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N2 - 2020

cambiamento, s. m.

Autori: Redazione DT
Autori foto: Elizabeth La Rosa
Data: 24 dicembre 2020

La ricetta contro lo spreco alimentare

Il Dipartimento del territorio si occupa di questo problema che ha anche un costo ambientale importante in termini di spreco di risorse energetiche, terrestri, idriche e perdita di biodiversità

Entro il 2030 la Svizzera è chiamata a ridurre della metà lo spreco alimentare pro capite sia per quanto riguarda la vendita al dettaglio sia per le economie domestiche, come pure a contenere le perdite di cibo nelle catene di produzione e di fornitura. Questo impegno è coerente con quanto indicato dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Per sensibilizzare sul tema, a livello svizzero è in corso la campagna «Save Food, Fight Waste» promossa dalla Fondazione PUSCH e sostenuta dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Anche il Dipartimento del territorio (DT) ha aderito all’iniziativa.

Cosa si intende per spreco alimentare o food waste?

Si parla di spreco alimentare in presenza di una perdita evitabile di derrate alimentari, di cibo ancora commestibile che non viene consumato. Le ossa del pollo o le lische del pesce non sono considerati food waste, al contrario, le bucce delle mele o uno yogurt invenduto o gettato perché ha superato la data di scadenza lo sono. Secondo un recente studio condotto dal Politecnico federale di Zurigo (ETH/UFAM, 2019), in Svizzera vengono generati ben 2.8 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari all’anno lungo tutta la filiera del valore alimentare, dal campo al piatto. Le economie domestiche sono la principale causa di tale spreco: ogni anno mediamente una persona getta nel sacco dei rifiuti 90 chilogrammi di alimenti ancora commestibili, per un costo pro capite superiore ai 600 franchi.

Perché il DT si occupa di spreco alimentare?

Lo spreco alimentare non è solo un costo per le persone e un problema etico, ma ha anche un costo ambientale importante in termini di spreco di risorse energetiche, terrestri, idriche e perdita di biodiversità: la produzione degli alimenti è infatti all’origine del 30% dell’impatto ambientale causato dai consumi. In questo senso, in veste di partner istituzionale, il DT contribuisce alla causa ponendo l’accento (anche) sulle conseguenze ambientali.

Ritornando allo spreco alimentare medio procapite confederato: 90 chilogrammi di rifiuti alimentari all’anno corrispondono a 500 chilogrammi di CO2 di emissioni annue per persona - in pratica l’equivalente di ca. 34 viaggi in auto da Chiasso a Airolo.

Collaborazioni

Oltre al DT sono numero i partner scesi in campo per combattere lo spreco alimentare da diverse prospettive - tra i quali l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana, il WWF, il Gruppo di Educazione Ambientale della Svizzera italiana, Gastro Ticino e l’Azienda Cantonale dei Rifiuti - sostenendo azioni concrete a livello cantonale, coinvolgendo le scuole e promuovendo materiale informativo mirato (vedi Flyer spreco alimentare).

Il DT ha inoltre avviato una collaborazione con l’innovativa applicazione Too Good To Go - che permette di recuperare gli invenduti ad un prezzo conveniente - e, ha collaborato con SUPSI, Impact Hub Ticino e la Città di Mendrisio nell’organizzazione dell’evento 2020 Digital Climathon Mendrisio. Da sottolineare che l’edizione di quest’anno si è concentrata proprio sul tema dell’impatto climatico dovuto nostro sistema alimentare.

In pratica: consigli utili

Ci sono diverse facili accorgimenti per evitare lo spreco alimentare mantenendo intatte le nostre abitudini alimentari, riducendo la spesa della metà e sfamando il doppio delle persone senza intaccare il nostro tenore di vita. Quali? Partiamo dalle basi: preparare sempre una lista della spesa, recarsi al supermercato a stomaco pieno ed evitare di acquistare prodotti esclusivamente perché in offerta; per poi passare a degli accorgimenti più strutturati, quali la corretta conservazione degli alimenti grazie alla lettura delle etichette e l’organizzazione della dispensa in base alla data di scadenza. In cucina è importante valutare con attenzione le quantità e riutilizzare gli avanzi, anche grazie alle «riciclette». Ci sono inoltre parti di alimenti che tendiamo a buttare, sebbene ancora commestibili e di buon sapore. Un esempio? Il gambo del broccolo, saporito e nutriente, o la frutta matura e ammaccata, ideale per la preparazione di marmellate, sorbetti e frullati vitaminici.

Ulteriori informazioni sul tema sono reperibili sul sito http://www.ti.ch/sviluppo-sostenibile.