Nella scrittura biografica, qual è lo scarto tra realtà e finzione, tra verità e verosimiglianza? Il dato di realtà è il fondamento dell’invenzione oppure un propulsore dell’inventiva? E in che misura, per scrupolo o per morale, la verità dei fatti rappresenta un vincolo? Intorno a questi e ad altri quesiti ruota la conversazione secondo l’ormai collaudata modalità del salotto letterario tra lo scrittore Edgardo Franzosini, autore tra l’altro de "Il mangiatore di carta".