e specialmente su Zurigo, il nostro Cantone gode di un forte capitale di simpatia, dettata dall’apprezzamento per il nostro territorio e la nostra cultura. È difficile trovare qualcuno oltralpe che non abbia mai superato il Gottardo per un assaggio ticinese. È evidente che azioni mirate come questa aiutino in primo luogo le persone a riscoprire questo attaccamento. Come sempre accade in progetti di marketing di questo tipo, non è disponibile un riscontro numerico diretto, tuttavia siamo certi che vi sia un effetto positivo sul numero di turisti a distanza di settimane, mesi o anni. In ogni caso, quel che è certo è che tra il 2016 e il 2017 c’è stato un incremento degli svizzeri in vacanza nel nostro Cantone. Nell’attuale contesto sempre più persone amano trascorrere le vacanze in Patria, e il Ticino ha indiscutibili fattori di attrazione: è a sud, vi si parla una lingua diversa, vi si respira un clima differente e c’è l’opportunità di incontrare una nuova cultura. Come in passato, il nostro Cantone offre al turista la possibilità di sentirsi in vacanza pur rimanendo in Svizzera: un mix perfetto».

Lei ha usato più volte, nel corso di questa intervista il termine "simpatia". In generale, secondo lei, come viene percepito il Ticino nei Cantoni oltre Gottardo?

«La simpatia è un aspetto caratteristico nelle relazione della Svizzera con il nostro Cantone. Non si tratta di un sentimento banale o falso, tutt’altro. Il Ticino piace, al Ticino ci si affeziona, in questo senso il Ticino è simpatico. Ci proponiamo come un pezzo di Svizzera ma diverso dagli altri per molti aspetti, e la diversità rimane anche oggi un fattore rilevante per la scelta del luogo dove trascorrere le vacanze. Una recente indagine del Touring Club Svizzero (TCS), infatti, indicava che per gli svizzeri il Ticino rimane la prima meta per le vacanze sia a livello nazionale sia internazionale».

Il nome utilizzato per il tram potrebbe suonare quasi banale: come mai proprio «Ticino Tram» e non qualcosa di più caratteristico come «Boccalino Tram» o «Polenta Tram»?

«Più fattori sono stati presi in considerazione. Anzitutto occorre ricordare che in Svizzera tedesca, al contrario di quando accade per il mercato della Germania, non traduciamo mai Ticino con Tessin. Lasciato in italiano infatti, trasmette un senso di autenticità e, nuovamente, simpatia. Inoltre, non volevamo identificare il tram con un prodotto specifico, come la polenta o il boccalino. Il rischio era di cadere nei cliché e volevamo evitarlo: il nostro patrimonio enogastronomico va anche al di là della tradizione, e quindi il nome "Ticino Tram" racchiude per intero la ricchezza del nostro territorio. Lasciarlo in italiano crea un legame più familiare, diretto e sincero con i passeggeri».

L’italiano ci differenzia dal resto della Svizzera. Secondo lei tra i ticinesi è percepibile un senso di appartenenza al proprio Cantone di origine più forte che tra gli svizzeri d’oltralpe? Crede che l’italianità giochi un ruolo in questo senso di appartenenza?

«È difficile dire se un ticinese si senta più radicato e legato al proprio territorio rispetto, per esempio, a uno zurighese. Credo che di fondo ci sia un discorso legato alla minoranza. Noi ticinesi siamo di fatto una piccola comunità linguistica e culturale e quindi è forse naturale che conserviamo un senso di unità maggiore rispetto agli altri Cantoni svizzeri. Credo comunque che, in tutta la Svizzera, avvertiamo un forte senso di appartenenza al territorio cantonale e nazionale. Mi sento di dire che lo svizzero medio è molto legato alla propria Patria: limitandomi al mio osservatorio, è una cosa che noto nella scelta delle mete vacanziere. Il cittadino svizzero ama molto trascorrere il proprio tempo libero all’interno dei confini nazionali e aumentare la propria affinità con il territorio per il quale si prova un senso di affetto e dove sente di essere sicuro. Nel mondo del turismo esiste la così detta "discesa verso sud", secondo la quale i grandi flussi vacanzieri in generale tendono a spostarsi dal nord verso il sud. In questo senso lo svizzero tedesco predilige il Ticino come il ticinese l’Italia. Ovviamente non è una regola universale; sono tendenze generali ma posso dire che, secondo ciò che vedo io, lo svizzero si identifica molto nella Svizzera e forse, nel suo piccolo, anche il ticinese con il Ticino».

Con l’ultima domanda gettiamo uno sguardo al futuro. «Ticino Tram» esiste ormai dal 2014, quali sono le prospettive per gli anni venturi?

«Per quest’anno il progetto proseguirà, poi valuteremo se continuare a proporlo. È un’idea che piace, funziona e registra sempre il tutto esaurito: non da ultimo, abbiamo anche creato una certa aspettativa nei nostri ospiti, che lo attendono sempre con entusiasmo. È anche vero però che, talvolta, occorre rinnovarsi. Valuteremo come muoverci, senza dimenticare che il "Ticino Tram" è solo una delle 290 attività che Ticino Turismo offre fuori dai confini cantonali. Tra Svizzera, Cina, India, Stati Uniti, Russia e Sud-Est asiatico siamo presenti in 11 mercati geografici del mondo. Ovviamente ogni regione ha la sua particolarità e il "Ticino Tram" funziona bene per il pubblico svizzero tedesco di Zurigo ma non avrebbe mai successo a Dubai. Tutto deve essere affine al luogo nel quale cerchiamo di conquistare nuovi turisti».