Da ex funzionario della Polizia scientifica ticinese (che all'epoca si chiamava Servizio identificazioni e ricerche) ad artista, desideroso di offrire il suo punto di vista sull'emergenza sanitaria legata al Coronavirus. È questo il percorso di Remo Polito, 83.enne di Pianezzo che tra marzo e maggio 2020 ha realizzato un trittico (con la tecnica dell’acrilico, in bianco e nero) nel quale ha prestato particolare attenzione agli effetti della pandemia sulla società ticinese. Secondo le sue intenzioni, infatti, le "persone in bianco (stilizzate) evidenziano la fragilità dell’essere umano 'intaccato' e 'macchiato' da quell’invisibile, sconosciuto e subdolo virus che si nasconde e serpeggia nelle ombre grigie dei miei quadri".
La sua prospettiva sugli ultimi mesi è accompagnata da una nuova consapevolezza: "Da questa pausa forzata dobbiamo trarre vantaggio per meditare, guardandoci dentro. Giudicarci, anche. Tutti bravi a farlo con gli altri, proviamo una volta tanto a guardarci allo specchio e a chiederci come potremmo ripartire con un rinnovato spirito. Una sola cosa è certa: Nulla sarà più come prima e con questo sconosciuto, invisibile e terribile nemico dovremo imparare a convivere".