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N1 - 2023

partecipazione, s. f.

Autori: Mattia Bertoldi
Autori foto: Elizabeth La Rosa
Data: 20 marzo 2023

L’alfa e l’omega delle elezioni

A colloquio con Stefano Reali, a capo del Servizio dei diritti politici che coordina la macchina operativa legata al voto «dall’ordinazione della carta alla registrazione dei risultati»

Per Stefano Reali quelle del 2 aprile 2023 saranno le prime elezioni cantonali alle quali parteciperà come responsabile del Servizio dei diritti politici. Un ruolo fondamentale all'interno della Cancelleria dello Stato che lui descrive così, quando deve spiegare a qualcuno cosa fa di mestiere: «Il mio servizio si occupa dell'organizzazione delle votazioni e delle elezioni in generale, dall'ordinazione della carta alla registrazione dei risultati. Un grosso lavoro di coordinazione che coinvolge centinaia di persone tra cui i colleghi degli altri servizi dell'Amministrazione cantonale, i dipendenti comunali e gli esponenti politici».

Signor Reali, lei è anche la persona di riferimento quando bisogna districare un dubbio legato a una candidatura o a un opuscolo informativo.

«Vengo chiamato abbastanza spesso per offrire delle risposte, certo. Sono in servizio da quasi quattro anni e in questo periodo di tempo ho avuto modo di conoscere la maggior parte dei rappresentanti dei partiti politici, in quanto il mio ufficio è molto legato alle loro attività.»

Le elezioni cantonali, in tal senso, rappresentano uno dei momenti più attesi della vita politica in Ticino. Da quanto tempo siete al lavoro su questo dossier?

«Dall’inizio del 2022, periodo in cui abbiamo iniziato a stilare lo scadenziario che segna le tappe di avvicinamento al giorno delle elezioni. Durante lo scorso anno, inoltre, abbiamo integrato un nuovo programma informatico per il controllo delle candidature che permette di verificare subito la correttezza dei dati inviati da candidati e proponenti. Uno strumento che ci ha aiutato a snellire il lavoro durante uno dei momenti più stressanti del nostro lavoro; in base al numero di candidature e al sorteggio delle liste, infatti, dobbiamo capire nel giro di poche ore come stilare graficamente la scheda di voto. Sono però sicuro che un programma informatico del genere ci sarà molto utile anche in occasione delle prossime elezioni federali.»

Qualcuno potrebbe pensare che le elezioni federali (previste per il 22 ottobre 2023) siano per voi più semplici da organizzare rispetto a quelle cantonali o comunali (in programma il 14 aprile 2024), dato che lo spoglio non avviene a Bellinzona…

«Ma in quel caso la difficoltà è legata ai lavori preparatori; per esempio, la formazione dei dipendenti comunali è molto più delicata. Tra stralci e regole sui raddoppi, le cose cambiano molto rispetto alle elezioni cantonali o comunali e dobbiamo essere certi che tutti sappiano cosa fare in modo da non rallentare la macchina elettorale di Berna.»

Tra le qualità richieste dalla sua professione c’è anche la lungimiranza. Con quale occhio segue le attività politiche di Palazzo delle Orsoline, in particolare a livello di Gran Consiglio?

«È fondamentale conoscere gli ordini del giorno delle sedute di Gran Consiglio e seguire i dibattiti, così da intuire quali tematiche potrebbero essere soggette a referendum o iniziativa. È vero che il nostro lavoro inizia quando le firme vengono depositate in Cancelleria di Stato, ma intuire quante sono le possibilità che il popolo venga chiamato a votare è importante per capire il lavoro che dovremo svolgere da qui a 6-12 mesi, quindi tra la fine del 2023 e il 2024.»

Lei compirà 36 anni quest’anno, ma è attivo politicamente a livello comunale dall’età di 19 anni. Da dove arriva questa passione per la cosa pubblica?

«Probabilmente da mio nonno e da mio padre, che erano molto attivi nel Comune in cui sono nato e cresciuto, Pollegio.»

Lei è padre di una bambina di due anni. Come pensa di trasmettere anche a lei questo interesse per la politica?

«Per me è importante che capisca quanto la politica ha effetto sulla nostra vita quotidiana. Viviamo in uno dei pochissimi Paesi al mondo in cui si possono veramente cambiare le cose partendo dal basso grazie a spirito di iniziativa e partecipazione, e sarebbe un peccato non approfittare di dire la propria su persone (nel caso delle elezioni) o temi (nel caso delle votazioni). Noto però che sta crescendo il distacco tra i giovani e la cosa pubblica, anche a causa di una maggiore mobilità che vede le persone trasferirsi in altri cantoni o Paesi con maggiore frequenza. Bisognerà quindi impegnarsi per fare in modo che anche le nuove generazioni avvertano l’importanza legata al voto.»